Sicilia domani progetto nazionale recupero
Tutti insieme, per tutelare la biodiversità! L’Olea europea rischiaval’estinzione. Ora non più!
Fortunata Flora Rizzo (Vice Presidente Nazionale Archeoclub d’Italia
– Presidente Archeoclub D’Italia sede di Cefalù) : “Ritrovata
l’Olea europea leucocarpa, Olivo della Madonna. Rischiava
l’estinzione! Il suo olio veniva usato per alimentare le lampade delle
chiese. Andò in disuso con l’arrivo dell’energia. Lo abbiamo
recuperato per tutelare la biodiversità. Sabato conferenza a Cefalù
per coinvolgere le 18 Diocesi siciliane. Lo faremo su un territorio
duramente colpito dagli incendi di Luglio. Con noi saranno – S.E.R.
Mons. Giuseppe Marciante, Vescovo di Cefalù, Delegato CESi per i
problemi sociali, del lavoro, giustizia e pace e Salvaguardia del Creato
– S.E.R. Mons. Francesco Milito, Vescovo di Oppido Mamertina – Palmi
Delegato CEC per i Problemi sociali, del lavoro, giustizia e pace e
Salvaguardia del Creato – Anna Maria Rotella, l’archeologa che ha
ritrovato dopo anni di ricerca l’Olea europea Leucocarpa”.
Il progetto di riproduzione della pianta vedrà il coinvolgimento dei
reclusi negli Istituti Penitenziari.
DOMANI – Sabato – 16 Settembre – Ore 10 – presentazione nazionale
del progetto – presso il Santuario di Gibilmanna – Cefalù –
Sicilia.
“Salviamo la biodiversità della nostra Italia! Salviamo la memoria
storica! Noi lo facciamo e lo facciamo in luoghi fortemente simbolici.
L’archeologa, Anna Rotella, ha ritrovato l’Olivo dal quale si
ricavava l’olio per l’alimentazione delle lampade di chiesa. Con
l’avvento dell’energia, questo olio è andato in disuso e dunque la
pianta era in estinzione. Sabato 16 settembre, a Cefalù, presso il
Santuario di Gibilmanna, si svolgerà il Convegno Nazionale
dell’Archeoclub d’Italia: “L’Olivo della Madonna: varietà
Leucocarpa. Percorso di valorizzazione e speranza”. L’evento era
stato già programmato prima degli incendi di Luglio che hanno
interessato proprio il territorio nei pressi del quale sorse il
Santuario, ma adesso assume una valenza maggiore. La conferenza è
organizzata in collaborazione con la Diocesi di Cefalù, con le Sedi
locali dell’Archeoclub d’Italia di Cefalù e di Vibo Valentia e con
la partecipazione della Diocesi di Oppido Mamertina – Palmi. Il
convegno rappresenta un momento rilevante di un articolato progetto che
prende origine dall’esigenza di far conoscere e salvaguardare la
cultivar Olea europaea Leucocarpa, conosciuta popolarmente come
“L’Olivo della Madonna”, oggi a rischio di estinzione”. Lo ha
annunciato Fortunata Flora Rizzo, Vice Presidente Nazionale di
Archeoclub D’Italia e Presidente Archeoclub D’Italia sede di
Cefalù.
DOMANI – Sabato 16 Settembre – ore 10 – “L’Olivo della Madonna:
varietà Leucocarpa. Percorso di valorizzazione e speranza”.
Interverranno: S.E.R. Mons. Giuseppe Marciante, Vescovo di Cefalù,
Delegato CESi per i problemi sociali, del lavoro, giustizia e pace e
Salvaguardia del Creato che si soffermerà sul tema – “L’olivo, una
pianta che accomuna i popoli del Mediterraneo” – ma anche S.E.R. Mons.
Francesco Milito, Vescovo di Oppido Mamertina – Palmi Delegato CEC per
i Problemi sociali, del lavoro, giustizia e pace e Salvaguardia del
Creato “Nascita e diffusione del progetto dell’olivo della Madonna
presso le chiese di Calabria”. Ci sarà l’archeologa Anna Maria
Rotella che dopo anni di ricerca è riuscita a ritrovare l’Olivo e
illustrerà il progetto di coinvolgimento degli Istituti carcerari
nell’attività di riproduzione dell’albero. Sarà presente anche
Rosario Santanastasio, Presidente Nazionale di Archeoclub D’Italia che
si soffermerà sul progetto – Bust Busters – che ha visto il
coinvolgimento dei ragazzi dell’Area Penale di Napoli.
Il ritrovamento dopo anni di accurata ricerca
“Grazie alle ricerche dell’archeologa calabrese Anna Maria Rotella,
divulgate a cura della sede Archeoclub d’Italia di Vibo Valentia –
ha continuato Fortunata Flora Rizzo – la nostra Associazione è stata
in grado di conoscere questa antica realtà, ed ha deciso di
condividerne gli sviluppi e le finalità, a cominciare dal
coinvolgimento delle proprie Sedi locali delle diverse Regioni italiane.
L’albero d’olivo, in tutte le sue varietà, è una delle colture che
meglio rappresenta il paesaggio agrario mediterraneo, ed è facile
comprendere come da sempre i diversi popoli che hanno abitato queste
terre abbiano avuto con il possente albero un rapporto privilegiato, per
motivi sia alimentari sia altrimenti pratici, proprio perché l’olio
d’oliva – assieme al grasso animale – è stato per lungo tempo il
combustibile privilegiato per l’illuminazione notturna degli ambienti.
Grazie alla ricerca portata avanti negli ultimi cinque anni
dall’archeologa calabrese Anna Maria Rotella, Vicepresidente della
nostra sede di Vibo Valentia, oggi possiamo affermare che il trasparente
e poco denso olio ottenuto dalle bianche drupe della Leucocarpa, col
particolare suo pregio di bruciare con pochissimo fumo, in qualche
momento della storia del Mediterraneo, ancora non esattamente databile,
è diventato il combustibile ideale per alimentare le lampade impiegate
negli antichi luoghi di culto, particolarmente carenti di aerazione. La
specificità di quest’olio ha fatto la sua grande fortuna,
decretandone la diffusione in tutti gli areali olivicoli in qualche modo
legati ai luoghi di culto e alla fede, così come chiaramente
testimoniano i rinvenimenti della secolare cultivar nella maggior parte
dei paesi della Calabria, e come si ipotizza possa essere stato anche in
altre regioni”.
Tutto parte da quel Sud fatto anche di persone che vogliono tutelare il
patrimonio naturalistico, con il coinvolgimento di reclusi in Istituti
Penitenziari.
A partire dal territorio calabrese, dal 2020, nella ricorrenza della
giornata mondiale del “Tempo per la Cura del Creato”, l’Archeoclub
d’Italia sede di Vibo Valentia, in collaborazione con la Commissione
Regionale della Calabria per i problemi sociali e gli Uffici Diocesani
calabresi, hanno avviato la campagna di piantumazione di un “Olivo
della Madonna” nei pressi di ogni chiesa. Tale iniziativa persegue il
duplice obiettivo di “ridare voce” allo strettissimo rapporto
intercorso nel tempo tra l’“Olivo della Madonna” – ha proseguito
– Fortunata Flora Rizzo – e la gran fede popolare, e di “stimolare”
la diffusione della cultivar per salvarla dall’estinzione. Il progetto
di salvaguardia prevede che, in tempi brevi, la piantumazione
dell’”Olivo della Madonna” presso le chiese possa essere fatta anche
con il coinvolgiomento di reclusi degli Istituti penitenziari;
all’interno delle strutture carcerarie, infatti, la fase di
riproduzione per innesto sarà preceduta da una serie di incontri di
accompagnamento alla conoscenza degli aspetti
storico[1]archeologici-religiosi legati all’olivo e all’olio, e
inoltre sulla storia e il ruolo dell’Olea europaea Leucocarpa nella
tradizione popolare calabrese. I detenuti saranno introdotti all’arte
dell’innesto e avranno cura di seguire per i primi due anni di vita le
fasi di crescita dei giovani alberelli; in seguito si procederà
all’affidamento/donazione delle piantine alle istituzioni religiose,
che procederanno alla piantumazione. In questo percorso, l’arte
dell’innesto rappresenta occasione di lavoro, di conoscenza di sé e
della possibilità di riflessione su come sia possibile operare
attivamente sul cambiamento quando questo è occasione di crescita.
Il 16 Settembre, in Sicilia, a Cefalù saranno a confronto esperti di
tutela e salvaguardia, ma anche associazioni ed enti civili e religiosi.
L’obiettivo è quello di coinvolgere le 18 Diocesi siciliane.
Saranno presenti – Stefania Randazzo, Presidente dell’Archeoclub
d’Italia – Sede di Cefalù Prof.ssa Anna Murmura, Presidente
dell’Archeoclub d’Italia – Sede di Vibo Valentia, Daniele
Tumminello, Sindaco di Cefalù.
Interverranno grandi esperti come Paola Puma, Docente Università degli
Studi di Firenze “Per un percorso di valorizzazione territoriale
dell’oliva bianca in Calabria” – Fra Salvatore Vacca, ofm cap,
Responsabile Servizio Pastorale Cultura e IRC della Diocesi di Cefalù
“Gibilmanna: l’offerta dell’olio alla Madonna” .
“Il Convegno metterà a confronto studiosi ed esperti di tutela,
salvaguardia e valorizzazione della cultivar, oltreché associazioni ed
enti civili e religiosi, nella prospettiva di coinvolgere nel progetto
generale le 18 diocesi siciliane e, man mano, gli altri territori
nazionali. Il Convegno, per le sue finalità divulgative e di
sensibilizzazione, è stato progettato con un approccio trasversale a
diversi ambiti culturali come quelli storici, archeologici,
naturalistici, agronomici, ambientali, sociali e religiosi. Il tema del
Convegno, è già stato condiviso e promosso dall’Archeoclub
d’Italia e da alcune delle Sedi locali – ha concluso Fortunata Flora
Rizzo, Vice Presidente Nazionale di Archeoclub D’Italia – a
cominciare dalla sede locale di Vibo Valentia, dalla sede locale Area
Integrata dello Stretto e dalla Sede locale di Cefalù. Il
coinvolgimento della Diocesi di Oppido Mamertina – Palmi con il
Vescovo S.E.R. Monsignor Francesco Milito da parte della sede Archeoclub
d’Italia di Vibo Valentia, e il successivo coinvolgimento della
Diocesi di Cefalù, con il Vescovo S.E.R. Monsignor Giuseppe Marciante
da parte della Sede Archeoclub d’Italia di Cefalù, si sono rivelati
fondamentali per la conoscenza, lo sviluppo e la diffusione di questa
particolare pianta d’Olivo che ci si augura possa essere reintrodotta
e valorizzata per la sue caratteristiche botaniche e organolettiche, per
la sua tradizione di fede e di storia, e infine, come elemento non
trascurabile per la sua bellezza”.
L’evento è ovviamente aperto alla stampa. Sabato 16 Settembre alle
ore 10 inizio con – Saluti istituzionali Dott.ssa Stefania Randazzo,
Presidente dell’Archeoclub d’Italia – Sede di Cefalù Prof.ssa Anna
Murmura, Presidente dell’Archeoclub d’Italia – Sede di Vibo Valentia
Prof. Daniele Tumminello, Sindaco di Cefalù Dott. Rosario
Santanastasio, Presidente Nazionale dell’Archeoclub d’Italia