“L’ultimo chilometro del torrente del torrente Fereggiano è coperto e questa copertura è inadeguata come capacità di portata e per questa ragione è stato realizzato uno scolmatore che permette alle acque di defluire.
La criticità principale di questa copertura questa scarsa capacità di portata viene ridotta ulteriormente durante le piogge intense quando si muovono frane superficiali magari anche diffuse lungo i versanti e il materiale che viene trasportato dai torrenti va facilmente ad occludere questa ma come altre coperture simili, insieme ad alberi.
Dunque bisogna provvedere ad una manutenzione diffusa sul territorio”. Lo ha affermato poco fa il geologo Guido Paliaga, Presidente della Società Italiana di Geologia Ambientale sezione Liguria.
“Tanto è stato sicuramente fatto – ha affermato Paolo Airaldi, Presidente Ordine dei Geologi della Liguria – ma il messaggio è che è stato fatto lo scolmatore che consente di mitigare la pericolosità idraulica ma questo non basta perché ci sono i versanti che sono n gran parte trascurati con terrazzamenti abbandonati“.
“Il Ferreggiano è una valle di mulini dove la loro funzione era legata ad un territorio terrazzato per scopi agricoli che però a subito un’urbanizzazione figlia delle mutate condizioni socio – economiche e dunque edifici – ha dichiarato poco fa Francesco Faccini, geologo dell’Università di Genova infrastrutture ma anche restringimenti e coperture.
Secondo i geologi bisogna fare tante cose. Ad esempio interventi strutturali che sono quelli in corso come lo scolmatore ma è importante operare anche operare attraverso interventi non strutturali come di monitoraggio e manutenzione di un territorio alterato da processi antropici e interventi di formazione e di informazione della popolazione“.