Aaron Quinn e Denise Huskins sono una giovane coppia che vive in California, a Vallejo. A marzo del 2015 subiscono una terribile aggressione nella loro casa; quell’aggressione sarà l’inizio del loro incubo.
“All American Nightmare: rapimento in California”, la docu-serie
Il documentario, in streaming su Netflix da fine gennaio, racconta in tre episodi questa assurda ed inquietante vicenda.
Aaron e Denise sono nella loro abitazione quando subiscono una terribile aggressione: mentre dormono nella loro camera da letto un uomo punta loro dei laser, costringe Denise a legare Aaron e li stordisce con dei sedativi. A quel punto Denise viene rapita e Aaron viene pesantemente minacciato. Quando il ragazzo riprende coscienza decide di allertare la polizia per raccontare l’accaduto.
L’atteggiamento della polizia
La polizia mette sotto torchio Aaron e non crede a una parola del racconto che, agli occhi degli agenti, è completamente assurdo. Aaron diventa immediatamente il primo sospettato della sparizione della sua fidanzata e la sua situazione si aggrava di ora in ora.
Gli infiniti interrogatori della polizia e le minacce che Aaron subisce dagli agenti non lo fanno comunque desistere e continua a chiedere con insistenza che venga fatto il possibile per trovare Denise.
“Gone Girl”
Dopo due giorni di prigionia Denise viene liberata dal suo aguzzino che prima la costringe a spedire un messaggio vocale agli agenti dove conferma di stare bene. A questo punto la situazione si ribalta completamente e, quando Denise torna a casa, la colpa viene attribuita alla ragazza stessa.
In quel periodo al cinema veniva trasmesso il film “Gone Girl”, con Ben Affleck e Rosamund Pike, che racconta del raggiro messo in atto da Amy (Rosamund Pike) per incastrare Nick (Ben Affleck) proprio attraverso un finto rapimento.
La polizia e l’opinione pubblica americana si sono fatte suggestionare ed influenzare da una pellicola cinematografica, nonostante il dettagliato racconto di Denise relativo anche a delle violenze sessuali subìte e accertate attraverso esami medici ai quali si era immediatamente sottoposta.
Altri tentativi di rapimento
Nella cittadina di Dublin, sempre in California, a sole 40 miglia da Vallejo, si verifica un altro tentativo di rapimento esattamente dieci settimane dopo la liberazione di Denise.
Una donna, spaventata, chiama le autorità e racconta di un’aggressione subita nella propria abitazione. Il marito era riuscito ad allontanare i malviventi e il bersaglio era probabilmente la loro figlia di 22 anni. Il dipartimento di polizia riesce a risolvere il caso perché l’individuo, nell’agitato scontro con il marito della signora che aveva allertato la polizia, ha lasciato il telefono in quella casa.
Viene così arrestato Matthew Muller, un ex Marine laureato in legge ad Harvard, più volte segnalato alle forze dell’ordine come sospettato di molestie sessuali e tentati stupri.
La svolta arriva grazie alla poliziotta Misty Carausu del dipartimento di Dublin
Solo grazie alla tenacia e all’impegno della poliziotta Misty Carausu del dipartimento di Dublin, che ha dedicato il suo lavoro soprattutto a casi come questi per restituire dignità e rispetto alle donne vittime di violenze sessuali, si riuscirà a collegare questo caso a quello di Denise e a smontare, così, tutte le false accuse che la vedevano coinvolta insieme al suo compagno.
Nel 2016 Denise e Aaron hanno citato in giudizio la città di Vallejo per diffamazione; hanno patteggiato un risarcimento di 2,5 milioni di dollari. Ma, proprio come affermano i protagonisti di questa assurda vicenda:
“Se Misty non avesse collegato Muller a noi, non so dove saremmo. Ne siamo usciti per pura fortuna”.
Matthew Muller ha davvero agito da solo? Nel tentato rapimento a Dublin la signora che allerta la polizia afferma che il marito era riuscito ad allontanare i malviventi; anche Denise, nei suoi racconti, aveva parlato della presenza di altre persone coinvolte nel suo rapimento: restano comunque tanti dubbi irrisolti.
Elena Elisa Campanella