Palau: Isole che Parlano

Palau: Isole che Parlano

Palau, 13 settembre 2022 – La poetica ispirata alla natura che prende forma nell’incontro tra strumenti acustici ed elettronica del duo composto da Fabio Mina e Francesco Savoretti 

Palau: Isole che Parlano: i ritmi cosmopoliti e multietnici di Ayom, una delle più importanti band di world music in Europa; il progetto solista di Synne Sanden esponente di un pop d’avanguardia che unisce musica e arte, accompagnata a Isole che Parlano da una formazione speciale che ha spaziato dalla fisarmonica alla chitarra elettrica, alla moon drum; i suoni del sassofono contralto, baritono e della zampogna di Christian Ferlaino che unisce free jazz e i grandi esponenti del sax sperimentale con una matrice fortemente radicata nel mondo musicale della Calabria; il dialogo tra il suono della risacca e le improvvisazioni sulle strutture delle scale dell’Anatolia del kamancha di Melisa Yildirim e del saz modificato a doppio manico di Ahmet Ozan Baysal, due strumenti che affondano le loro radici nella memoria più antica del Mediterraneo; le voci eteree del Duo Ruut accompagnate dalla cetra da tavolo suonata a quattro mani, sviluppando così tutte le possibilità di uno strumento che, ancora una volta, appartiene alla storia della terra di origine delle musiciste; la chitarra battente di Alessandro Santacaterina che, grazie anche all’utilizzo di elettronica, loop station e percussioni, traghetta la tradizione calabrese a contatto con l’avanguardia di Bruno Madera e John Cage; il suggestivo canto del Tenore S’arborinu de Orune e del Tenore Ususule de Siniscola che ha scandito la “processione profana” che, dopo due anni di stop, ha condotto nuovamente il pubblico fino al cuore della Roccia dell’Orso; il quartetto di Yazz Ahmed, una delle nuove voci più quotate del jazz contemporaneo, maturata nella scena londinese, caratterizzata da una scrittura musicale e compositiva che spazia dalla musica medio orientale reinterpretata a contesti più “classici”, come quelli dei teatri e delle orchestre occidentali; il jazz contemporaneo ed eclettico dei Pororoca che fonde differenti generi e linguaggi, composizione e improvvisazione; e, infine, l’atteso concerto al tramonto sull’Isola di Spargi dove mare, vento e granito hanno dialogato con la tromba e l’elettronica di Yazz Ahmed, questa volta in solo.

Tutto questo e molto altro è stato il Festival Internazionale Isole che Parlano che ha regalato anche quest’anno 9 giorni – da lunedì 5 a domenica 11 settembre, con i due concerti di anteprima sabato 3 e domenica 4 settembre – di poesia e scoperte e che si è concluso, domenica sera, sulla spiaggia di Palau Vecchio con il tradizionale Saluto al mare. L’emotivo contrappunto a cappella di Synne Sanden e Julie Kleive, accompagnato dalla risacca e dal bordone vocale degli spettatori, ha congedato il numerosissimo pubblico che ha applaudito gli artisti ospiti di questa XXVI edizione in alcuni luoghi particolarmente significativi e suggestivi della costa e dell’entroterra gallurese: la Tomba dei Giganti Coddu Vecchju ad Arzachena, il sito archeologico di Palazzo di Baldu a Luogosanto, la scogliera di Tegge a La Maddalena, Cala Martinella, la scogliera di Talmone, Porto Faro, la chiesetta di San Giorgio e la Roccia dell’Orso a Palau.

Così, ancora una volta, il Festival internazionale diretto da Paolo Angeli e Nanni Angeli ha ribadito l’obiettivo che si è posto fin dalla sua nascita, nel 1996: “muoversi” tra tradizione e innovazione e dare vita a un binomio musica-natura che sia stimolo per una fruizione consapevole e attenta delle preziose risorse offerte da un territorio così ricco e allo stesso tempo delicato come quello della Gallura.

advertisement

E come sempre, grande protagonista del Festival è stata ed è anche la fotografia di reportage, con la mostra dedicata a Franco Zecchin che con Continente Sicilia ha portato a Palau il suo lavoro attento di testimone della Sicilia e della sua storia durante gli anni della guerra di mafia e del forte impegno civile, senza tralasciare aspetti riguardanti società, cultura, tradizioni e quotidianità. La mostra – che presenta una selezione di 65 immagini che vanno dal 1975 al 1994 – è a ingresso gratuito e resterà aperta a Palau negli spazi delle Sale polivalenti del Cineteatro Montiggia fino al 9 ottobre con i seguenti orari, dalle 10:00 alle 12:00 e dalle 17:00 alle 20:00. Inoltre, a partire dal 14 settembre, prenderanno il via anche le speciali visite guidate per le scuole Il suono dell’immagine a cura di Nanni Angeli.

E, infine, la sezione a cura di Alessandra Angeli dedicata al pubblico più giovane, che quest’anno ha festeggiato i suoi 18 anni con un doppio risultato: il sold out in tutti i laboratori e le iniziative proposte che, come da tradizione, si sono concentrate nei primi tre giorni della settimana, da lunedì 5 a mercoledì 7, e il coinvolgimento attivo nello staff di volontari, a supporto delle attività, di giovani che in anni passati hanno frequentato i laboratori di Isole che Parlano ai bambini.

Si chiude, quindi, un’edizione che non ha tradito le aspettative, ribadendo il ruolo di Isole che Parlano quale preziosissimo contenitore di confronto culturale tra i popoli, così come l’attenzione al “punto di vista al femminile”, che sposta l’asse delle tradizioni, orientali e nord europee, nella direzione di una nuova musica che nasce come ponte ideale tra le culture dell’Europa e le culture millenarie dell’area mediterranea. Tutto questo con una consapevolezza ecologista, fatta di suoni per lo più acustici che si confrontano con l’ambiente che li ospita in una forma di dialogo.

L’appuntamento è per il prossimo anno con la XXVII edizione del Festival Internazionale Isole che Parlano che si terrà dal 4 al 10 settembre 2023.