Mentre in Egitto si discute alla COP 27 sui destini del pianeta, l’ordinanza del Consiglio di Stato sul DPCM riapre la possibilità di definire gli scenari energetici della Sardegna con politiche avanzate e l’integrazione dei nuovi paesaggi energetici.
L’Ordinanza del Consiglio di Stato che concede la sospensiva del Decreto Energia, fino alla udienza di merito del 23 febbraio 2023, può permettere a Regione, Governo, Comune di Portoscuso, Enti Locali e Parti Sociali di rivedere i contenuti anche per attualizzarli ai nuovi scenari europei.
La discussione alla COP 27 conferma che è fondamentale tenere conto delle direttive europee e internazionali seguite agli accordi di Parigi del 2015 e dell’ultimo rapporto IPCC sulla urgenza di ridurre le emissioni dei gas a effetto serra.
Alla luce dell’obiettivo di conseguire la neutralità climatica entro il 2050, il traguardo vincolante dell’UE in materia di clima consiste in una riduzione interna netta delle emissioni di gas a effetto serra (emissioni al netto degli assorbimenti) di almeno il 55 % entro il 2030 rispetto ai livelli del 1990. In tale contesto la Sardegna registra un livello di emissioni di CO2 molto elevato che, negli ultimi anni, si è attestato sui 15,5 milioni di ton/annue.
“Il nuovo scenario esige di mettere al centro la valorizzazione delle risorse locali anche per ridurre la dipendenza dall’estero –dichiara Marta Battaglia, direttrice di Legambiente Sardegna. Il fatto che la Sardegna non sia stata inclusa finora nella rete di metanizzazione può permetterle di entrare direttamente tra le regioni leader nello sviluppo delle FER; grazie all’abbondanza di risorse come il Sole e il Vento, con ulteriori 10.000 MW da fonti rinnovabili al 2030 la nostra regione potrebbe attuare in pieno la transizione energetica e ambire a diventare la prima grande “isola verde” del Mediterraneo proponendosi a livello internazionale come laboratorio di sperimentazione delle politiche innovative della transizione energetica e campo di applicazione degli obiettivi indicati dalle direttive europee e nazionali”.
La strategia espressa nel DPCM SARDEGNA non assegna un rilevante ruolo allo sviluppo delle rinnovabili, considerata la potenzialità territoriale della Sardegna in tale comparto ma, al contrario, al GNL. “Nella prospettiva di un futuro incentrato sulle rinnovabili -aggiunge Vincenzo Tiana, responsabile Energia di Legambiente Sardegna– il progetto SNAM di posizionare una supermetaniera con rigassificatore da 140.500 mc nel piccolo porto di Portovesme è inaccettabile: sproporzionato e controcorrente rispetto alle direttrici UE per la riduzione del 15% dei consumi nazionali di gas, in contrasto con le criticità legate alla bonifica e al disinquinamento della zona industriale, tecnicamente inattuabile per i problemi insormontabili che gravano sul dragaggio e le interferenze con le norme sulla sicurezza.”
In conclusione, la partita che si apre sugli scenari regionali è considerare nei fatti la transizione energetica come occasione di inclusione e sviluppo economico del territorio, occasione per la quale Legambiente propone un approccio sfidante e innovativo dal punto di vista politico e culturale: promuovere i paesaggi energetici quali valore aggiunto del territorio e sviluppare una filiera industriale legata alle rinnovabili con un forte investimento in conoscenza e formazione per disegnare la Sardegna del futuro, verde e circolare.