Rubrica: “E il naufragar m’è dolce in questo mare” | Episodio 6 – Charles Pierre Baudelaire
Charles Pierre Baudelaire e Les Fleurs du mal, il poeta maledetto. Uno dei più importanti poeti del XIX secolo, esponente chiave del simbolismo.
Charles Pierre Baudelaire è nato a Parigi il 9 aprile 1821, e muore a Parigi il 31 agosto 1867.È stato un poeta, scrittore, critico letterario, critico d’arte, giornalista, filosofo, aforista, saggista e traduttore.
Il personaggio “Charles Baudelaire” ha alimentato il mito del bohémien e del flâneur, lo studente povero o presunto tale, ribelle e amante dei piaceri notturni, dell’assenzio e delle novità in fatto di costumi e di arte.
Uno dei temi della poesia di Baudelaire è quello dell’amore, che significa anche gusto per la vita, fascino per la bellezza, sogno di un altrove dove l’esistenza possa trascorrere serena e carica di promesse, ma anche fascino di ogni tipo di trasgressione e sessualità distorta.
Tutto ciò che Baudelaire ha scritto sulla donna è dominato da un desiderio di purezza impossibile.
Il peccato che l’uomo vive non può essere abolito, è legato al piacere e al rimorso.
Il piacere, fratello del disgusto, invade la coscienza di chi ha incontrato il male.
La donna, simbolo del peccato e dell’amore diventa oggetto di culto e di esecrazione.
L’adorazione della donna si confonde con un’ossessiva forma di misoginia.
Questo atteggiamento di avversione o repulsione per la donna ha una ragione ora tragica ora satirica.
Qui sotto potete leggere “Spleen”:
Quando, come un coperchio, il cielo pesa greve
Sull’anima gemente in preda a lunghi affanni,
E in un unico cerchio stringendo l’orizzonte
Riversa un giorno nero più triste dell notti;
Quando la terra cambia in un’umida cella,
Entro cui la Speranza va, come un pipistrello,
Sbattendo la sua timida ala contro i muri
E picchiando la testa sul fradicio soffitto;
Quando la pioggia stende le sue immense strisce
Imitando le sbarre di una vasta prigione,
E, muto e ripugnante, un popolo di ragni
Tende le proprie reti dentro i nostri cervelli;
Delle campane a un tratto esplodono con furia
Lanciando verso il cielo un urlo spaventoso,
Che fa pensare a spiriti erranti e senza patria
Che si mettano a gemere in maniera ostinata.
E lunghi funerali, senza tamburi o musica,
Sfilano lentamente nel cuore; la Speranza,
Vinta, piange, e l’Angoscia, dispotica ed atroce,
Infilza sul mio cranio la sua bandiera nera…
La “psicologia” di Baudelaire si basa sul conflitto tra l’orrore e l’estasi, che si realizzano nello Spleen et Idéal, sull’amore non solo fisico ma anche platonico, sul rifiuto dei valori del realismo e del positivismo, primeggiando invece la sensibilità, l’irrazionalità, la malinconia, la verità umana al centro dell’universo.
La preferenza e l’esaltazione di un mondo ideale, immaginario, onirico, nel quale fuggire, poiché il mondo reale è orribile, spaventoso, fatto solo di delusioni e di dolore.
Articolo di Michael Bonannini