Grup Yorum è un collettivo musicale turco nato nel 1985 nell’Università di Marmara ad Istanbul, ispirandosi ai cileni Inti Illimani, nella Turchia sotto la dittatura del generale Evran
che prese il potere nel 1980.
Il gruppo, che ha una formazione variabile anche a causa degli arresti e persecuzioni che lo accompagnano sin dall’inizio, canta e interpreta canzoni politiche di carattere socialista e
antifascista. Voce dei lavoratori, della comunità curda e di quella alevita, di chi combatte l’oppressione delle donne e le ingiustizie del governo turco.
Le loro canzoni, nate dai quartieri e dalle fabbriche, han fatto da colonna sonora alle lotte dei movimenti antagonisti curdi per decenni. Per questo motivo fin dalla sua nascita è sempre stato preso di mira dal governo e combattuto con ogni mezzo possibile: arresti, torture, uccisioni.
Nel corso della loro lunga carriera hanno pubblicato venticinque album e si sono esibiti in vari paesi europei e non solo.
Popolarissimi nel loro paese, ai loro concerti partecipavano decine di miglia di persone.
Dal 2015 non possono più esibirsi nella Turchia di Erdogan, e molti suoi membri sono stati arrestati con accuse di terrorismo – senza prove ma solo in base a testimonianze estorte con la tortura.
Nel 2020 sono drammaticamente tornati sulle cronache di tutto il mondo in seguito alla morte di alcuni loro membri incarcerati, che hanno portato avanti per mesi scioperi della purtroppo fatali: prima la cantante Helin Bolek, morta dopo 288 giorni di digiuno, poi il bassista Ibrahim Gökçek.
In solidarietà con i membri del gruppo altri prigionieri politici e avvocati hanno portato avanti lunghi scioperi della fame. Alcuni sino alla morte, come Mustafa Kocak, prigioniero politico, ed Ebru Timtik, avvocata del popolo, morta, il 27 agosto 2020.
Questi giorni il Grup Yorum sarà in tour in Italia: il 25 a Roma, il 27 a Sinnai (Cagliari), il 29 a Bari e il 2 ottobre a Lecce.
Oltre a cantare e suonare racconteranno delle repressioni politiche, degli attacchi e delle resistenze che hanno vissuto e stanno vivendo in Turchia e in Europa, e quali sono i motivi delle loro scelte politiche e di vita. Racconteranno degli scioperi della fame fino alla morte (deathfast) e del martirio di Helin Bölek e Ibrahim Gökçek.
Chiedono la solidarietà internazionale per la liberazione dei componenti di Grup Yorum tuttora incarcerati: Betül Varan, Seher Adıgüzel ed Emel Yeşilırmak; di Ali Osman Köse, in prigione da 37 anni in Turchia, e di Georges Abdallah, prigioniero da 37 anni in Francia.
I concerti in Italia sono stati organizzati dal Comitato Solidale Grup Yorum, costituito durante gli scioperi della fame nei primi mesi del 2020, e da associazioni locali per i singoli eventi, per il concerto di Sinnai l’ASCE (Associazione Sarda contro l’Emarginazione), con la collaborazione di Madiba Sinnai e Mezcla Intercultura.