Quando non si può programmare e a comandare e dettare i tempi è la burocrazia? E quando si cammina a tentoni perché abbiamo un comparto dove non si conoscono i dati fondamentali? Si può restare 500 giorni in attesa per avere delle compensazioni dovute ad eventi atmosferici eccezionali avvenuti da oltre 800 giorni? (ad oggi sono state liquidate solo circa 30 domande su oltre 10 mila presentate).
I tempi della politica condotta dalla burocrazia sono il patibolo delle impresa che invece devono confrontarsi con concorrenti e un mercato dinamici e veloci.
Due anni e mezzo sono un’eternità, a distanza dei quali è impossibile quasi parlare di aiuti, visto che in questo lungo intervallo di tempo le gravi perdite causate da nevicate, trombe d’aria, gelate e siccità hanno condannato l’impresa, quelle più danneggiate e deboli, al fallimento.
Il ritardo sulla liquidazione dei 38 milioni (tra finanziamento regionale e statale) non hanno giustificazione e “devono essere di monito per la nuova Giunta – afferma il presidente di Coldiretti Sardegna Battista Cualbu -. E’ una delle impellenze da risolvere in tempi rapidi. E’ un banco di prova che non può essere fallito e che non ammette alibi di nessun tipo”.
Nel frattempo infatti le aziende agricole hanno dovuto affrontare altri duri eventi calamitosi, come le continue e violente precipitazioni dello scorso anno accompagnate anche da alluvioni e tornado.
“Ormai l’agricoltura è in balia degli eccessi dei cambiamenti climatici – afferma il direttore di Coldiretti Sardegna Luca Saba -, e proprio per questo e da circa un anno che chiediamo a gran voce la convocazione di un forum permanente dei cambiamenti climatici con l’obbiettivo di ridisegnare l’agricoltura e poter indirizzare i fondi del settore in modo ponderato. Appello che rivolgiamo anche al neo Governatore e alla nuova Giunta”.
Contemporaneamente e con la stessa sollecitudine occorre aggredire la burocrazia e abbattere questo muro letale per le imprese. “Non possiamo parlare di sviluppo e di competitività con questi tempi e con questi ingarbugli – evidenzia Battista Cualbu -. Bisogna essere rapidi nelle decisioni e nell’espletamento delle pratiche. Più volte abbiamo chiesto una task force anche per sbloccare i milioni di euro fermi delle pratiche comunitarie”.
Si brancola nel buio ostaggi della burocrazia. Migliaia di domande del Psr sono bloccate per anomalia e milioni di euro giacciono nelle casse pubbliche senza essere spesi. Di queste non si conosce il percorso e spesso si attende anni prima che siano liquidate. Da mesi Coldiretti Sardegna chiede alla Regione maggior trasparenza sullo stato delle attività dei pagamenti.
Con la misura degli investimenti 4.1, le aziende agricole hanno presentato le domande cantierabili nel 2016 e hanno atteso quasi due anni per l’istruttoria. Per la Difesa integrata: domanda nel 2016 e, mentre le aziende spendono per rispettare i disciplinari, si attende ancora di avere qualche informazione.
In Sardegna ci sono tre enti agricoli e 1500 dipendenti. Sarebbe opportuno – secondo Coldiretti Sardegna – valutare il loro operato, capire se “il cliente”, l’azienda agricola, è soddisfatta oppure no del servizio.
“Nelle grandi aziende si servono del servizio “customer satisfaction” – ricorda Luca Saba -. sarebbe auspicabile utilizzarlo anche per gli enti agricoli, realizzato da una azienda terza, dando la possibilità agli imprenditori agricoli di poter dare il proprio giudizio sulla loro efficienza ed efficacia e alla pubblica amministrazione gli strumenti per poter migliorare e potenziare le prestazioni”.
Altro intervento anti-burocrazia è il cosiddetto Super Caa, riforma che Coldiretti Sardegna propone ormai da 5 anni. Un progetto di riforma delle norme che regolano il processo di semplificazione di tutti i procedimenti amministrativi che interessano le imprese agricole.
Il provvedimento garantisce tempi certi per la conclusione dei procedimenti attraverso il meccanismo del silenzio assenso che in 60 giorni, partendo dalla ricevibilità delle istanze dei CAA garantisce l’approvazione delle pratiche: presentata la domanda ai Centri di Assistenza Agricola, se non arriveranno risposte entro 60 giorni per la conclusione dell’istruttoria, la pratica sarà considerata approvata.
La Legge è presente in Sardegna dal 2013, ma mentre le altre regioni sono andate avanti nell’applicazione, la nostra Regione non ha mai fatto nessun atto che normasse i provvedimenti attuativi che rendono possibile il rispetto dei tempi.
Il Super CAA garantirebbe ai produttori gli auspicati tempi certi e quindi uno snellimento procedurale sostanziale. Non necessita di alcun cambiamento organizzativo in nessuna struttura, ma conferisce solo diversi ruoli ai CAA che, liberando carta e impegni burocratici ad Argea ed altri Enti che potranno dedicarsi con più efficacia ed efficienza, ad altri importanti compiti istruttori.
Altro ostacolo per lo sviluppo dell’agroalimentare isolano è l’assenza di vera trasparenza. “Non abbiamo una banca dati riconosciuta sul comparto agricolo – dice il presidente -. I dati, su tutti i settori, quando ci sono sempre ballerini e comunque figli della convenienza del momento di qualcuno. Produzione latte, giacenza Pecorino, importazione carni, frutta, grano. Dove li troviamo, qual è la fonte autorevole che ne garantisce l’oggettività?”.
Ci può essere davvero programmazione e sviluppo in queste condizioni? Siamo in balia di pochi ed a pagare sono sempre gli estremi della filiera. I produttori e i cittadini. I primi vedono deprezzato il frutto del proprio lavoro, pagato sotto i costi di produzione oltre che umiliati in quanto additati come assistiti e gli altri perché quasi sempre alle crisi si risponde con lo stanziamento di fondi pubblici che devono pagare gli errori e le speculazioni di pochi.
“Sono punti decisivi sui quali valuteremo il lavoro della nuova Giunta – è la posizione del consiglio Regionale di Coldiretti Sardegna -. Si devono prendere decisioni forti e rapide perché oggi l’agricoltura sarda è paralizzata”.
Per questo, in attesa della nomina del nuovo assessore all’Agricoltura (che deve essere un politico competente che sappia coordinare tutta la macchina e tradurre le enormi criticità in soluzioni pratiche) questa mattina abbiamo chiesto un incontro al presidente della Regione Solinas, per ribadire che, visto quanto esposto, il settore necessità di grandi riforme. Ci sono anche diverse leggi da attuare rimaste nel limbo (super Caa, ente pagatore, biodiversità, marchio Sardegna… l’elenco è lungo) ma necessarie ed urgenti per migliorare e dare la possibilità all’agroalimentare di esplodere tutte le sue potenzialità.