Roma, 9 lug. – “Non c’è bisogno di una calcolatrice per capire che la privatizzazione della Tirrenia è stata un’operazione vergognosamente svantaggiosa per lo Stato. Uno sperpero di denaro pubblico che richiede con urgenza l’istituzione di una commissione parlamentare d’inchiesta per individuare eventuali responsabilità e verificare se la CIN abbia usufruito di condizioni di favore in un procedimento che sta assumendo sempre più i connotati di un mega regalo di Stato”.
È quanto afferma il deputato Andrea Vallascas de L’Alternativa c’è che nelle scorse settimane ha presentato una proposta di legge per istituire una commissione parlamentare d’inchiesta sulla privatizzazione della Tirrenia e sulla gestione della continuità territoriale marittima. In particolare, la commissione dovrà verificare la correttezza delle procedure seguite, la congruità del prezzo di vendita con il valore effettivo dei beni ceduti e se vi siano stati comportamenti che possano aver alterato il corretto svolgimento della procedura.
“Alla luce di quanto sta emergendo – spiega Vallascas – è doveroso verificare eventuali responsabilità e omissioni da parte pubblica. Siamo di fronte a una procedura controversa nella quale, per una cifra irrisoria, in buona parte non pagata, è stata ceduta la flotta ex Tirrenia a cui sono state aggiunte le sovvenzioni per garantire la continuità territoriale”.
“La CIN – prosegue – ha pagato allo Stato in tutto 200 milioni, a cui avrebbero dovuto fare seguito tre rate da 60 milioni, mai pagate. In cambio ha acquisito 25 traghetti assieme a un finanziamento per la continuità territoriale di 72,7 milioni all’anno per gli otto anni successivi, per una cifra complessiva di 580 milioni. Mentre i debiti pregressi della Tirrenia sono rimasti in capo allo Stato. Allo sperpero di denaro pubblico si è aggiunta anche la beffa dell’ammissione al concordato preventivo che riduce il debito residuo nei confronti della Tirrenia di Navigazione A.S. da 180 a 36 milioni di euro”.
“Insomma – aggiunge – non è stato esattamente un affarone per le casse dello Stato. Ma lo è stato sicuramente per il privato. Tra l’altro, la privatizzazione ha contribuito a rafforzare un gruppo nella gestione dei trasporti marittimi in Italia, facendogli acquisire una posizione dominante a danno proprio di quella libera concorrenza che, secondo la Commissione europea, ne sarebbe dovuta uscire rafforzata dalla privatizzazione: una previsione che si è rivelata del tutto priva di fondamento”.
“Oggi – conclude Vallascas – è giunto il momento di ricostruire la verità e di individuare le responsabilità. In questi anni, a pagare maggiormente per l’indifferenza di chi avrebbe dovuto vigilare, e non l’ha fatto, sono stati soprattutto i cittadini e le imprese della Sardegna che hanno subito una molteplicità di disagi a causa di un servizio di trasporto pubblico sempre più inefficiente”.