Dopo anni di tagli al CTO di Iglesias e al Sirai di Carbonia, tra chiusure e mancate aperture di servizi nuovi e ben organizzati, con la logica di concentrare i servizi sanitari in un ospedale unico, i risultati sono sotto gli occhi di tutti.
Il CTO di Iglesias ed il Sirai di Carbonia sono in parte chiusi e in parte implosi. I due comuni sono stati messi l’uno contro l’altro per l’accaparramento dell’ospedale unico, secondo i piani della politica di questi anni.
Ciò che la politica ignora è che il vastissimo territorio del Sulcis Iglesiente necessita dei due ospedali efficienti Ai politici a poco è servito l’effetto della chiusura del Pronto Soccorso del CTO, in certi periodi, con l’implosione del Servizio di Emergenza Urgente del Sirai.
L’incapacità della politica a gestire la Sanità, lo conferma ancora oggi la neo assessora alla Politiche sociali Angela Scarpa del comune di Iglesias, con la proposta di “programmazione di tutte le iniziative necessarie per destinare l’ex Casa Serena, nel centro di Iglesias, all’ospedale unico”.
Sanità e “guerre di campanile”
La Rete Sarda ritiene scellerata questa proposta. Ancora una volta si ignorano le esigenze sanitarie del territorio. Ma soprattutto le difficoltà nei tempi, nei costi e nella riorganizzazione di un nuovo ospedale.
La Sanità non può essere oggetto di “guerre di campanile” per l’accaparramento dell’ospedale unico. La Rete Sarda ribadisce gli anomali orientamenti di investimento del Pnrr per la Missione 6 Salute: Investimenti in infrastrutture e in tecnologia. Quindi ancora mattoni e cemento. Non un cenno alla carenza del personale sanitario. La Sanità in Sardegna necessita di medici e di infermieri senza i quali la stessa tecnologia non può funzionare. Non vorremmo che dietro i 15,63 miliardi del Pnrr, di cui una parte da destinare alle infrastrutture, si celassero forti interessi edilizi in nome della Sanità.