Il 21 dicembre, volo Wizzair in arrivo da Bucarest ad Alghero, previsto per le 13,50, l’areo atterra con ben un quarto d’ora di anticipo. Tutto faceva pensare che i passeggeri sarebbero stati fuori dallo scalo con un buon anticipo.
Ma per l’aeroporto di Alghero, pare che i controlli dei passaporti vadano sempre con una lentezza esasperante e quindi, i passeggeri sono costretti a restare segregati nello scalo molto a lungo. Infatti, l’uscita dei passeggeri del volo Bucarest Alghero, avviene un’ora e mezza dopo l’arrivo. Potrebbe essere normale se questo fatto fosse un’eccezione, invece pare che sia una costante nell’aeroporto della Riviera del Corallo.
Molte le lamentele che abbiamo raccolto tra i passeggeri, la lentezza con la quale avvengono questi controlli, pare che sia una costante e non l’eccezione, e come è chiaramente comprensibile, causano enormi disagi agli utenti.
La cosa sorprendente è che nessuno, sino ad adesso, ha preso seriamente il problema con provvedimenti adeguati, né le autorità aeroportuali, né le associazioni che devono tutelare i diritti dei passeggeri, né tanto meno il ministero competente.
Tutto questo è inconcepibile e non riusciamo a capire, come mai siano tollerati simili disfunzioni, senza che nessuno prenda provvedimenti.
Oggi più che mai, non è possibile che si resti letteralmente segregati in aeroporto per un tempo così lungo, specialmente per chi sceglie di viaggiare in aereo con costi abbastanza elevati e la speranza di arrivare a destinazione in tempi ragionevolmente brevi.
A volte l’attesa per il controllo dei passaporti è ben più lungo del volo stesso e questa non è certamente una buona pubblicità per l’aerostazione algherese.
Auspichiamo fermamente che qualcuno ci dia una spiegazione plausibile per tutto ciò e soprattutto, prenda i provvedimenti necessari perché questo fastidioso disaggio per i passeggeri abbia fine.
Purtroppo, dobbiamo constatare che sino a questo momento, nessuno si è degnato di darci una risposta plausibile, segno evidente che non si vuole affrontare il problema.
Gian Piero Pinna