In uscita sabato 7 aprile La vera storia du Pigeon Boiteaux della band aretina Cauteruccio, distribuito dall’etichetta algherese-ma operativa su tutto il territorio nazionale- La Stanza Nascosta Records, fondata dal musicista Salvatore Papotto, e promosso da Verbatim Ufficio Stampa.
L’album è stato preceduto dal singolo Roma, accompagnato dal videoclip ufficiale per la regia di Gianni Ciccarello, disponibile già da sabato 17 marzo per l’acquisto e l’ascolto su tutte le maggiori piattaforme digitali, oltre che in rotazione radiofonica su oltre ottanta emittenti.
Sulla scia di Ivan Graziani-cui va il merito di aver ideato una personalissima declinazione italiana del rock leggero, distanziandosi tra l’altro dall’iconografia tradizionale del cantautore isolato e dando vita ad una vera e propria band- i Cauteruccio ci hanno consegnato con Roma, in un raffinato vestito britpop, un brano struggente e immaginifico, dall’immediata risonanza emozionale
L’attuale line up della band vede Stefania Ceccarini alla batteria e ai cori, Diego Gnaldi al basso e ai cori, Matteo Paolucci alla chitarra e alle tastiere, Salvatore Cauteruccio alla chitarra e alla voce.
Il progetto Cauteruccio– ideato da Salvatore Cauteruccio al termine della sua esperienza con la formazione Telesplash, di cui era batterista e compositore-vede ufficialmente la luce con l’iscrizione a Musicultura 2017 e sembra trovare il punto di congiunzione tra pop-rock britannico e anima cantautorale italiana.
Essendo noi rivoluzionari– scrivono i Cauteruccio nella loro pagina Facebook ufficiale- abbiamo deciso di mandare in pensione anticipatamente il vecchio formato di ascolto musicale chiamato comunemente cd.(…) Ciò che per la nostra band sostituirà il Compact Disc sarà una fighissima chiavetta USB da 8Gb, a forma di Carta di Credito, con le 10 tracce disponibili al suo interno sia in formato Mp3 che Wave, così da attaccarla velocemente all’autoradio e partire per lunghissimi viaggi.
Dieci tracce per un album dall’anima sperimentale, che ingloba, rileggendoli, modelli stranieri e nostrani e li indirizza verso una declinazione personale del cantautorato; spiccata tendenza strutturalista (alla maniera di Battisti e dei Beatles), ruvida vena rock-blues e suggestioni psichedeliche convivono in un lavoro dalla forte tessitura emozionale, che sembra vivere di complicità quasi alchemiche tra i testi e le soluzioni strofiche. (Non vedi che, non si sta in piedi/come birilli aspettando che arrivi la palla da bowling/ed affanniamo anche nelle discese, ed avanziamo pretese per sete che non placheremo/ah, ma allora è vero che sono quadruplicatamente stronzo riuscendo a stare male anche così/siamo la bocca con cui dici addio/siamo la mano che chiude la porta/siamo il giocattolo che ormai si è rotto/ siamo la foglia sul ramo caduto/siamo la foto dentro il passaporto/siamo l’anello nel dito sbagliato/siamo il discorso senza dire niente/siamo la chiave nella serratura.)
Cantori del privato dell’everyman, che coincide con una quotidianità condivisa, i Cauteruccio da una parte tralasciano volutamente le tematiche proprie dell’immaginario del “vecchio” cantautorato engagé , dall’altra a livello testuale recuperano- in un gioco di ellissi e iterazioni- una sostanza poetica autentica che la postmoderna musica liquida sembra aver smarrito
Di seguito un’analisi dell’album traccia per traccia, redatta dagli stessi Cauteruccio:IL SECONDO MOMENTO MIGLIORE
Ad una presa di coscienza importante segue una rivoluzione esistenziale da troppo tempo rimandata.
“Non è più tempo d’aspettare, è quello che hai voluto sempre fare!” Via le barriere, via le paranoie, via le paure; è arrivata l’ora di mettersi in gioco, “il secondo momento migliore è adesso”!
25 DICEMBRE: Inevitabilmente ogni anno arriva il fatidico giorno, desiderato da molti, odiato da altri. Questa canzone racconta il Natale fatto di vuoti, di mancanze…quello che da solo dura un anno, quello che ti riporta in testa persone lontane, forse irraggiungibili se non con l’immaginazione, se non con la speranza, i cui simboli diventano semplici luci accese.
BRUTTI: cassa in 4, chitarra acustica, basso distorto e disagio. Questi gli ingredienti della terza canzone del disco. Qualunque sia il suo ruolo all’interno del mondo, nessuno è mai libero di poter realmente fare ciò che vuole… o forse questa è solo una scusa per non farlo mai realmente? Intanto il mondo interiore, quello che ognuno porta dentro sé, si impoverisce e si deteriora, fino a marcire.
SINTETICA: è stata scritta per cercare di entrare nel guinness dei primati come canzone più breve o sintetica mai stata scritta!
AMORE SPRECATO: Rivivere una storia d’amore finita si può? Forse sì, o almeno ci si può provare. Come? Cercando tra la natura un rifugio, stendendosi a terra, respirando piano e profondo, chiudendo gli occhi e….. cominciando a volare.
ROMA: quando le storie si intrecciano con i viaggi nascono canzoni d’amore. Questo è il caso di “Roma”: barriere tra persone alte come muri, braccia per aggrapparsi lunghe come ponti, tramonti come sguardi, fino a chiedersi se una città ed una persona possano essere così simili.
SIAMO; SONO; SEI: l’evoluzione vista come involuzione. Possibile? Soffrire per una partita di calcio? Perdere ore per truccarsi? Fare una passeggiata ed avere il fiatone. L’evoluzione ci ha reso succubi di un padrone che non si vede, e siamo diventati…stronzi?
THIS SONG: possono le note di una canzone sostituire le parole?
GLI ALBERI: quando la natura resta l’unica a cui affidarsi, quando in lei si cercano le risposte, quando i fasci di luce sono strade che ti indicano la direzione e tutto torna a farsi più semplice e più chiaro. A volte bastano gli alberi.