Éntula 2018: Tiziana Barillà presenta “Mimì Capatosta. Mimmo Lucano e il modello Riace” (Fandango). Appuntamenti a Sassari, Oristano, Ales e Cagliari
“Mimì Capatosta. Mimmo Lucano e il modello Riace”: Domenico Lucano è il sindaco (sospeso) di Riace, un piccolo comune calabrese ai piedi dell’Aspromonte. Negli ultimi vent’anni, dal primo sbarco di curdi nel 1998, la cittadina ha ospitato seimila immigrati. Un quarto dei suoi cittadini non sono calabresi, sono arrivati da tutto il mondo rischiando la vita in mare e a Riace hanno trovato casa.
“L’utopia della normalità”, come Mimmo Lucano la definisce è diventata oggi un modello di accoglienza riconosciuto in tutto il mondo.
Per questo nella primavera del 2016, la rivista americana Fortune ha inserito il sindaco calabrese – al quarantesimo posto della lista degli uomini più influenti al mondo.
Lucano è stato arrestato il 2 ottobre nell’ambito di un’inchiesta avviata dalla procura di Locri per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e affidamento fraudolento diretto del servizio di raccolta dei rifiuti a due cooperative della zona. Scarcerato, sospeso dalla carica e costretto a lasciare Riace, nelle ultime settimane ha ricevuto continui di attestati di solidarietà: in rete e nelle piazze dove migliaia di italiani hanno organizzato presidi per difendere Lucano e la sua idea di accoglienza.
In Mimì Capatosta. Mimmo Lucano e il modello Riace (Fandango), Tiziana Barillà racconta con scrittura efficace “il modello Riace” che ha portato alla rinascita il piccolo paese, oggi esportato in altri comuni della locride, che sembra rappresentare una valida alternativa economica per un territorio fortemente depresso.
Grazie a incontri, stessa appartenenza territoriale e ideologica Tiziana Barillà restituisce un ritratto di Mimmo Lucano molto approfondito che ha valore politico attuale: in un mondo dove si alzano muri e si organizzano respingimenti nessun essere umano deve essere considerato straniero o clandestino in nessun luogo del pianeta terra. L’autrice incontra i lettori in un tour in Sardegna per Éntula, il festival letterario organizzato dall’associazione Lìberos.
Si comincia mercoledì 21 novembre a Sassari, appuntamento alle 18 alla Camera di Commercio IAA con Maria Paola Curreli, coordina Luigi Coppola. Il giorno successivo giovedì 22 novembre a Oristano la mattinata è dedicata agli studenti ma aperta al pubblico. L’autrice infatti incontra con Sabrina Sanna alle 11:30 gli allievi del Liceo Classico De Castro. La presentazione del pomeriggio ad Ales è alle 18:00 a Casa Gramsci con Maurizio Onnis. Si conclude venerdì 23 novembre a Cagliari al Teatro la Vetreria con il giornalista Giovanni Maria Bellu alle 18:30.
Mimì Capatosta. Mimmo Lucano e il modello Riace, (Fandango). Primavera 2016, la prestigiosa rivista americana Fortune, come di consueto, pubblica la lista dei 50 World Greatest Leaders, gli uomini e le donne più influenti al mondo. Insieme a Papa Bergoglio, Angela Merkel, Aung San Suu Kyi, Obama e Bono Vox, al quarantesimo posto, c’è lui, Mimmo Lucano.
Il sindaco di un piccolissimo comune calabrese, Riace. È l’unico italiano nella lista. Gli Stati Uniti ci costringono a una sveglia improvvisa. All’estremo sud d’Italia, ai piedi dell’Aspromonte, in piena Locride, c’è il sindaco migliore del mondo.
Lui la chiama “l’utopia della normalità”. Iniziata nel 1998 con il primo sbarco di curdi a Riace, da quando è sindaco, il suo comune ha ospitato più di 6.000 immigrati che hanno ripopolato la sua piccola cittadina. Un quarto dei suoi concittadini non sono nati in Calabria: arrivano dall’Afghanistan, dal Senegal, dal Mali, hanno rischiato la vita attraversando il Mediterraneo e a Riace hanno trovato una casa.
C’è chi fa da traduttore, chi si prende cura delle piante del centro storico, chi fa la raccolta differenziata con un carretto trainato da un asino e chi si prende cura della pulizia della spiaggia di Riace marina. Un modello, quello di Riace, che è stato esportato in altri comuni della Locride e che in un momento storico dove si alzano muri e si ripristinano frontiere, sembra non solo essere una speranza di un futuro migliore, ma una reale alternativa economica. Attraverso incontri, viaggi e la condivisione di un’appartenenza territoriale e ideologica, Tiziana Barillà ci consegna un ritratto approfondito.
Tiziana Barillà dice di sé: sono nata a Reggio Calabria nel 1979, mentre Berlinguer attacca Andreotti rompendo il compromesso storico, l’Italia è travolta dagli scandali e le Brigate rosse alzano il tiro. Ma, in quell’anno, arriva al cinema Apocalypse now di Francis Ford Coppola, i Pink Floyd pubblicano The Wall e viene debellato il vaiolo. Sono cresciuta in riva allo Stretto durante la seconda guerra di ’ndrangheta della mia città che ha seminato 700 morti. Ho iniziato a scrivere presto, imbrattando qualunque supporto cartaceo e non.
Nel frattempo ho preso una laurea in Scienze politiche all’università di Messina e mi sono destreggiata tra mille e più lavori. Ho resistito alla forza di gravità dell’emigrazione fino al 2007, quando ho lasciato la mia città per trasferirmi a Roma. In questi anni ho scritto con ostinatezza e non pochi sacrifici, finché il settimanale Left mi ha presa sul serio. Adesso sono una giornalista professionista, scrivo di politica, migranti, lavoro, diritti umani.
E musica, l’incantesimo che mi consente di alleggerire la vita. Nell’aprile 2016 ho pubblicato Don Quijote de la Realidad. Ernesto Che Guevara e il guevarismo (edizione Bookabook).