Il presidente Capobianco ricevuto con il segretario generale Confsal: “Necessari parametri che tengano conto del pluralismo sindacale”. Affrontato anche il capitolo dei ccnl di qualità.
Norme chiare sulla rappresentatività sindacale e una contrattazione collettiva nazionale che sia finalmente di qualità per tutti e in grado di debellare il fenomeno del dumping. Sono stati questi i temi affrontati ieri (30 gennaio) a Montecitorio da Roberto Capobianco, presidente nazionale di Conflavoro Pmi e Angelo Raffaele Margiotta, segretario generale Confsal. I dirigenti delle due organizzazioni, cofirmatarie di ccnl, sono stati ricevuti dall’onorevole Andrea Giaccone che guida la commissione Lavoro alla Camera dei deputati.
<<Un incontro costruttivo e proficuo – sottolinea Roberto Capobianco – poiché l’onorevole Giaccone si è dimostrato pienamente cosciente della situazione indefinita e contorta che sta vivendo la libertà sindacale italiana. Si tratta di un problema grave che tocca tutte le parti sociali ed è importante che, insieme a Conflavoro Pmi, anche Confsal sia stata ricevuta>>.
Per Capobianco le questioni inerenti a libertà sindacale e contratti di qualità sono parallele e da trattare come un unico tema. <<Il Cnel del professor Treu, secondo un parametro legato alla qualità degli accordi, si sta adoperando per tagliare gli oltre 900 contratti collettivi presenti in Italia. Conflavoro Pmi – ricorda Capobianco – appoggia in pieno questo iter e anzi ne chiedeva da anni la trattazione. Lo abbiamo ribadito anche all’Onorevole Giaccone: è necessario innalzare il livello degli accordi, ma facendo un’analisi ampia del panorama contrattuale italiano e coinvolgendo tutte le associazioni maggiormente rappresentative. In questo senso le due questioni sono inscindibili tra loro e la libertà sindacale responsabile sarebbe, nei fatti, finalmente riconosciuta così come impone la Costituzione>>.
Ma per arrivare a questo è dunque palese che serva stabilire dei parametri – tra cui, appunto, ccnl di qualità – che garantiscano un vero pluralismo in materia a tutela anche delle nuove organizzazioni sindacali maggiormente rappresentative. <<Il concetto attuale di comparazione è fuori dal tempo – conclude Capobianco – ma non lo dice Conflavoro Pmi né lo dice Confsal. Lo evidenzia la realtà dei fatti. Il mondo del lavoro è cambiato e il monopolio sindacale di sigle che esistono da un secolo, a cui si era nei fatti costretti a iscriversi, non può essere il riferimento per il presente delle imprese e dei lavoratori del nostro Paese. Figuriamoci per il futuro. Confidiamo dunque che le nuove norme sulla rappresentatività sindacale tengano conto dei cambiamenti in corso e dell’esigenza di pluralismo richiesta dal sistema lavoro. L’onorevole Giaccone ha senz’altro compreso in modo cristallino la situazione e confidiamo trasmetterà una volta in più ai suoi colleghi legislatori le istanze delle piccole e medie imprese e dei loro lavoratori, così come io e il segretario Margiotta gliele abbiamo chiaramente riportate durante l’incontro>>.