Iglesias: la storia di Don Roberto Sciolla, parroco del Cuore Immacolato di Maria e direttore della Casa “Santo Stefano”, su www.unitineldono.it . Al via la campagna di comunicazione CEI #UNITIPOSSIAMO
La storia di Don Roberto Sciolla, parroco del Cuore Immacolato di MariaTorna lo spot Cei sul sostegno alla missione dei preti diocesani.
Al via a novembre la campagna 2022 declinata su tv, web e stampa
Tra i 33mila preti diocesani segnaliamo in Sardegna, Don Roberto Sciolla, parroco del Cuore Immacolato di Maria e direttore della Casa “Santo Stefano”, in missione per far incontrare e riconoscere le persone.
Al via a Novembre la Campagna 2022
Testimoni del Vangelo, ogni giorno ci offrono il loro tempo, ascoltano le nostre difficoltà e incoraggiano percorsi di ripresa.
Sono i nostri sacerdoti che si dedicano a tempo pieno ai luoghi in cui tutti noi possiamo sentirci accolti e si affidano alla generosità dei fedeli per essere liberi di servire tutti.
Le Offerte rappresentano un modo per esprimere il nostro grazie a coloro che non solo rispondono alle molte emergenze innescate dalle crisi sociali ed economiche, ma sostengono quotidianamente i propri fratelli in difficoltà.
I nostri preti, infatti, sono sempre al nostro fianco ma anche noi possiamo far sentire loro la nostra vicinanza.
#UNITIPOSSIAMO
#UNITIPOSSIAMO è l’hashtag della nuova campagna della Conferenza Episcopale Italiana che intende sensibilizzare i fedeli e si sofferma sul valore della donazione.
I sacerdoti non sono i soli protagonisti, ma condividono questo ruolo con l’intera comunità.
“La campagna 2022 fa perno sulla comunità e sul suo valore nella società. Abbiamo pensato che fosse giusto ed efficace dare spazio e visibilità –
spiega il responsabile del Servizio Promozione per il sostegno economico alla Chiesa cattolica, Massimo Monzio Compagnoni –
non solo ai sacerdoti ma anche a quelle realtà che, grazie ai propri pastori, sono sempre più unite nei valori cristiani, e che senza il loro prezioso punto di riferimento non potrebbero sopravvivere.
Lo spot ruota intorno al concetto dell’unione e degli obiettivi che si possono raggiungere insieme.”
Spot tv, radio, web e stampa
Ideata e prodotta da Casta Diva Group la campagna della Conferenza Episcopale Italiana https://www.unitineldono.it/unitipossiamo/, on air da novembre, si snoda tra spot tv, radio, web, stampa e racconta, attraverso scorci di vita quotidiana, il ruolo chiave della “comunità”:
dalle attività del doposcuola alle partite di calcio nell’oratorio, dall’impegno dei volontari a quello degli anziani, dall’assistenza all’ascolto dei più bisognosi.
Comunità che sono vere e proprie protagoniste, motori delle numerose attività, coese intorno al proprio parroco, un amico cui rivolgersi nel momento del bisogno e con cui condividere i momenti importanti della propria vita.
La storia di Don Roberto Sciolla
E di bisogni svariati ne incrocia quotidianamente, nel corso della missione sacerdotale, Don Roberto Sciolla, parroco del Cuore di Maria in Iglesias e direttore della Casa di accoglienza “Santo Stefano” della Caritas diocesana a Iglesias, fuori dalle mura ai piedi del colle del Buon Cammino, realtà fondata dal sacerdote nel 1996 e condotta grazie alla disponibilità di decine di volontari.
La storia del Don è del resto intimamente legata al territorio e alle tante fragilità umane che l’attraversano.
Nato a Fordongianus, piccolo comune in provincia di Oristano, nella regione storica del Barigadu, alla fine degli anni ’40, per 18 anni ha accompagnato il servizio pastorale in parrocchia con il lavoro manuale nei magazzini della Coop.
Nel 1993 il vescovo di Iglesias dell’epoca, mons. Arrigo Miglio, nominato Cardinale da Papa Francesco lo scorso 27 agosto, lo chiama alla guida della Caritas diocesana che condurrà per due decenni.
In questo servizio alla Diocesi nasce anche l’iniziativa della Casa di Accoglienza.
Le dichiarazioni di Roberto Sciolla
“Ho cercato di promuovere questo servizio di accoglienza per rispondere a una obiettiva necessità e infatti la Casa ha ormai ospitato centinaia di persone in oltre venticinque anni di attività –
spiega Don Roberto Sciolla a Manuela Borraccino nel filmato “Iglesias, la casa dove si impara ad accogliersi” che si può vedere al link https://www.unitineldono.it/le-storie/a-iglesias-la-casa-dove-si-impara-ad-accogliersi-gli-uni-gli-altri/ –,
un progetto che abbiamo svolto con intento pedagogico nei confronti dei volontari e anche dei giovani del servizio civile”.
Le dichiarazioni degli operatori della Casa
Una testimonianza quotidiana, quella portata avanti dagli operatori della Casa, segnatamente dai volontari, che esalta genuini rapporti umani e alimenta il circuito della solidarietà.
Lo sa bene Marco che grazie alla Casa è riuscito a emergere da un periodo di grande difficoltà economica e familiare:
“Avevo perso casa, lavoro, famiglia, ma grazie a Don Roberto sono riuscito a trovare una sistemazione in questa struttura; mi è piaciuto tutto, anche se non da subito”.
E di certo lo sanno bene anche i volontari come Guido:
“Mi sento appagato dal rapporto umano che c’è con queste persone che provengono da tutti gli strati sociali e arrivano da tanti luoghi diversi. Noi, quando li vediamo, pensiamo solo ad aiutarli”.
Una sensibilità verso l’altro che si esprime nella concretezza dell’ospitalità e nella suggestione di costruire, a partire dall’offerta di un tetto, incontri e relazioni intessuti di quel profondo senso di umanità che arricchisce l’esistenza e ispessisce le storie di significati.
“Ho imparato ad ascoltare delle persone che avevano la necessità di sentirsi trattare di nuovo come tali – spiega Alessandro, volontario del servizio civile nel 2007 – e se all’inizio ero venuto per arrotondare i miei guadagni mensili, ho capito che questa esperienza mi è servita per abbattere barriere, pregiudizi ed etichette”.
La missione
La Casa perpetua così la sua missione di far condividere percorsi di vita a persone che altrimenti vivrebbero lungo sentieri vicendevolmente inaccessibili. Un compito arricchito dalla scelta di accogliere anche i detenuti che hanno ottenuto la possibilità di misure alternative alla pena detentiva, un altro muro abbattuto.
“Molti di loro – aggiunge Guido – dopo aver concluso il circuito del recupero, addirittura vengono di loro spontanea volontà e si mettono a disposizione”.
Un cammino sospinto dal Don che in questa struttura ha seminato il valore profondo della semplicità evangelica: “Siamo in una casa di accoglienza reciproca perché ci accogliamo reciprocamente, è una bella esperienza per tutti”.
Non solo video ma anche carta stampata per la campagna #UNITIPOSSIAMO.
“Ci sono posti che esistono perché sei tu a farli insieme ai sacerdoti” o “Ci sono posti che non appartengono a nessuno perché sono di tutti” sono alcuni dei messaggi incisivi al centro della campagna stampa, pianificata su testate cattoliche e generaliste, che ricorda nuovamente i valori dell’unione e della condivisione.
Sono posti dove si cerca un aiuto, un sorriso, una mano, un’opportunità, o, semplicemente un amico. “Sono i posti dove ci sentiamo parte di una comunità”.
Sul web e sui social sono previste alcune pillole video “Perché dono”, brevi filmati in cui alcuni donatori spiegano il perché della loro scelta di sostenere i sacerdoti e il rilievo che questi assumono nelle loro vite. Giovani, adulti, anziani con l’obiettivo comune di contribuire a sostenere i nostri preti, figure umili ma straordinarie.
A supporto della nuova campagna anche la pagina https://www.unitineldono.it/dona-ora/ in cui sono indicate le modalità per le donazioni.
Le Offerte per i sacerdoti
Le Offerte per i sacerdoti, diverse da tutte le altre forme di contributo a favore della Chiesa cattolica, sono espressamente destinate al sostentamento dei preti diocesani.
Dal proprio parroco al più lontano.
L’Offerta è nata come strumento per dare alle parrocchie più piccole gli stessi mezzi di quelle più popolose, nel quadro della ‘Chiesa-comunione’ delineata dal Concilio Vaticano II.
Le donazioni vanno ad integrare la quota destinata alla remunerazione del parroco proveniente dalla raccolta dell’obolo in chiesa.
Ogni sacerdote infatti può trattenere dalla cassa parrocchiale una piccola cifra (quota capitaria) per il proprio sostentamento, pari a circa 7 centesimi al mese per abitante. In questo modo, nella maggior parte delle parrocchie italiane, che contano meno di 5 mila abitanti, ai parroci mancherebbe il necessario.
Destinate all’Istituto Centrale Sostentamento Clero, le offerte permettono di garantire, in modo omogeneo in tutto il territorio italiano, il sostegno all’attività pastorale dei sacerdoti diocesani. Da oltre 30 anni, infatti, questi non ricevono più uno stipendio dallo Stato, ed è responsabilità di ogni fedele partecipare al loro sostentamento.
Le offerte raggiungono circa 33.000 sacerdoti al servizio delle 227 diocesi italiane e, tra questi, anche 300 preti diocesani impegnati in missioni nei Paesi del Terzo Mondo e circa 3.000, ormai anziani o malati dopo una vita spesa al servizio degli altri e del Vangelo.
Per maggiori informazioni:
https://www.facebook.com/unitineldono
https://twitter.com/Uniti_nel_dono