Ispirato alla vicenda autentica di Andrés Febrés – gesuita catalano, missionario, linguista, autore di una grammatica della lingua mapuche e di una grammatica della lingua sarda, coinvolto anni prima nello scioglimento della Compagnia di Gesù –, il romanzo di Migheli indaga sui fatti che condussero Febrés – sotto il falso nome di Bonifacio D’Olmi –, nella Cagliari capitale del Regno di Sardegna e sulla scomparsa dei suoi scritti. L’onestà intellettuale di Febrés lo porterà infatti a divenire un latitante a causa delle sue posizioni critiche nei confronti del papa e del re di Spagna e a fuggire tra Cile e Perù, Venezia e Roma, fino a cercare un ultimo rifugio in Sardegna, dove si cimenterà nella stesura di una grammatica della lingua sarda e dove entrerà in contatto con i circoli illuministici locali. Protagonista suo malgrado di un periodo torbido e fluido, la vicenda di Andrés Febrés riflette l’incertezza del suo tempo e racconta in modo affascinante la nascita delle idee che sono alla base della nostra contemporaneità.
Nicolò Migheli, sociologo e scrittore, ha al suo attivo diverse pubblicazioni di carattere scientifico, molte delle quali dedicate alla cultura, alla storia, alla tradizione di vari territori e comunità sarde. È autore di numerosi interventi e articoli su agricoltura, pastorizia, cibo e altre tematiche collegate alla conservazione e gestione dei saperi e peculiarità della Sardegna. Esordisce nella narrativa nel 2011 con il fortunato romanzo Hidalgos (Arkadia Editore), con il quale è finalista al Premio Alziator 2012, al Premio Chambéry 2013 e al Premio Cuneo, pubblicato anche in Bulgaria. Sempre per Arkadia Editore, nel 2013, partecipa all’antologia La cella di Gaudí e pubblica il romanzo La storia vera di Diego Henares de Astorga che come il precedente riscuote l’interesse e l’apprezzamento del pubblico.