Giornata nazionale del terapista occupazionale
L’art.25 dello statuto AITO cita che “è istituita la giornata nazionale del Terapista occupazionale che si celebrerà il 24 maggio di ciascun anno”.
Sono 8 i terapisti occupazionali in Sardegna, pochi, troppo pochi per rispondere al bisogno di salute, anzi, di benessere del singolo cittadino e dell’intera comunità. Il terapista occupazionale si occupa, per esempio, “delle limitazioni nello svolgere anche semplici azioni quotidiane” citate dal Ministro Speranza nella Giornate delle persone con disabilità, di ridurre l’impatto negativo del Long covid sulle attività significative nella giornata, di diminuire il livello di sostegno che i bambini con disabilità possono richiedere durante la scuola impegnandosi perché raggiungano il loro pieno potenziale e di assicurare, in ambito palliativo, il mantenimento del livello di abilità il più a lungo possibile.
Gli individui hanno la necessità di impegnarsi in occupazioni con altri che condividono esperienze, interessi, valori o obiettivi comuni. E mai, come nell’ultimo anno, ci siamo potuti rendere conto dell’importanza del poter svolgere le occupazioni, i nostri interessi, dell’importanza di mantenere i nostri ruoli. La terapia occupazionale è una professione sanitaria che consente alle persone di partecipare alle attività della vita quotidiana al meglio delle loro capacità nonostante la loro condizione, la progressione della malattia, i limiti di attività o le restrizioni alla partecipazione.
Il terapista occupazionale
I terapisti occupazionali sono abili ed esperti nel consentire alle persone di adattarsi ai loro mutevoli livelli di abilità. La terapia occupazionale è spesso sottostimata, ancorata a un passato in cui era associata ai laboratori di “cestini e ceramica”, ad attività prevalentemente ricreative, sottoutilizzata, limitata alle ultime fasi di ricovero o ad alcuni ambiti ristretti, depotenziata con spazi o rapporto terapista/paziente non adeguati alla pratica.
Il terapista occupazionale deve essere presente nelle diverse fasi del percorso, dall’esordio al rientro in comunità, contribuire alla pianificazione delle dimissioni, svolgere valutazioni domiciliari e partecipare alla scelta degli ausili, esaltare gli aspetti motivazionali e le potenzialità di adattamento dell’individuo, deve potersi assicurare che la persona abbia tutti gli strumenti che le consentono di continuare/vivere impegnati nelle attività quotidiane, nel proprio ambiente.
Il terapista occupazionale ascolta la storia della persona, osserva ciò che è in grado di fare e discute ciò che è significativo o importante per lei a livello fisico, sociale e emotivo. Il terapista occupazionale stabilisce gli obiettivi con la persona e, se necessario, con la sua famiglia. Gli obiettivi potrebbero essere legati alla capacità di fare la doccia o di alzarsi dal letto, l’uso del telefono, lo svolgimento delle faccende domestiche, l’utilizzo di un ausilio, la pianificazione del lavoro, la ripresa degli hobby. Sono variegati perché basati sugli interessi della persona.
Auguriamo perciò, a 24 anni dalla pubblicazione del profilo professionale nella Gazzetta Ufficiale n.119/97, l’aumento del fabbisogno formativo e l’implementazione dei piani di fabbisogno del personale, perché venga inclusa finalmente la nostra figura, come richiesto espressamente anche in diversi report dell’OMS (es: 2011[1], 2020[2]).
Una presenza più consistente dei Terapisti occupazionali negli organici consentirebbe inoltre di raggiungere con maggior efficacia gli obiettivi del PNRR (potenziamento reti territoriali, sviluppo delle cure intermedie). Per saperne di più, domenica 23 alle ore 11.30, diretta FB pagina AITO – ASSOCIAZIONE ITALIANA TERAPISTI OCCUPAZIONALI.