Dalla grave crisi sanitaria ed economica del Covid-19 arriva una notizia positiva dal Pecorino Romano DOP, il formaggio più importante per il comparto lattiero caseario sardo, prodotto con oltre il 60% del latte ovino e che condiziona la remunerazione del latte ai pastori. Crescono le sue vendite nel mercato interno e in export e contemporaneamente cresce anche il prezzo.

Il Centro Studi Agricoli (CSA), oggi, si pone seri dubbi sul fatto che i 14 milioni – destinati al ritiro dal mercato delle eccedenze di pecorino romano, attraverso un bando pubblico – non possano essere impiegati. Si tratta di un meccanismo attivato spesso in questi ultimi anni, da parte del Governo e di alcune Regioni, per alleggerire le eccedenze delle produzioni di formaggi come grana, parmigiano reggiano e pecorino romano, per l’appunto.

In difesa del Made in Italy, dell’alta qualità e dei marchi DOP – e sempre in trincea sulla questione dazi, senza mai abbassare la guardia – c’era anche il Consorzio di tutela del pecorino romano, rappresentato dai vicepresidenti Gianni Maoddi e Leonardo Tilocca, all’evento #Istandwithitalianfood, organizzato in occasione della IV Settimana della cucina italiana nel mondo, nel prestigioso Institute of Culinary Education di New York.