Archiviata la tre giorni dedicata ai test invernali, l’attenzione di addetti ai lavori e appassionati è catalizzata sul Gran Premio del Bahrain: domenica 5 marzo sul tracciato di Sakhir prenderà avvio alle 16.00 (ora italiana) la prima gara della 74esima edizione della massima categoria di vetture monoposto a ruote scoperte. Con le sue 23 gare, il Mondiale 2023 sarà il più lungo di sempre; tante le tappe, urge un riassunto: è arrivato il momento di ripassare il calendario della stagione
Il rombo dei motori V6 turbo ibridi sta per riecheggiare in tutto il mondo. Il conto alla rovescia avviato domenica 20 novembre 2022, al termine del GP di Abu Dhabi, è ormai agli sgoccioli. Quei lunghissimi 3 mesi e mezzo, per la precisione 105 giorni, sono oramai esauriti. Domani, venerdì 3, si alza il sipario sul Mondiale 2023 di Formula 1 con le due sessioni di prove libere del Gran Premio del Bahrain (FP1 alle 12:30; FP2 alle 16:00).
Da prassi ormai consolidata il Circus aprirà la stagione nell’arcipelago situato nel golfo Persico, nel cosiddetto “Regno dei due Mari”. Come accade ininterrottamente dal 2012, i 5.412 metri d’asfalto del tracciato di Sakhir terranno a battesimo le monoposte (accadde per la prima volta nel 2006, diventando poi consuetudine a partire dal 2010, con unica eccezione il 2011 quando l’appuntamento fu annullato in virtù della critica situazione politica che stava vivendo il Paese a causa dalle sommosse popolari incardinate nella “Primavera Araba”).

Dopo un giro del globo di nove mesi si tornerá in Medio Oriente, in linea d’aria a 421,50 km di distanza dal Bahrain, precisamente ad Abu Dhabi, per chiudere l’intensa stagione. Nel mezzo 21 avvincenti tappe. Un Mondiale condensato in nove mesi che avrà il proprio epilogo il 26 novembre sul tracciato di Yas Marina.
Di fatto sono 23 le gare in calendario (a cui è necessario sommare le 6 in formato sprint che arricchiranno il sabato di Baku, del Red Bull Racing di Spielberg, di Spa-Francorchamps, di Losail, di Austin e di Interlagos). Vediamo di seguito le novità, le conferme e le assenze.
Guarda chi si rivede
Tra le novità, rispetto alle recenti stagioni andate in archivio, figurano le vie di Las Vegas Boulevard South, meglio nota come Las Vegas Strip, iconica strada della “Città del peccato” del Nevada (nota per la grande concentrazione di hotel e casinò) che si estende lungo i sobborghi di Paradise e Winchester.

Si tratta di un ritorno a Las Vegas a distanza di 51 anni dall’ultima volta: nel 1981 e nel 1982 il Circus corse infatti a queste latitudini nel circuito del Caesars Palace, un tracciato urbano non permanente ubicato nel parcheggio dell’omonimo hotel casinò situato a Paradise (città adiacente alla “Silver City”). Nelle due edizioni andate in scena il secolo scorso vinsero – in rigoroso ordine cronologico – Alan Jones (Williams) e Michele Alboreto (Tyrrell-Ford motorizzata Cosworth).
Il Gran Premio di Las Vegas si disputerà eccezionalmente di sabato sera, il 18 novembre (scatterà alle 22.00 ora locale; in Italia saranno le 7 di mattina di domenica 19). Le qualifiche andranno in scena venerdì e le prove libere giovedì.

Tale round costituirà la terza tappa stagionale negli Stati Uniti. Si somma infatti a quello di Miami (7 maggio) e di Austin (22 ottobre). Un record storico di appuntamenti per questo Paese, prova tangibile della volontà della nordamericana Liberty Media di espandere il “prodotto” all’interno dei confini nazionali.
Tra le piste che torneranno a essere gommate dalle quattro ruote Pirelli si annovera anche il Losail International Circuit (8 ottobre). Il debutto del Gran Premio del Qatar è datato 2021: fu aggiunto in sostituzione della tappa australiana ad Albert Park, annullata a causa delle restrizioni anti Covid messe in atto dal governo di Canberra. Scomparso nel 2022, ricompare prepotentemente quest’anno ed è destinato a diventare una presenza fissa per molti anni. Il contratto stipulato tra le parti prevede infatti che questa pista entri in pianta stabile nel calendario di Formula 1: si correrà nei pressi di Doha fino al 2032.

Noi siamo ancora qua
Confermati in blocco i circuiti palcoscenico della passata stagione (con un’unica eccezione che sveleremo nelle righe successive). L’Italia ha conservato il doppio appuntamento: Imola ospiterà il paddock nel weekend del 19-21 maggio; Monza dall’1 al 3 settembre.
Resta in calendario anche l’iconica – quanto affascinante – tappa belga di Spa Francorchamps, per mesi in bilico. Nonostante la conferma, la ventilata possibilità che tale round potesse essere soppresso (molto più di un semplice rumor) è emblematica e deve far riflettere. I rinnovi di contratto con gli autodromi storici non sono più una formalità, risultano sempre più complessi e ricchi di diktat da parte di Liberty Media. Viceversa il Circus esplora e si espande entusiastico – a suon di accordi decennali – verso nuove latitudine, in primis gli Emirati (tendenza validamente sostenuta e rinvigorita dai petroldollari).
Pecunia non olet, come ha dimostrato un altro sport – ancor più planetario delle quattro ruote scoperte – che nel dizionario italiano risponde al nome di “calcio”. Nel medio lungo periodo non è difficile immaginare un’anima europea della F1 sempre più fioca.
Arrivederci e…a presto (si spera)
Ve lo abbiamo accennato nelle righe precedenti. Poniamo fine al mistero: rispetto al 2022 esce di scena il GP di Francia. Un duro colpo per il motorsport transalpino che aveva riaccolto la Formula 1 nel 2018 al Paul Ricard di Le Castellet dopo un’assenza durata oltre un decennio.
Da segnalare inoltre l’assenza – per il quarto anno consecutivo – della trasferta in Cina, presso il circuito di Shangai. Prevista inizialmente il 16 aprile, la tappa asiatica è stata ufficialmente annullata il 2 dicembre scorso complici le stringenti regole COVID all’epoca ancora in vigore che risultavano incompatibili con le esigenze del Circus. Probabile il ritorno nel 2024.
Nondimeno, gli appassionati saranno orfani anche in questa stagione dell’appuntamento in Russia a causa delle arcinote vicende legate alle operazioni militari di Mosca in Ucraina. Quest’anno la Formula 1 avrebbe dovuto debuttare all’Igora Drive, complesso costruito dall’architetto Tilke che sorge a 54 km da San Pietroburgo e che in una superficie di circa 100 ettari ospita 10 circuiti (tra cui il tracciato principale, sul cui asfalto avrebbero dovuto sfrecciare i bolidi della Formula 1).

Nei mesi scorsi Liberty Media ha rescisso il contratto con l’ente promotore Rosgonki (organizzazione autonoma per la promozione e lo sviluppo del motorsport in Russia), chiudendo lapidariamente le porte a un ritorno nel Paese anche nel medio-lungo periodo: “la Russia non avrà gare in futuro”.
Alla realizzazione di questo impianto ha contribuito anche il progettista sammarinese Giuseppe Muscioni, membro d’onore della FIA in virtù della sua militanza quarantennale (dal 1980 al 2021) nella commissione circuiti. Egli annovera nel proprio curriculum anche la progettazione dell’autodromo di Imola (prima del restyling a opera del sopracitato Tilke).
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