Mazzetti: «Dopo 17 anni ancora i tragici fatti del G8 di Genova vengono ricordati perché hanno segnato la nostra storia. Ma quello che ci preme è capire se persista una lettura parziale di avvenimenti così complessi, che non vuol tener conto di una verità accertata in ogni sede giudiziaria da cui emerge una Vittima lasciata a se tessa: Mario Placanica, un giovanissimo carabiniere che per difendere la propria vita fu costretto all’uso della sua arma.»
«La conseguenza di quel gesto è stata la morte di un altro giovane uomo, Carlo Giuliani, di fronte alla quale il massimo rispetto è dovuto. E noi rispettiamo anche il fatto che quel ragazzo venga ricordato, e con lui le gravi circostanze che portarono a quel dramma, perché esso rappresenti un monito, e non certamente perché egli possa essere indicato come un eroe caduto in circostanze meritorie. Sono giorni in cui, in questo strano paese, si rincorrono messaggi altamente contraddittori: a Cagliari qualcuno inneggia a criminali che volevano compiere una strage e hanno ferito gravemente il nostro collega Mario Vece; in tutto Italia si celebrano, in maniera sacrosanta, gli eroi di via D’Amelio, Servitori dello Stato morti per la legalità; e a Genova, quale esempio si vuole indicare ai nostri giovani? Quale messaggio partirà ancora una volta da qui? Vogliamo capirlo, per questo ci saremo, per rappresentare quella parte di verità ancora omessa, per sostenere quei principi che portano coerentemente a difendere la legalità sempre, non a giorni alterni».
Così Valter Mazzetti, Segretario Generale dell’Fsp Polizia di Stato, annuncia l’iniziativa della Federazione sindacale di Polizia in programma per domani, a Genova, in occasione dell’anniversario del G8 di Genova del 2001. Una manifestazione che si terrà per l’intera mattinata, a cui presenzierà anche il Vice Presidente Nazionale dell’Fsp Polizia, Franco Maccari.
«A Genova ancora una volta – afferma Maccari -, dove vediamo ancora che si vuole far passare come vittima di un’ingiustizia chi ha violato la legge, con un comportamento gravissimo che avrebbe potuto costare la vita a un militare impegnato solo a svolgere il proprio dovere. Una persona che scelse scientemente di commettere dei reati, e grazie a questo si è ‘meritato’ un cippo che ne esalta la memoria. Non è il dolore causato della sua morte a essere in discussione – conclude Maccari -, né qualunque altra cosa sia accaduta a Genova nel 2001. Ma il fatto che morire, violando la legge, non rende eroi».