Sindacati militari, da Fsp Polizia solidarietà ai Cocer: “Una svolta epocale richiede i giusti tempi per un reale coinvolgimento dei Rappresentanti del Personale. Un’audizione comunicata 48 ore prima sembra più una presa in giro”.
Dopo un cammino ultratrentennale di sindacalismo in Polizia c’è una cosa che si può affermare con assoluta certezza: certe svolte epocali richiedono tempo, lavoro, esperienza e studio, perché portino a un vero cambiamento, a una proficua innovazione, a un reale miglioramento delle condizioni esistenziali e lavorative di centinaia di migliaia di lavoratori in uniforme e, quindi, del Comparto in cui prestano servizio. Ecco perché oggi non possiamo che esprimere decisa solidarietà ai Cocer e fortissime perplessità di fronte ai tempi accordati al coinvolgimento delle rappresentanze dei lavoratori nell’ambito dello storico evento della nascita dei Sindacati militari. Audizioni convocate con sole 48 ore di anticipo per l’esame di provvedimenti caratterizzati ancora da un altissimo tasso di incertezza e scarsa definizione non sembrano testimoniare una convinta volontà di promuovere una reale collaborazione, ma sembrano quasi una presa in giro. Il ministro Trenta sia garante di un corretto confronto fra Amministrazione e Rappresentanti dei lavoratori nel massimo rispetto dei rispettivi ruoli.E’ quanto afferma Valter Mazzetti, Segretario Generale dell’Fsp Polizia di Stato, Federazione sindacale di Polizia, a proposito della convocazione presso le Commissioni congiunte di Camera e Senato dei Cocer per le audizioni in tema di “Disposizioni in materia di associazioni professionali a carattere sindacale del personale militare”. Convocazioni fissate per domani, 13 febbraio, e comunicate ieri, 11 febbraio, nonostante che, hanno spiegato dal Consiglio di Rappresentanza degli stessi Cocer, fin da novembre fosse stata chiesta l’apertura di quattro tavoli tematici a guida politica per preparare opportunamente questo storico passaggio che dovrà assicurare al personale un diritto fondamentale costituzionalmente riconosciuto.
Se alle nuove Rappresentanze militari fosse stato esteso tout court il modello sindacale valido per la Polizia di Stato – conclude Mazzetti – tutto sarebbe stato più semplice e sarebbe stato possibile esprimere in tempi più brevi posizioni chiare a partire da un’esperienza che, negli anni, ha raggiunto un elevato e approfondito livello di funzionalità grazie a meccanismi e procedure ben rodate. Ma premesse di tutt’altro genere rispetto al funzionamento di questo nuovo modello di Sindacato militare, limiti non ancora definiti, e ‘margini’ di intervento tutti da chiarire, richiedono ben altri tempi di studio e di ‘contrattazione’, a meno di voler mandare in fumo un’opportunità straordinaria di evoluzione per un Comparto che, come l’Europa ci insegna, deve mettersi al passo con i tempi.
Cambiare tutto in fretta perché nulla cambi non servirà a nulla, se non a prendere in giro migliaia di Servitori dello Stato i cui diritti devono invece essere garantiti fino in fondo.