Ritratto del premier inglese che ha influito sul destino dell’Europa e sull’esito della seconda guerra mondiale – agendo con spregiudicatezza e coraggio in un momento drammatico per il futuro della Gran Bretagna e degli equilibri mondiali: Giuseppe Battiston presta corpo e voce allo statista, mostrandone il volto umano – fin troppo umano – tra difetti e debolezze, stravaganza e eccessi, ma anche la capacità visionaria e il carisma, la lucidità e la fermezza davanti al pericolo e la tempra del condottiero.
Una pièce originale che indaga una pagina cruciale del recente passato, tra l’avanzata apparentemente inarrestabile delle forze tedesche e il trionfo del nazionalsocialismo in un’epoca di forti contrasti ideologici attraverso lo sguardo di uno dei protagonisti – Winston Churchill, primo ministro del Regno Unito dal 1940 al 1945 (e successivamente dal 1951 al 1955), membro del Parlamento dal 1900 al 1922 e dal 1924 al 1964 e per quindici anni leader del partito conservatore, tra le voci più critiche rispetto alla Germania hitleriana.
Sotto i riflettori un interprete raffinato e versatile come Giuseppe Battiston – attore di teatro e di cinema, dagli esordi in palcoscenico (Premio Ubu nel 1986 per “Petito Strenge” e poi nel 2009 per “Orson Welles’ roast”) al debutto sul grande schermo in “Italia – Germania 4-3” di Andrea Barzini accanto a Massimo Ghini, Giuseppe Cederna e Fabrizio Bentivoglio. La sua carriera spazia tra cinema d’autore e commedie, dai films di Silvio Soldini – “Un’anima divisa in due”, “Le acrobate”, “Pane e tulipani”, “Agata e la tempesta”, “Giorni e nuvole” e “Cosa voglio di più” fino a “Il comandante e la cicogna” accanto a “La tigre e la neve” di Roberto Benigni e “Chiedimi se sono felice” con Aldo Giovanni e Giacomo, fino a “Perfetti Sconosciuti” di Paolo Genovese. Vincitore del David di Donatello come miglior attore non protagonista per “Pane e tulipani” di Soldini, “Non pensarci” di Gianni Zanasi e “La passione” di Carlo Mazzacurati (con cui ha girato anche “La giusta distanza” e “La sedia della felicità”), oltre alle varie nominations, ha ottenuto il Nastro d’argento per “Senza arte né parte”, “La passione” e “Figli delle stelle” – e pure per “Perfetti sconosciuti”.
In televisione è apparso ne “L’avvocato” e nella miniserie “Al di là delle frontiere” con Sabrina Ferilli oltre al film tv “Lo smemorato di Collegno”; nel cast “La famiglia in giallo” con Giulio Scarpati, Valeria Valeri e Milena Miconi, appare anche in “In nome del figlio” (2008), “Non pensarci – La serie” (2009) di Lucio Pellegrini e Gianni Zanasi con Valerio Mastandrea e soprattutto “Tutti pazzi per amore” (2008-2010) nel ruolo del dottor Freiss.
“Winston Vs Churchill” – l’uomo politico, brillante statista e coinvolgente oratore, giornalista e storico, nonché uomo d’armi a fronte del privato cittadino, padre e marito, nella pièce che racconta il duplice volto quello pubblico e meglio conosciuto e quello più intimo del premier britannico, che ha saputo opporsi con inflessibile tenacia e straordinaria forza di volontà a una terribile minaccia senza lasciarsi intimidire dalla potenza militare del nemico né dalle opposizioni interne: dopo il successo del film “L’ora più buia” la figura di Winston Churchill e il suo ruolo decisivo sull’esito degli eventi approdano sulla scena con la nuova produzione del Nuovo Teatro di Marco Balsamo, incentrata su uno degli attori più interessanti e talentuosi del panorama italiano.
Winston Churchill è un personaggio davvero sopra le righe, irascibile e ben lontano dal consueto stile britannico, a dispetto delle origini aristocratiche, dotato di acuta intelligenza e feroce sense of humour, capace di stigmatizzare i caratteri nazionali di un popolo con poche parole (come con la celebre frase «Gli italiani perdono le guerre come se fossero partite di calcio e le partite di calcio come se fossero guerre») ma anche di riconoscere il valore dell’avversario e apprezzare l’altrui onestà intellettuale come di ammirare chi riesce a cambiare idea e perfettamente consapevole dei rischi e delle responsabilità di chi governa, mai eccessivamente timoroso del giudizio degli altri – «Meglio fare le notizie che riceverle, meglio essere un attore che un critico».
Giuseppe Battiston ne incarna lo spirito combattivo e l’animo risoluto, senza trascurare la dimensione più personale, gli ideali conservatori e il pensiero su socialismo e liberalismo, in una felice sintesi in cui emergono la complessa personalità e le contraddizioni, le svolte decisive e le scelte a volte ardue e temerarie di uno degli uomini più influenti sul corso della storia del XX secolo.
Oltre la Scena – I Pomeriggi della Fondazione: venerdì 22 marzo – ore 17.30 Giuseppe Battiston e Maria Roveran incontrano il pubblico alla Fondazione di Sardegna in via San Salvatore da Horta n. 2 a Cagliari – ingresso libero (fino a esaurimento posti)
INFO & PREZZI
Biglietti
Primo settore: intero 35 euro – ridotto 27 euro
Secondo settore: intero 30 euro – ridotto 22 euro
Loggione – posto unico 15 euro
Biglietti pomeridiana intero 16 euro – ridotto 12 euro
Per informazioni e prenotazioni:
Cagliari – Teatro Massimo:
La Biglietteria del Teatro Massimo di Cagtliari sarà aperta nelle sere di spettacolo a partire dalle ore 17 (e dalle 15.30 per la pomeridiana). info: cell. 345.9515704 – 345.4894565 – [email protected] – www.cedacsardegna.it
prevendite: BoxOffice-Sardegna e – online su www.vivaticket.it –
Nuovo Teatro
diretta da Marco Balsamo
Winston Vs Churchill
da “Churchill, il vizio della democrazia” di Carlo G. Gabardini
con Giuseppe Battiston
e con Maria Roveran
regia Paola Rota
È possibile che un uomo da solo riesca a cambiare il mondo? Un uomo fatto come gli altri, con un corpo uguale agli altri, le cui giornate sono costituite da un numero di ore che è lo stesso di quelle degli altri. Cosa lo rende capace di cambiare il corso della storia, di intervenire sul fluire degli eventi modificandoli? Cosa gli permette di non impantanarsi nella poderosa macchina del potere e della politica, di non soccombere agli ingranaggi? La capacità di leggere la realtà? Il contesto? Il coraggio? La forza intellettuale?
Queste domande ci guidano nell’interesse per un uomo sicuramente non qualunque, un uomo, un politico che è un’icona, quasi una maschera: Winston Churchill per certi versi è il Novecento, è l’Europa, forse è colui che, grazie alle sue scelte politiche, ha salvato l’umanità dall’autodistruzione durante il bellicoso trentennio che va dal 1915 al 1945. Churchill incarna il primato della politica e umanamente è un eccesso in tutto: tracanna whisky, urla, sbraita, si lamenta, ma senza mai arrendersi, fuma sigari senza sosta, tossisce, detta ad alta voce bevendo champagne, si ammala, comanda ma ascolta, è risoluto ma ammira chi è in grado di cambiare idea, spesso lavora sdraiato nel letto, conosce il mondo ma anche i problemi dei singoli, ha atteggiamenti e espressioni tranchant, e battute che sembrano tweets:
«Gli italiani perdono le guerre come se fossero partite di calcio e le partite di calcio come se fossero guerre».
Giuseppe Battiston incontra la figura di Churchill, la porta in scena, la reinventa, indaga il mistero dell’uomo attraverso la magia del teatro, senza mai perdere il potente senso dell’ironia
«Meglio fare le notizie che riceverle, meglio essere un attore che un critico».
Di tutto questo parla il testo di Carlo G. Gabardini, che mostra Churchill in un presente onirico in cui l’intera sua esistenza è compresente e finisce per parlare a noi e di noi oggi con una precisione disarmante.