La dieta per alimentare il cervello e i cibi utili per migliorare le capacità cognitive
Tutti conosciamo le sostanze e gli alimenti da inserire in una dieta equilibrata. Ci sono cibi che ci servono per regolare il metabolismo, altri che ci mettono al riparo dalle malattie o dai calcoli e altri ancora che danno energia ai nostri muscoli e alle nostre ossa. In pochi, però, sanno che anche il cervello può essere nutrito per prevenirne l’invecchiamento e per mantenerlo sempre attivo. Ecco perché oggi parleremo proprio delle pietanze più salutari per la nostra mente e di come inserirle nelle nostre abitudini alimentari.I cereali integrali servono per migliorare l’attenzione e la concentrazione quotidiana. Ma soprattutto per fornire energia ai neuroni sotto forma di glucosio nel sangue. Scegliamo sempre per la nostra dieta quelli non raffinati come pane, pasta, orzo, farro, avena e miglio. Hanno un basso indice glicemico e la capacità di rilasciare lentamente e costantemente glucosio. L’ideale per mantenere la mente attiva durante il lavoro e lo studio.
Il segreto per un cervello sempre in forma e pronto all’azione, come insegnano i professionisti delle attività online, sono gli Omega 3. Stiamo parlando di sostanze che prevengono l’invecchiamento dei neuroni, ci mettono al riparo da malattie come la demenza e l’Alzheimer e stimolano la memoria a breve e lungo termine.
Gli Omega 3 sono contenuti nei pesci grassi come il salmone, la trota, le aringhe e le sardine. E anche in vegetali come il lino, i semi di zucca e di soia e nelle noci. Oltre alle funzioni già elencate ne hanno un’altra molto importante: sono degli ottimi antidepressivi naturali e se inseriti con attenzione nella dieta quotidiana ci serviranno per gestire lo stress e gli sbalzi d’umore.
Anche tra le verdure possiamo trovare cibi utili per la mente. Due in particolare possono rivelarsi fondamentali: i pomodori e i cavoli. I primi sono dei potentissimi antiossidanti utili a proteggere le cellule cerebrali dai radicali liberi. Possiamo assumerli sia freschi che come base per i sughi. I secondi, siano essi verze, broccoli o affini, sono ricchi di Vitamina K e glucosinolati. Se assunti nelle dosi giuste stimolano la concentrazione di neurotrasmettitori come l’acetilcolina, fondamentale per migliorare le capacità mnemoniche.
Discorso molto simile anche per i mirtilli e per tutti i frutti di colore rosso o viola. Migliorano l’afflusso di sangue alla corteccia cerebrale e sono utili per la memoria a breve termine.
Tra gli alimenti utili a fornire nutrimento e protezione al cervello rientrano di diritto anche le uova e le arance. Le uova contengono vitamine del gruppo B che riducono i livelli di omocisteina nel sangue. E recenti studi scientifici dimostrano che l’omocisteina è una della causa principali di patologie come ictus e demenza. Integriamole con attenzione nella dieta e preserveremo le capacità cognitive a lungo termine.
Le arance, e la vitamina C, in esse contenuta, non sono soltanto utili a curare i sintomi influenzali. Possono rivelarsi alleati preziosi anche nella gestione dell’ansia e dello stress e in alcuni casi anche per la prevenzione della degenerazione delle cellule del cervello.
Chiudiamo la nostra carrellata con dei cibi all’apparenza insospettabili ma in realtà utilissimi. Stiamo parlando delle erbe aromatiche e delle spezie, molto indicate per mantenere alto il livello di attenzione e concentrazione. Salvia, rosmarino, curcuma e peperoncino, sia freschi che essiccati o in polvere, non daranno soltanto ai nostri piatti ma anche energia e prontezza al nostro cervello.
E dopo aver parlato degli alleati della mente è il momento di fare una breve rassegna dei “nemici”. La nostra dieta dovrà fare a meno di bevande troppo zuccherate e di cibi pronti e preconfezionati. Aumentano il rischio di Alzheimer per la presenza di conservanti. Da escludere anche le farine bianche e tutti i carboidrati raffinati: inibiscono le funzioni dell’ippocampo e danneggiano la memoria.
Molto pericolosi anche l’aspartame e gli alcolici. Il primo è un dolcificante artificiale che inibisce l’area del cervello dedicata alle emozioni. Se abusiamo dei secondi, invece, rischiamo una riduzione del numero e della funzionalità dei neurotrasmettitori.