Nursing Up De Palma: «Rapporto Agenas marzo 2023, siamo di fronte ad un pericoloso squilibrio assistenziale. Nettamente inferiore il numero degli Infermieri rispetto a quello dei medici: sono i primi, che continuano a mancare all’appello, in una desolante realtà caratterizzata da fughe all’estero, dimissioni volontarie e una valorizzazione a passo di gambero».
ROMA 14 APR 2023 – Antonio De Palma, Presidente Nazionale del Nursing Up, commenta la situazione attuale relativa alla professione infermieristica «Carenza di personale infermieristico giunta al massimo dell’emergenza. Emorragia senza fine di giovani all’estero. Un gap con l’Europa che continua a essere pesantissimo rispetto alla presenza di professionisti. Ma soprattutto il quadro desolante di una realtà sanitaria che non presenta affatto attrattive e che non sembra destinata ad uscire dal tunnel. Certo, in qualche Regione, come Lombardia, Emilia Romagna e Veneto, gli infermieri sono timidamente aumentati di qualche migliaia di unità. Tuttavia sono solo piccoli sprazzi di luce, rispetto a una situazione complessiva davvero desolante.
E non inganni il fatto che la Corte dei Conti certifichi l’aumento dei costi del personale. Siamo di fronte a quegli investimenti di emergenza che gioco forza sono stati necessari per sostenere il periodo pandemico. Tuttavia non hanno fatto e non fanno il paio con gli investimenti continuativi che ci vorrebbero. Siamo reduci da anni e anni di austerità ed immobilismo. Si prenda Napoli, per esempio, una città dove si fa fatica a gestire il numero normale di pazienti legati al territorio, figuriamoci cosa accadrebbe di fronte a nuove emergenze e a un surplus di pazienti. Ne derivano, nel caso dei pronto soccorsi, turni massacranti, fughe verso altri reparti, e lacune che alla fine travolgono come uno tsunami sia gli operatori sanitari che la collettività dei cittadini.
I dati Agenas aggiornati a marzo 2023 sono allarmanti. Non nascondono la più triste delle disamine. Il quadro generale del nostro SSN, visto in particolare con gli occhi degli operatori sanitari, sta gradualmente peggiorando. E allora viene da riflettere sul fatto che i proclami della politica lasciano amaramente il tempo che trovano. Cosa ne pensa il Ministro della Salute di questa amara realtà? Come intende intervenire su problematiche che non sono propriamente legate al mondo medico e che pesano profondamente sull’efficacia ed efficienza del nostro SSN?”
Le cause della diminuzione del personale infermieristico
Si attribuisce la causa della forte diminuzione del personale al blocco del turnover nelle Regioni in piano di rientro. Ma anche alle misure di contenimento delle assunzioni adottate per rispettare il vincolo della spesa. Il successivo incremento che si è verificato negli ultimi anni – che ha portato i dati del 2021 sovrapponibili a quelli del 2012 – è avvenuto sostanzialmente per effetto dei decreti ministeriali emergenziali del 2020 per fronteggiare la pandemia. Tuttavia l’andamento generale registrato è del –0,4%.
A causa del blocco delle assunzioni e del turnover negativo si è assistito ad un innalzamento dell’età media dei professionisti. Ciò ha impattato pesantemente sulle quiescenze, ossia sul trattamento attribuito di diritto al dipendente di ruolo di essere collocato a riposo, comprendente la liquidazione e la pensione. Da un’elaborazione di Agenas con un parametro pensionistico a 65 anni, si stima che gli infermieri che andranno in pensione nel quinquennio 2022-2027 siano oltre 21.
Il problema emigrazione
Secondo il rapporto OCSE, gli infermieri continuano ad emigrare all’estero. Nonostante tali numeri si siano ridotti rispetto agli anni precedenti, dal 2000 al 2018 l’emigrazione all’estero è stata certamente favorita dal blocco dei contratti e del turnover. Nel 2021 15.109 infermieri italiani lavoravano all’estero. Nel 2021 hanno lasciato l’Italia 3800 infermieri, rispetto mediamente ai 6000 degli anni precedenti, dei quali 2700 esercitano attualmente la professione in Germania.
In Italia il numero totale di medici per abitante è superiore rispetto alla media dei Paesi dell’Unione Europea. Il numero degli infermieri è, invece, nettamente inferiore.
Ogni infermiere ha troppi pazienti da seguire rispetto ai colleghi europei. Rispetto alla media in quasi tutti i Paesi dell’Europa occidentale, gli infermieri italiani sono di meno. Il gap è di – 2,6 infermieri ogni 1000 abitanti.
Sostanzialmente mancherebbero in Italia quasi 150 mila infermieri. Ed il rapporto infermieri/medici è di 1,6 rispetto al 3,4 della Francia. È inferiore all’Italia soltanto la Spagna (1,3).
Le conclusioni di De Palma
“La fotografia del rapporto Agenas non lascia spazio a dubbi. La popolazione viaggia inesorabilmente verso l’invecchiamento” continua De Palma “e la sanità italiana presenta il paradosso di una realtà con molti più medici rispetto al numero di infermieri. Uno squilibrio assistenziale che non ci condurrà lontano.”