L’autotrasporto per la prima volta in questi 15 anni di monitoraggio supera il numero di morti in edilizia, il livello di sfruttamento in questa categoria supera davvero ogni immaginazione, carichi di lavoro insopportabili e uno sfruttamento incredibile a vederli sembra di assistere a un film di Charlie Chaplin degli anni trenta nella “catena di montaggio” di Tempi Moderni.
L’edilizia ha un calo molto forte delle morti sul lavoro, in questi primi tre mesi del 2022, ha il 10,5% sul totale. In tutta onestà non mi spiego questo forte calo, speriamo non sia dovuto alla casualità, ma a interventi più efficaci sulla sicurezza nei cantieri. L’industria (di tutte le categorie) ha pochissimi casi, che si contano sulle dita di una mano. I controlli sindacali, la collaborazione delle aziende, i rappresentanti della Sicurezza, l’accresciuto interesse mediatico verso queste tragedie, stanno facendo la differenza nelle aziende con più di 15 dipendenti. Ma ci sono una miriade di morti sul lavoro tra gli artigiani e i dipendenti di queste piccole aziende, che muoiono numerosissimi nei modi più disparati. Ma qui non arrivano le risorse che lo Stato mette a disposizione per la Sicurezza attraverso i suoi Istituti. Sorrido amaramente quando leggo di cali e aumenti delle vittime fatti su dati parziali, di indici occupazionali, quando almeno il 30% di morti riguardano lavoratori in nero o con assicurazioni diverse da quella dell’INAIL. Se lo Stato non fa chiarezza con i suoi Istituti e sugli interventi, come dovrebbero farlo Regioni e Comuni, che dovrebbero mettere dei “paletti” e verificare Chi e Come esegue i lavori sul proprio territorio, non potrà mai esserci un calo delle morti sul lavoro, perché gli interventi vengono fatti su raccolta dati sottostimati e sbagliati. Tanti i giardinieri e boscaioli, molti in nero sono morti in questi primi mesi travolti dagli alberi che tagliavano o caduti da piattaforme. Ricordiamoci che è disumano far svolgere lavori pericolosi a persone anziane (perché questo sono), un morto su cinque sui luoghi di lavoro ha più di 61 anni. E’ opportuno che questi lavoratori vadano in pensione prima, e in questi anni l’età della pensione è stata continuamente allungata.
Carlo Soricelli, curatore dell’Osservatorio nazionale di Bologna morti sul lavoro