Canti dell’Isola e musiche del mondo – tra pagine d’opera e celebri melodie con il concerto del Kor Vocal Ensemble in programma venerdì 7 dicembre alle 19 nella Sala Conferenze del Museo Bernardo De Muro a Tempio Pausania.
Una preziosa antologia di arie d’opera e canzoni con il concerto del Kor Vocal Ensemble in cartellone venerdì 7 dicembre alle 19 nella Sala Conferenze del Museo Bernardo De Muro di Tempio Pausania per il secondo appuntamento con il II Festival Bernardo De Muro dedicato al famoso tenore tempiese e organizzato dall’Accademia Musicale Bernardo De Muro con la direzione artistica del pianista e direttore d’orchestra Fabrizio Ruggero, in collaborazione con il Comune di Tempio Pausania, nell’ambito del Programma per l’Animazione Territoriale promosso dell’Assessorato alla Cultura e fortemente voluto dall’assessore Gianni Addis.Tra modernità e tradizione, con il raffinato e virtuosistico recital dell’ensemble formato da cinque talentuosi musicisti e cantanti: Alice Madeddu e Barbara Crisponi (soprani), Caterina D’Angelo (contralto), Manuel Cossu (baritenore) e Alessandro Porcu (baritono). Melodie e ritmi dell’Isola – tra sacro e profano, dalla struggente “Badde Lontana” di Antonio Costa, sui versi del poeta osilese Antonio Strinna, al suggestivo “Rosario” di Orgosolo, accanto all’originale “Albore” e a “Foglia d’argento” di Manuel Cossu tra echi del Caucaso e atmosfere degli Anni Trenta e Quaranta, con un omaggio a Domenico Modugno e per finire un “medley” lirico.
“Nel blu dipinto di blu” sulle note del grande cantautore pugliese per “Volare” in un sogno d’amore, ma anche “Un bacio a mezzanotte” di Gorni Kramer, e poi deliziose e scoppiettanti “trascrizioni” di brani intramontabili come “Ba ba baciami piccina”, grande successo di Alberto Rabagliati e “Maramao perché sei morto” di Mario Consiglio e Mario Panzeri, sulla falsariga di una filastrocca o un motivo popolare, interpretata in primis da Maria Jottini con il Trio Lescano, poi da Nicola Arigliano e – tra gli altri – da Rita Pavone e Claudio Villa.
Un intrigante amarcord, quasi un viaggio nel tempo sulla colonna sonora del Novecento, con un excursus nel Barocco con la “Primavera” di Antonio Vivaldi, poi spazio a uno shakespeariano “Titania’s Dream” firmato da Matteo Martis e a “Dle Yaman”, forse il più famoso canto tradizionale armeno, su una tragica storia d’amore, divenuto il simbolo della cultura e della storia del popolo armeno, vittima del terribile genocidio del 1915.
Finale dedicato agli amanti dell’opera tra pagine di Giuseppe Verdi e Wolfgang Amadeus Mozart, Vincenzo Bellini e Gioachino Rossini, Giacomo Puccini e Georg Friedrich Händel, in un vertiginoso gioco di accostamenti e contrasti per raccontare le umane passioni in musica, con i teneri e infuocati accenti di eroi ed eroine dei capolavori della storia del melodramma.