Dopo questa prima settimana di quarantena nazionale, diversi Sindaci sardi hanno perso la pazienza sui social a scapito dei propri concittadini, che, pur di uscire di casa, ricorrono ai più disparati stratagemmi, in barba ai divieti: dalle caotiche file davanti ai super market, talvolta non rispettando la distanza minima di sicurezza, ai “ tour de force” di gruppo tra ciclisti, dal jogging in compagnia nei parchi alle interminabili passeggiate con la scusa dei bisognini del proprio “ Fido”, poco importa se al guinzaglio ci sia un cane in carne e ossa o un peluche, come ci insegna un burlone di Porto Torres.

Il Coronavirus rischia di mandarli in rovina. Dopo la legge finanziaria, la Giunta regionale ha decine di milioni per salvarli tutti, ma non ha deciso ancora quanti deve spenderne e come. Li chiamavano “borghesia” o “ceto medio”; per i detrattori erano i “bottegai”; oggi sono “il ceto dei coraggiosi”: settantamila imprese commerciali, alberghiere e artigianali, ossatura del sistema produttivo e distributivo che rende il turismo sardo un business.

“Ventisei persone – tra personale infermieristico, medici e pazienti – sono chiuse nel reparto di Cardiologia dell’AOU di Sassari da sabato mattina. La situazione dei contagi si è aggravata, l’intero reparto è stato isolato e blindato dall’esterno. I pochi medici e gli infermieri bloccati all’interno stanno prestando assistenza ai pazienti, in una situazione comprensibilmente critica e surreale. Sono tutti stremati, è necessario un immediato intervento”.