PNRR – ARCHITETTI SARDI: «BUROCRAZIA E VECCHI METODI METTONO A RISCHIO I FONDI PER LA SARDEGNA»
FEDERAZIONE REGIONALE ORDINI ARCHITETTI PPC DELLA SARDEGNA
PNRR, BUROCRAZIA E VECCHI METODI METTONO A RISCHIO I FONDI PER IL MERIDIONE
DE MONTIS: «INCARICHI DI PROGETTAZIONE ABNORMI AFFIDATI ALLE PA
GIA’ INGOLFATE DALL’ATTIVITÀ ORDINARIA.
OK AI NUOVI BANDI, MA FORMARE I NEOASSUNTI RICHIEDE TEMPO.
LA RISORSA DEI LIBERI PROFESSIONISTI NON È STATA NEANCHE PRESA IN CONSIDERAZIONE. É INVECE L’UNICA SOLUZIONE POSSIBILE»
«Il rischio di dover restituire i fondi messi a disposizione dalla comunità europea per il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, o di spenderli malamente, è tanto reale quanto inaccettabile».
Con questa affermazione Teresa De Montis, presidente della Federazione che riunisce tutti gli Ordini provinciali degli Architetti PPC della Sardegna, lancia l’allarme alle istituzioni:
«consapevoli anch’esse delle oggettive difficoltà che il personale interno agli Enti locali sia in grado di portare a termine una progettazione complessa in tempi strettissimi che deve partire da una premessa fondamentale:
questa è un’occasione unica per rilanciare la qualità degli interventi nel nostro Paese».
Il riferimento di De Montis va alle recenti dichiarazioni dei ministri Franco e Brunetta che di fronte alla scarsa partecipazione di professionisti esperti ai bandi pubblicati dai rispettivi dicasteri, sono impegnati a trovare soluzioni affinché lavorare per gli Enti pubblici diventi “sexy, appetibile”.
«Siamo in ritardo, ma non tutto è perduto.
È evidente – prosegue la presidente- che nessun professionista con esperienza consolidata ha interesse a partecipare a queste selezioni.
Lo avevamo già detto e le conseguenze sono ora sotto gli occhi di tutti:
giustamente a essere assunti saranno fondamentalmente i neolaureati o i tecnici con scarsa esperienza ma certo non saranno equipaggiati in modo adeguato per affrontare una sfida così delicata e importante.
Vorremmo essere coinvolti perché le nostre competenze e le nostre riflessioni sullo sviluppo del territorio, maturate in anni di attività sul campo potrebbero essere determinanti in questa fase».
Il rischio di perdere i finanziamenti è messo in evidenza anche dalla recente prima Relazione Istruttoria del Dipartimento per la coesione sociale sul rispetto del vincolo di destinazione al Sud di almeno il 40% delle risorse del PNRR che fa riferimento a una parte dei progetti, al momento finanziabili solo sulla carta.
Per la Sardegna si parla di circa 1,3 miliardi di euro per progetti da far partire entro il 2022 e che necessariamente dovranno essere portati a termine entro il 2026.
Per De Montis c’è proprio una difficoltà a comprendere quale sia la strategia del Governo:
«Da una parte, e giustamente, si punta a realizzare progetti di grande qualità.
Dall’altra però si taglia fuori chi questa qualità la può garantire.
È necessario un cambio di marcia con nuovi approcci metodologici, ma si ripropongono i medesimi processi di sempre.
Nel discorso di fine anno il Presidente Mattarella ha richiamato tutte le istituzioni ad operare abbandonando i vecchi canoni politici ed economici e a promuovere la collaborazione che impone un riconoscimento al merito e alla competenza a servizio del progresso.
C’è bisogno del coinvolgimento di tutti, di un innovativo equilibrio tra liberi professionisti e tecnici PA .
Siamo ancora in tempo per aprire gli occhi e scoprire che la soluzione è a portata di mano».