Preoccupato per i forti ritardi sull’attuazione degli interventi di bonifica e riconversione industriale del sito industriale di Porto Torres, previsti nel Protocollo d’Intesa del 2011, ho ritenuto, assieme ai colleghi del Gruppo Lega-Salvini Premier-Partito Sardo d’Azione, presentare una interrogazione ai Ministri dell’Ambiente e dello Sviluppo economico, così come di seguito esplicitata.
Premesso che:
il sito di interesse nazionale (SIN) di Porto Torres (Sassari), istituito con legge 31 luglio 2002, n. 179, e la cui perimetrazione è stata ridefinita con decreto del Ministero dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare 21 luglio 2016, n. 211, insiste su un territorio prospiciente l’area marina protetta del Parco Nazionale dell’Asinara e si estende in una superficie di oltre 4.500 ettari di cui 1.800 ettari contengono un’area industriale, inclusi i 1.200 ettari in capo all’ENI e sue controllate;
ad ottobre 2009 è stato siglato un accordo di programma tra Ministero dell’ambiente, Regione Sardegna, Provincia di Sassari, Comuni di Porto Torres e di Sassari per definire gli interventi di messa in sicurezza e bonifica nel SIN, che individua, quale soggetto responsabile del coordinamento e della vigilanza, il direttore generale del servizio qualità della vita del Ministero;
il 26 maggio 2011 è stato sottoscritto un protocollo d’intesa per la “chimica verde a Porto Torres” tra Presidenza del Consiglio dei ministri, Ministeri dell’ambiente, dello sviluppo economico, del lavoro e delle politiche sociali e delle politiche agricole alimentari e forestali, Regione Sardegna, Provincia di Sassari, Comuni di Porto Torres e di Alghero, sindacati e le società ENI, Novamont, Polimeri Europa, Syndial e Enipower, con l’impegno a realizzare, entro il 2016, un progetto di riconversione industriale con impianti per la chimica verde e produzione di bioplastiche e biocombustibili e la costruzione, da parte di Enipower, di una centrale a biomasse nonché interventi di bonifica delle acque di falda e dei suoli contaminati;
considerato che:
le principali criticità ambientali del SIN sono riconducibili soprattutto alle attività industriali del polo chimico, sia quelle dismesse che quelle in attività, e che la popolazione è fortemente preoccupata della correlazione tra l’incidenza di malattie tumorali e i disastri ambientali dell’industria chimica “pesante”;
con sentenza del TAR Sardegna del 27 maggio 2020, sono state indicate responsabili dei disastri ambientali di un’ampia parte dell’area industriale di Porto Torres alcune società controllate da ENI;
ENI Rewind ha dichiarato che le risorse impiegate per le attività di risanamento ambientale in alcuni comparti nel SIN di Porto Torres, fino al dicembre 2019, ammontano a 368 milioni di euro e che per il completamento degli interventi si prevede una spesa di ulteriori 218 milioni, mentre altri 230 milioni di euro saranno investiti per la gestione degli impianti nei prossimi 15 anni,
si chiede di sapere:
se i Ministri in indirizzo siano a conoscenza della situazione descritta e come intendano procedere al fine di verificare le cause e soprattutto le responsabilità oggettive dei ritardi nella realizzazione di quanto previsto sia nell’accordo di programma che nel protocollo d’intesa per la “chimica verde”, richiamando tutte le parti firmatarie al rispetto degli impegni assunti;
se e come intendano intervenire per verificare se gli interventi da realizzare siano ancora attuali ed attualizzabili o per valutare l’opportunità di destinare le somme in opere ed impianti con maggiore tasso di innovazione e ritorno sociale o comunque di procedere con una rimodulazione a favore di progetti cantierabili nell’immediato;
se intendano intervenire per snellire la burocrazia e gli iter autorizzativi per favorire gli interventi di bonifica ed eventualmente, se opportuno anche alla luce della mappatura puntuale effettuata dalle amministrazioni competenti sullo stato di inquinamento del luogo, valutare una revisione della perimetrazione del SIN;
se intendano intervenire, anche rimodulando il protocollo di intesa, al fine di impegnare ENI nella bonifica delle aree di propria competenza e nella realizzazione della riconversione industriale del sito di Porto Torres, anche riprogrammando i progetti della chimica verde.