EXPORT – Per le imprese artigiane sarde a disposizione 2 milioni di
euro per “conquistare” nuovi mercati internazionali. Fondi stanziati
nella Variazione di Bilancio per spingere all’export le piccole
imprese: solo lo 0,6% di queste ha rapporti commerciali esteri. Maria
Amelia Lai e Daniele Serra (Confartigianato Sardegna): “La comunità di
intenti tra Assessorato e il mondo dell’artigianato ha dato i suoi
frutti. Presto pronti progetti e piani formativi”.
Sono 2 i milioni di euro che le imprese artigiane della Sardegna
avranno a disposizione per svilupparsi sui mercati esteri attraverso
azioni di internazionalizzazione.
I fondi sono stati messi a disposizione dalla Giunta e dal Consiglio,
con l’Assessorato al Lavoro, nella Variazione di Bilancio approvata
poche settimane fa, per promuovere e accrescere l’export delle micro,
piccole e medie imprese sarde, formare imprenditori e dipendenti e
puntare alla conquista di nuovi spazi commerciali.
Per questo, Confartigianato Imprese Sardegna esprime soddisfazione per
un risultato fortemente atteso e raggiunto grazie alla fitta serie di
interlocuzioni intraprese con l’Assessorato al Lavoro e all’impegno
mantenuto dall’Assessora Ada Lai.
“Apprezziamo lo sforzo che la Regione e l’Assessorato hanno fatto
anche in questa occasione concretizzatosi con questo importante
finanziamento – commentano Maria Amelia Lai e Daniele Serra,
Presidente e Segretario di Confartigianato Imprese Sardegna – e questo
è il frutto del dialogo quotidiano che la nostra Associazione ha
sempre avuto con tutte le Forze Politiche. Per quanto ci riguarda gli
impegni sono stati mantenuti. Ovviamente siamo solo all’inizio di un
percorso di sostegno, valorizzazione e promozione delle imprese
artigiane sarde all’estero che dovranno essere messe nelle condizioni
di promuovere e vendere i prodotti isolani nei mercati già conosciuti
e in quelli nuovi, creando, allo stesso tempo, reddito e lavoro”.
Confartigianato Sardegna, inoltre, ha apprezzato, in particolar modo,
la concretezza della Regione nel voler sostenere processi di
miglioramento delle capacità e competenze del tessuto imprenditoriale
artigiano sardo sull’internazionalizzazione delle produzioni e sullo
sguardo a mercati esteri quale potenziale sbocco delle eccellenze
isolane.
“Garantiamo fin d’ora – continuano la Presidente e il Segretario di
Confartigianato Imprese Sardegna – il massimo impegno affinché le
proposte progettuali e i percorsi formativi siano il più possibile
efficaci e rispondenti alle concrete necessità del tessuto
imprenditoriale che rappresentiamo”.
Secondo i dati dell’Ufficio Studi di Confartigianato Imprese, lo
scorso anno per le piccole e medie imprese manifatturiere della
Sardegna (al netto della lavorazione del greggio e degli oli minerali)
si è chiuso con 475milioni di euro di vendite all’estero con una
crescita del 7% rispetto al 2021. Tra le categorie di beni che hanno
trovato compratori all’estero ci sono gli alimentari con 205 milioni
(+14,9% rispetto al 2020), i prodotti del comparto moda con 19 milioni
(+5,2%), il legno-arredo con 24 milioni (+5,1%) e altri prodotti di
altre imprese manifatturiere (occhiali, gioielli, ecc) con 14milioni
(+2,9%).
“Le esportazioni dalla Sardegna rivestono un ruolo fondamentale
nell’espansione delle opportunità economiche isolane. Ci sono tanti
nuovi mercati in crescita che offrono potenziali significativi per i
produttori sardi di diversi settori – continuano Lai e Serra – è
cruciale per l’Isola diversificare le sue destinazioni di
esportazione, Gli scambi commerciali, infatti, aprono nuovi orizzonti
per i produttori e prodotti sardi, consentendo loro di accedere a
vasti mercati tuttora inesplorati con una crescente domanda di beni di
qualità”. E sono proprio qualità dei prodotti e sicurezza alimentare,
le richieste dei mercati internazionali, tutte caratteristiche proprie
del made in Sardegna e Italy e della cultura alimentare sarda e
tricolore.
“Il problema, però, sta nella capacità delle nostre aziende di saper
conquistare le piazze commerciali – continuano Presidente e Segretario
– lontane ma ricche di opportunità. Una sfida spesso difficile per le
piccole imprese sarde”.
Infatti, Confartigianato Sardegna ricorda come siano solo 633 le
aziende sarde che, nel 2022, hanno piazzato i propri prodotti
all’estero. Infatti, appena lo 0,6% delle attività imprenditoriali
isolane ha intrapreso rapporti commerciali con l’Europa e il resto del
Mondo, classificando la Sardegna al quart’ultimo posto in Italia tra
le regioni esportatrici.
“Purtroppo le aziende isolane che hanno intrapreso la via dell’export
sono ancora troppo poche – sottolinea Serra – e i numeri posizionano
l’Isola in fondo alla classifica nazionale. Questi fondi messi a
disposizione serviranno affinché il sistema imprenditoriale e le
Istituzioni possano lavorare insieme per far crescere sia i numeri
delle realtà che vogliono puntare sui mercati esteri e accrescere il
proprio giro d’affari”. “Il finanziamento della Regione, potrebbe
servire anche a incentivare il Digital Temporary Export Manager,
figura che va ulteriormente rafforzata poiché consente di non caricare
costi strutturali sulle piccole imprese e può rappresentare
un’interfaccia formativo per risorse interne all’azienda – conclude il
Segretario – è infatti importante consentire alle MPI di camminare
sulle proprie gambe, anche al fine di poter approfittare delle
occasioni offerte dall’incremento del commercio digitale”.