Incendio nella prigione di Uta
Si è sfiorata la tragedia nel carcere di Uta. Un detenuto, che ha già danneggiato ben 5 altre celle, ha ben deciso di concludere il quadro appiccando fuoco alla cella nella quale soggiornava.
A quanto riportano i verbali, il detenuto avrebbe, con quest’ultimo episodio, deciso di cambiare strategia incendiando tutto ciò che gli stava attorno.
Gravissimo il rischio che ha corso e che ha fatto correre agli agenti della Polizia che sorvegliavano la cella entro la quale viveva.
Il detenuto ha cercato di ostacolare i soccorsi, chiamati poco dopo l’appicco delle fiamme. Nell’agitazione egli ha sferrato un pugno all’agente che lo stava accompagnando fuori dalla cella.
I danni riportati sono gravi. Uno degli agenti ha riportato ustioni in viso e altri due sono stati intossicati dal fumo.
Il detenuto è stato trasferito dalla penisola con l’accusa di episodi analoghi; questo è un esempio di come le altri regioni non abbiano alcun problema o ostacolo a far trasferire i soggetti peggiori nell’isola ma la cosa non è reciproca.
La situazione sta, infatti, diventando ingestibile. Gli agenti sono sempre meno e devono letteralmente combattere con situazioni e quadri psichici di soggetti troppo particolari.
Per questo motivo si è stabilito l’incontro tra i rappresentanti dei lavoratori e la direzioni dell’Istituto; si spera in questo modo che l’Amministrazione sappia riconoscere le capacità e gli impieghi dei Poliziotti stremati da queste situazioni.
Lucia Locci