Realizzare qualcosa di unico con materiali naturali o riciclati è possibile. Lo ha dimostrato Francesco Picciau, artista di Dolianova, che con questi materiali crea opere “effimere”, capaci di trasformare l’arte in un potente messaggio di sostenibilità e rispetto per l’ambiente.
Francesco Picciau: scultura, natura e impegno per l’ambiente
Francesco Picciau, artista di Dolianova, nel Sud Sardegna, è un esempio di talento poliedrico. Insegnante di scienze motorie e sportive negli istituti superiori, fin da bambino ha coltivato una profonda passione per l’arte, che negli anni lo ha portato a esplorare molteplici linguaggi espressivi. Scultore, performer e autore di racconti, poesie e testi teatrali, Francesco riesce a fondere nelle sue opere creatività, riflessione e un forte legame con la natura.
Dalle prime sculture alla Land Art
Per Francesco Picciau, individuare il momento esatto in cui ha deciso di dedicarsi all’arte non è semplice. “Credo che si nasca col bisogno di creare bellezza con le proprie mani. Così è stato per me, che sin da bambino, con l’aiuto di un semplice coltellino, scolpivo le piccole radici degli alberi, ormai secche, raccolte in campagna, per fare statuine e animaletti che poi dipingevo con le tempere e portavo alla maestra per esporle in un armadio a vetri che stava nell’andito della scuola” racconta l’artista.
Il primo passo ufficiale nella sua carriera artistica risale al 2004, anno della sua prima mostra personale di scultura al Centro d’Arte e Cultura Ex Lazzaretto di Cagliari.
“Erano in mostra una quarantina di sculture lignee, ricavate dalla lavorazione di antiche travi di ginepro o da rami miracolosamente sopravvissuti agli incendi.”
Negli anni, la curiosità e la voglia di sperimentare hanno portato Francesco ad esplorare nuovi materiali e linguaggi artistici, come l’installazione artistica, dove predilige l’uso di plastica riciclata o oggetti di uso comune.
“In seguito sono nate la voglia di scrivere e recitare i miei testi che spesso fungono da didascalia alle mie opere, e infine, circa quattro anni fa, sono approdato alla Land Art, che per me, ecologista da una vita e abituato a vivere con l’indispensabile e in stretto rapporto con la natura, è, attualmente, la forma d’arte che più mi gratifica.”
L’arte che rispetta ambiente
La Land Art, corrente artistica nata negli Stati Uniti negli anni ’60 sull’onda dei primi movimenti ecologisti, rappresenta una forma d’arte in diretto contatto con la natura. Le opere di questa corrente utilizzano esclusivamente materiali naturali, che col passare del tempo si trasformano e tornano a nutrire la terra.
“Le opere entrano in diretto contatto con l’ambiente circostante e spesso dialogano con esso. L’ambiente stesso, o parti di esso, possono diventare parte dell’opera stessa, così come è capitato in occasione della mia recente personale “Un mare d’erba”, in cui il grande prato, che accoglieva le opere da me realizzate, è diventato un immenso mare dove nuotavano balene, delfini, cavallucci marini, razze e tanti altri pesci costruiti con gli scarti di potatura di yucca, cipresso e palma, aghi di pino e sfalci d’erba” ci racconta Francesco.
Le sue sono opere sono realizzate con materiali completamente naturali e per questo vengono definite “effimere” perché dopo ritornano alla terra che li ha generati.
“Possiamo pensare che forse non valga la pena fare tanta fatica per creare qualcosa di estremamente provvisorio; ma, invece, è proprio questo che mi affascina della Land Art: creare qualcosa che, come accade in natura, sia in continuo cambiamento sino a scomparire, anche se solo in apparenza, per diventare qualcos’altro. Prendere atto di questo concetto ti aiuta a superare il bisogno di possesso materiale delle cose, concetto che possiamo anche allargare ai rapporti umani o quelli con altri esseri viventi” continua l’artista.
La sua arte ha impatto pari o quasi a zero sull’ambiente “Sarebbe un controsenso “inquinare” l’ambiente in cui si opera, con materiali estranei. Al massimo utilizzo qualche chiodo o della rete metallica possibilmente riciclata che col tempo arrugginisce e ritorna a nutrire la terra sotto forma di ossido di ferro”.
“Un mare di erba”
La balena, il delfino, il cavalluccio marino, il polpo, lo scorfano, la bavosa, la razza. Sono questi gli animali che Francesco ha realizzato per la sua prima mostra intitolata “Un mare di erba”, ispirata dai suoi ricordi dell’infanzia.
“All’inizio dell’estate, nei giorni di caldo, ho iniziato a falciare l’erba secca che era cresciuta alta in quello che un tempo era l’agrumeto di mio padre. Mentre lavoravo, mi sono tornati alla mente alcuni ricordi di quando da bambino andavo a giocare sull’aia e vedevo faticare i contadini intenti a fare dei grandi covoni di paglia coi loro forconi, così, incurante del caldo, sono tornato in quel mondo antico e ho iniziato ad osservare con altri occhi tutta quell’erba dorata che ondeggiava al vento come se fosse un mare, un mare di paglia.
A quel punto il passo è stato breve e ho pensato che quel mare dorato dovesse essere il posto ideale per farci nuotare gli animali a cui, sin da bambino, sono affezionato. In primis la balena che è un’opera dedicata a mia madre. In fondo la balena è la grande madre degli oceani… Poi ho realizzato altre ventidue opere, comprese alcune installazioni dedicate ai pescatori, ai marinai, alle morti dei migranti e al triste problema dell’inquinamento dei mari. Nel frattempo a settembre sono arrivate le prime abbondanti piogge che hanno fatto spuntare l’erba nuova. Così quel mare di paglia è diventato “Un mare d’erba” continua Francesco.
Le sue opere nascono da ciò che lo circonda e che lo emoziona. In ogni sua creazione, questo forte legame con l’ambiente, è tangibile. Per Francesco Picciau, la natura è la “naturale fonte di ispirazione“. Come racconta lui stesso: “Mi basta osservare una roccia, un albero o un animale in libertà per provare emozioni fortissime, che poi mi danno l’energia per trasformarle in un’opera.”
Il ruolo degli artisti nella lotta per la sostenibilità
Qualunque attività umana ha un impatto sull’ambiente, compresa l’arte. Francesco Picciau, consapevole di questa realtà, sottolinea l’importanza di ridurre al minimo l’impatto ambientale. “Penso che ogni artista dovrebbe sforzarsi di ridurre al minimo, quando possibile, questo tipo d’impatto. Già questo sarebbe un bel messaggio implicito a favore della tutela dell’ambiente. Oltre a questo, sarebbe importante affrontare più esplicitamente i temi di salvaguardia della vita sul nostro pianeta. L’arte è soprattutto coinvolgimento emotivo, e, attraverso le emozioni, è più facile arrivare a toccare i cuori e sensibilizzare le persone alle tematiche ambientali.”
Il messaggio che Francesco vuole trasmettere con il suo lavoro è chiaro e profondo.
“La natura è il nostro bene primario, e noi facciamo parte della natura, non possiamo andarle contro. In un mondo in degrado qualsiasi cosa perde il senso. La bellezza può aiutarci a ritrovare la giusta via.”
Progetti futuri
L’artista ha già in programma nuove esposizioni per il suo pubblico, con il desiderio di portare le sue installazioni sul territorio.
“Ho in programma una personale nel 2025, in cui saranno esposte al pubblico gran parte delle mie opere, realizzate principalmente con plastica riciclata, in un importante centro d’arte e cultura di Cagliari“, racconta l’artista.
Inoltre, Picciau esprime il suo desiderio di coinvolgere altre comunità sarde: “Sarei molto felice se qualche comune, preferibilmente sardo, mi proponesse di realizzare nel proprio territorio le mie installazioni di Land Art, per poter continuare a portare avanti il discorso di tutela ambientale e rispetto della natura, in un momento in cui la Sardegna è seriamente minacciata dalla speculazione energetica e da altri interessi speculativi che vanno in direzione opposta alla tutela ambientale e culturale.”
Giulia Mascia