Un programma ricco, che tocca davvero tutti gli aspetti dell’atletica e sintetizzabile in una parola: cambiamento.
L’atletica contemporanea, ma soprattutto l’atletica stravolta come tutta la nostra quotidianità dalla pandemia, va ripensata sotto una diversa lente d’ingrandimento, sulla base di proposte innovative che possano restituire alla “regina degli sport” quel ruolo che in Italia ha avuto sul finire del secolo scorso, quand’era seconda nell’attenzione generale solamente al calcio.
La proposta del dirigente spezzino, campione europeo dei 10000 nel 1986, si basa su un assunto: la Fidal ha al suo interno le risorse necessarie per operare i cambiamenti richiesti. Innanzitutto dal punto di vista economico, con oltre 29 milioni di euro di budget che vanno però redistribuiti in base alle vere esigenze di tutto l’apparato.
Ogni capitolo di spesa della Fidal attuale è stato analizzato e sono stati identificati quei settori che hanno più bisogno d’investimenti, valorizzando ad esempio le risorse interne, incentivando il settore tecnico con un deciso cammino verso la sua professionalizzazione, garantendo una stabilità economica agli atleti ma soprattutto investendo sulle società, vero motore pulsante di tutta l’attività.
Attualmente, fra spese di viaggio, eventi internazionali, costi del personale e consulenze viene speso oltre il 48% del budget, è chiaro che è necessaria una completa spending review per ridare slancio a tutto il movimento.
Il programma nella sua complessità tende a cambiare l’atletica italiana alle sue basi e avrà quindi bisogno di tempo per essere sviluppato, andando a toccare ogni ambito: dall’atletica d’elite a quella giovanile e amatoriale, dalle specialità su pista a quelle su strada e offroad, dalla comunicazione da rendere più fresca e immediata attraverso tutti i canali ai giudici, senza dimenticare il rapporto con la scuola che deve essere ripensato partendo dalle realtà periferiche, in ogni angolo del nostro Paese.
Verranno istituiti corsi di aggiornamento e formazione a vari livelli e varie forme d’investimento, cercando anche nuove strade di promozione per restituire all’atletica il ruolo che le compete.
La macchina è pronta, deve solamente essere messa in moto, la speranza è che avvenga il prossimo 31 gennaio.