Gli operatori sardi riuniti nelle sigle Cosass, Animas, Dmts, Assoartisti, Sardinia jazz Network e Agis Musica Sardegna, martedì 22 gennaio a Cagliari
Gli operatori sardi dello spettacolo manifestano contro il sistema dell’assegnazione dei contributi regionali, martedì 22 gennaio dalle 8.30 alle 15, Villa Devoto, via Oslavia a Cagliari
L’assegnazione dei contributi regionali per le attività di spettacolo viaggia, in Sardegna, per due strade parallele: i bandi pubblici regolati dalla legge 56/1990 e l’assegnazione diretta e discrezionale tramite emendamenti nella legge annuale finanziaria. Alcune realtà sarde riescono a ottenere entrambi i finanziamenti per le stesse attività.
Contro questo sistema, considerato iniquo e poco trasparente, le sigle Cosass, Animas Dmts, Assoartisti, Sardinia jazz Network e Agis Musica Sardegna appoggiate dal 90% dell’intero comparto spettacolo e cultura hanno organizzato per martedì 22 gennaio, tra le 8,30 e le 15, un presidio di protesta davanti a Villa Devoto, sede in cui si riunisce la Giunta della Regione Sardegna.
“Chiediamo alla Giunta Regionale – scrivono gli operatori in una nota – di inserire all’ordine del giorno e approvare la delibera presentata dall’assessore ai beni culturali e spettacolo Giuseppe Dessena che regolamenti e impedisca ai soggetti che ricevono contributi tramite emendamenti in Finanziaria di far domanda tramite i bandi pubblici per le stesse attività.
Negli ultimi 10 anni le giunte che si sono susseguite da Renato Soru in poi non sono state in grado di mettere mano alla legge sullo Spettacolo, unica prospettiva democratica e trasparente per lo sviluppo del sistema culturale in Sardegna, e impedire l’assegnazione di denaro tramite doppio canale.
L’uso degli emendamenti per concedere contributi solo ad alcuni operatori avvalora la tesi che lavorare al di fuori dai bandi, senza il confronto dei curriculum e della progettazione culturale, e con rendicontazioni più snelle, è la formula vincente del Furbetto del Teatrino. Quest’anno diverse compagnie ‘furbette’ riceveranno tramite emendamento un bel gruzzoletto e insieme a questo riceveranno anche, per la medesima programmazione o per una porzione ‘speciale’ della stessa, ulteriori finanziamenti grazie alla legge 56”.
“La cultura – prosegue la nota – è un bene comune per lo sviluppo del territorio sardo, e non è un bene ad personam per lo sviluppo dei propri affari e/o di quelli della propria Società o Associazione. Questa politica dei ‘furbetti del teatrino’, dell’emendamento ad personam, pesa sulle spalle e sulle tasche di tutti i contribuenti a discapito delle tante compagnie teatrali che aderiscono alle sigle Cosass, Animas Dmts, Assoartisti, Sardinia jazz Network e Agis Musica Sardegna, e che riunitesi nel 2018 al tavolo di concertazione sulla legge, e accompagnati dell’assessore regionale Giuseppe Dessena, hanno scelto di perseguire una politica culturale democratica e trasparente. E peserà soprattutto sul pubblico sardo che resterà orfano per il 2019 della variegata offerta culturale che è spesso frutto delle compagnie minori, che operano nei territori decentrati e disagiati dell’isola”.
“Per questo motivo – concludono – chiediamo al presidente Francesco Pigliaru e alla Giunta Regionale l’approvazione della Delibera dell’Assessorato allo Spettacolo e cultura per la riforma del sistema di assegnazione di contributi. Chiediamo agli amministratori regionali che venga messo un freno a questo scempio, alla reiterazione delle vecchie politiche clientelari, che anno dopo anno divide il comparto e pone gli operatori gli uni contro gli altri, indebolendo così il sistema culturale sardo che oggi più che mai necessiterebbe di una proliferazione di reti culturali e di solide e feconde collaborazioni per poter andare avanti ed esprimersi al meglio”.