Si conclude oggi, a Nuxis, il convegno nazionale “Le Cavità Artificiali – Per un turismo sostenibile”
Le cavità artificiali presenti nel territorio della Sardegna e in
particolare nel Sulcis Iglesiente, costituiscono un patrimonio culturale straordinario, attraverso il quale è possibile costruire un grande progetto per l’affermazione di un turismo sostenibile per 365 giorni l’anno.
E’ il principale messaggio emerso nella prima giornata del convegno
organizzato dall’associazione Speleo Club Nuxis APS, incaricata della
realizzazione per l’attuazione del progetto finanziato dalla Regione
Sardegna, Assessorato del Turismo, artigianato e commercio, dal titolo:
“Attuazione di un programma di promozione del Turismo sostenibile
speleologico ed archeologico”, svoltasi presso il sito geominerario
archeologico di “Sa Marchesa” del comune di Nuxis, denominato “Le
Cavità Artificiali – Per un turismo sostenibile”.
Dopo la presentazione degli organizzatori e il saluto del sindaco di
Nuxis Romeo Ghilleri, dell’assessore Damiano Cani, del presidente dello
Speleo Club Nuxis Roberto Curreli, dell’archeologo Marco Cabras e del
consigliere regionale Michele Ennas, sono stati diversi i relatori,
esperti del settore speleologico e di quello archeologico, presentati da
Francesco Randaccio, che si sono alternati nell’arco di tutta la
giornata, portando le loro testimonianze.
Archeologia con Nicola Dessì e Antonello Floris
L’archeologo Nicola Dessì ha parlato delle «numerose civiltà che si
sono avvicendate e ci hanno lasciato testimonianze legate all’utilizzo
di cavità naturali per diversi scopi. Il patrimonio ipogeico più
consistente ed emblematico è legato però alle diverse migliaia di
ambienti scavati artificialmente dalle comunità che hanno abitato i
vari territori dell’isola. Partendo, appunto dalle numerose domus de
janas scavate durante la Cultura di San Michele di Ozieri (V millennio
a.C.) per scopi funerari, passando per i pozzi sacri e i silos
realizzati durante l’Età nuragica, le tombe a camera di età punica e
romana, gli acquedotti ed infine le cisterne dell’epoca medievale,
possiamo con assoluta certezza affermare che il loro valore e la loro
importanza collocano l’isola ai primi posti in Europa».
Antonello Floris ha esaminato la cronologia delle opere idrauliche a
Cagliari, inserendole nel contesto generale delle cavità artificiali,
inquadrandole per tipologia e periodi storici e ha illustrato quelle
attualmente fruibili al pubblico e quelle che potrebbero essere
turisticizzate, valutando alcuni itinerari tematici possibili per uno
sviluppo turistico sostenibile che concili gli aspetti della sicurezza,
relazionandoli alla città capoluogo.
L’intervento di Pierpaolo Dore e Maurizio Boaretto
Pierpaolo Dore nell’intervento che ha chiuso la sessione di lavori del
mattino, prima della pausa pranzo, ha spiegato che dopo la caduta
dell’Impero Romano l’uomo, minacciato dall’avvento di guerre ed
armi sempre più grandi e potenti, ha iniziato a costruire opere
belliche vere e proprie, dai castelli ai forti ottocenteschi fino alle
batterie di difesa della seconda guerra mondiale. Queste opere sono
sempre accompagnate da strutture ipogee di grande valore storico che
oggi sempre in più località vengono riscoperte e valorizzate per la
diffusione della cultura storica.
L’ingegnere Maurizio Boaretto, alla ripresa dei lavori nel pomeriggio,
ha iniziato il suo intervento partendo da una panoramica sul patrimonio
minerario dismesso, con particolar attenzione a quello sardo,
focalizzando l’attenzione sull’applicazione della normativa vigente
per la gestione degli spazi minerari sotterranei dismessi, nonché sulla
loro potenzialità per uso turistico.
Maurizio Boaretto, inoltre, ha illustrato le attività progettuali
richieste per il recupero e la fruizione turistica degli ex siti
minerari, mostrando alcuni esempi tra i più significativi di opere già
realizzate sia a livello europeo, sia italiano e sardo.
La Grande Miniera di Serbariu con Mauro Villani
Mauro Villani, rappresentante del Centro Italiano della Cultura del
Carbone, ha ricostruito la storia della Grande Miniera di Serbariu,
straordinario esempio di recupero del sito carbonifero, esteso su 33
ettari, con 21 edifici per complessivi 80.000 metri cubi,
importantissimo nella storia della città di Carbonia, prima abbandonato
dalla Carbosarda dopo l’interruzione dell’attività estrattiva, poi
recuperato dal comune di Carbonia a fini turistici, inaugurato nel 2006
ed oggi al centro di un grande progetto di valorizzazione, Il sito
ospita anche il museo dei Paleo Ambienti Sulcitani E.A. Martel, la
Sezione di Storia locale, il Centro Ricerche Sotacarbo, l’Ex Dì –
Fabbrica del Cinema, gli uffici del Parco Geominerario Storico
Ambientale della Sardegna e diverse attività artigianali ed
associazioni culturali. Mauro Villani ha sottolineato i riconoscimenti
ricevuti dal CICC a livello internazionale e le collaborazioni in atto
con analoghi siti e progetti operanti in altri paesi europei.
I lavori illustrati da Giuseppe Piras
Giuseppe Piras ha illustrato dal punto di vista metodologico le
modalità di svolgimento di un lavoro commissionato dal comune di
Cagliari che nel 2009 ha deciso di dotarsi di uno strumento conoscitivo
sulle cavità esistenti nel sottosuolo urbano. Il Centro Studi Ipogei
SPECUS ha ricevuto, a seguito di partecipazione ad un bando
dell’Amministrazione comunale, l’incarico della mappatura delle
cavità artificiali nell’area cagliaritana. Con la collaborazione del
Gruppo Speleo Archeologico Giovanni Spano e dell’Unione Speleologica
Cagliaritana, il C.S.I. SPECUS ha provveduto ad individuare un primo
blocco di circa 100 cavità, i cui rilievi sono stati opportunamente
georeferenziati nella mappa tecnica della Città.
Il lavoro effettuato, da un lato colma in parte il vuoto conoscitivo
sulla presenza di cavità presenti nel sottosuolo, spesso condizione di
potenziale pericolo, talora evidenziatosi in episodi di crolli e
dissesti avvenuti nell’ambito urbano, ma risulta anche un importante
lavoro che ha consentito di restituire informazioni sull’importanza
del patrimonio di “opere” sotterranee, dal punto di vista
storico-culturale, legate all’utilizzo pregresso delle popolazioni che
hanno vissuto questi luoghi fin da tempi remoti.
La testimonianza di Roberto Nini
Roberto Nini, giunto per l’occasione da Narni, ha portato la sua
testimonianza sul grande lavoro svolto nella città umbra, dove nel 1979
sei giovani speleologi del Gruppo UTEC scoprirono il sotterraneo di un
antico convento domenicano. Seguirono anni di impegno per sensibilizzare
le istituzioni e intervenire direttamente per sgomberare i locali dalle
macerie. Nel 1994 gli spazi furono aperti con il nome di “Narni
sotterranea”, con pochi mezzi ma tanta buona volontà. Nel 1995 fu
creata l’Associazione Subterranea per gestire l’ipogeo, visto che era
necessario un costante ed assiduo impegno per portare avanti l’ambizioso
progetto.
Grazie all’aiuto di decine di volontari e alle ricerche portate avanti
dalla nuova associazione, il sito ha trovato una sua collocazione nella
storia di Narni e oggi è divenuto il principale attrattore turistico
della città e fra i più importanti dell’intera Umbria.
La chiusura di Roberto Curreli
Ha concluso gli interventi Roberto Curreli, presidente dell’associazione
Speleo Club di Nuxis, che ha parlato del lavoro svolto negli ultimi due
lustri per “la valorizzazione del sito geo-speleologico archeologico
Sa Marchesa”, della quale lo Speleo Club è stato investito con
l’attribuzione della gestione del sito Geo Speleo Archeologico di Sa
Marchesa, dove si è appena conclusa la quarta annualità della campagna
di scavi nella grotta naturale di Acquacadda, diretta dal professore
Riccardo Cicilloni. Nel corso del pomeriggio, durante una pausa dei
lavori, i presenti hanno visitato la Grotta, dove Roberto Curreli ha
spiegato i risultati raggiunti dalla campagna di scavi.
Nel pomeriggio ha fatto un breve intervento anche Angelo Naseddu,
presidente della Federazione speleologica sarda Angelo Naseddu.
Il programma dei lavori del convegno prevedono domenica 29 ottobre, una
visita al sito ipogeico di Montessu, nel comune di Villaperuccio, dalle
10.30 alle 13.30.
Il convegno è patrocinato da: Regione Autonoma della Sardegna –
Assessorato del Turismo, Artigianato e Commercio Parco Geominerario
Storico e Ambientale della Sardegna; Speleo Club Nuxis APS; Comune di
Nuxis; Federazione Speleologica Sarda; Commissione Cavità Artificiali
Cammino minerario di Santa Barbara.