Finetica onlus ha nelle sue corde dall’inizio la prevenzione dell’usura. Può farne una breve storia dagli anni ’90 ad oggi?
“Finetica viene costituita nei primi anni ’90 in provincia di Napoli, da un gruppo di giovani professionisti e imprenditori, che si propongono di realizzare iniziative tese a suscitare momenti di particolare riflessione e sensibilizzazione sul valore della legalità e della centralità dei principi etici da iniettare in ambito finanziario. L’Associazione ha lo scopo di promuovere la cultura della finanza etica e solidale come pratica di giustizia economica e sociale, perché si affermi e si potenzi una gestione del risparmio e del credito che rimetta la comunità, il bene comune, le persone e i rapporti sociali al centro dell’economia, dando al denaro un ruolo di strumento e non di fine. Finetica è stata costituita nell’area metropolitana di Napoli ed oggi opera in Campania, Basilicata, Calabria, Puglia, Lazio e Sicilia. Nella primavera del 2016 è stata riconosciuta dal Ministero dell’Economia e Finanze, Organizzazione di rilevanza nazionale. Il costante impegno dell’Associazione ha portato al conseguimento di una serie di riconoscimenti nell’arco della sua operatività: è un’Organizzazione non lucrativa di utilità sociale (Onlus) ai sensi del Decreto Legislativo n. 460/97; è riconosciuta dall’Ufficio Italiano Cambi presso la Banca d’Italia quale Ente, che può esercitare non sotto forma prevalente e professionale, l’erogazione di microprestiti ai propri soci; è regolarmente iscritta nell’Elenco speciale, tenuto presso la Prefettura di Napoli quale Organizzazione che presta assistenza e solidarietà a soggetti vittime dell’usura e danneggiati dalle attività estorsive; è, infine, iscritta nell’Elenco degli Enti gestori del Fondo di prevenzione dell’usura, tenuto presso il Ministero dell’Economia e delle Finanze ai sensi dell’Art. 15 Legge 108/1996”.
Come è mutato negli anni il dramma dell’usura? Più o meno frequente? Più o meno ‘nascosto’?
“Il Ministero dell’Interno sostiene che il fenomeno usurario ammonta a circa 30 miliardi di Euro di cui più di un terzo controllato dalle mafie. A mio avviso questi numeri sono sottostimati, ma danno comunque un’idea di quanto l’usura sia un fenomeno drammatico, penetrato nel corso degli anni sempre più nel tessuto economico e sociale del Paese. L’illegalità è sempre più pervasiva e pesa troppo l’inefficacia delle azioni pur intraprese dalle Istituzioni”.
Come e perché nasce il progetto “Pio Monte Somma: Microcredito Sociale”?
“L’iniziativa nasce poiché abbiamo riscontrato che più volte gli Istituti finanziari con i quali siamo convenzionati si sono rifiutati di erogare prestiti di piccoli importi ritenuti ‘non remunerativi’, nonostante avessimo fornito delle garanzie capaci di coprire il 100% del rischio. E tutto ciò malgrado i soggetti che avevano richiesto il prestito non fossero segnalati in Centrale rischi, né fossero protestati. Il Progetto Pio Monte Somma: Microcredito Sociale fornisce un’adeguata ed immediata risposta ai bisogni dei cittadini ‘esclusi o respinti dal Sistema finanziario legale’ e assolve, quindi, allo scopo principale di Finetica: quello di prevenire l’usura”.
Può descriverlo brevemente nelle sue azioni concrete?
“Il Progetto Pio Monte Somma: Microcredito Sociale ha l’obiettivo di erogare con immediatezza prestiti di piccoli importi a favore di persone e famiglie in difficoltà. Con il Fondo di Garanzia, amministrato da Finetica e finalizzato alla prevenzione del fenomeno dell’usura, si concede una ‘garanzia reale’ in favore della persona e della famiglia che si trova in condizioni di vulnerabilità economica e sociale al fine di agevolare l’accesso al ‘microprestito’ erogato da una Cooperativa sociale. La Cooperativa sociale, secondo una ‘particolare e mitigata valutazione del merito creditizio’, stipula immediatamente un regolare contratto che ha per oggetto la concessione a tassi agevolati di un finanziamento (da 1.000 a 9.000 euro), della durata non superiore ai 60 mesi ed il cui adempimento è garantito al 100% dal Fondo antiusura gestito. L’utente esibisce semplicemente, all’atto della richiesta, un’attestazione di ‘garanzia morale’ rilasciata dall’Autorità religiosa (Parroco, Responsabile Caritas, Azione Cattolica ecc.), dall’Autorità civile (Comandante dei Carabinieri o dei Vigili Urbani, Dirigente Scolastico) oppure infine dal Responsabile di altre Organizzazioni non lucrative che operano con un ruolo di riferimento rispetto alla specifica comunità locale. La restituzione del prestito avviene nel corso dei successivi 60 mesi, tramite una disposizione permanente di pagamento su un conto postale o bancario con rate mensili che si aggirano intorno ai 100-200 euro”.
Da chi è sostenuto?
“Il Progetto Pio Monte Somma Microcredito Sociale è sostenuto in primis dalla Fondazione per il Sud, guidata da Carlo Borgomeo e, inoltre, da altre importanti realtà quali: l’Associazione Progetti Finanziamenti e Territori in Calabria; la Fondazione Grimaldi Onlus in Campania; la Fondazione Mons. Vito De Grisantis in Puglia; la Fraternità della Santa Croce di San Benedetto e l’Associazione Libere Professioni Antiracket e Antiusura”.
Le persone sostenute riescono a far fronte al prestito o incorrono in ulteriori difficoltà?
“La nostra attività di assistenza non termina con la concessione del microcredito – al quale si arriva comunque dopo una attenta attività istruttoria di analisi delle reali motivazioni che stanno spingendo quella persona o famiglia ad indebitarsi – continua, infatti, con un accompagnamento costante teso ad un uso consapevole del denaro ricevuto in prestito. Monitoriamo, inoltre, la situazione durante tutto il periodo della restituzione del prestito; nel caso si presentassero ulteriori difficoltà (il campanello d’allarme sono sovente due o tre rate non pagate) ci rendiamo subito disponibili a sostenere il nostro assistito. In ogni caso, le mancate restituzioni si aggirano intorno al 13% dell’erogato garantito dal Fondo, nonostante trattiamo prevalentemente casi definiti dal sistema bancario ‘ad alto tasso di insolvenza’”.
La pandemia ha aggravato una situazione già fragile e compromessa?
“La pandemia sta facendo crescere soprattutto al Sud il ricorso agli usurai, spesso legati alla malavita organizzata. Siamo di fronte a una diffusione capillare dell’usura che sviluppa un mercato del credito illegale a cui si rivolge chi non riesce ad accedere ad altri canali. La situazione è delicatissima, i dati sono lì a dimostrarlo: i rapporti della Direzione Investigativa Antimafia affermano che nel 2020 il fenomeno dell’usura è cresciuto del 6,5%; sono circa 42 mila, secondo la Confesercenti, le piccole attività del commercio, dell’artigianato, dell’industria e dei servizi che, pur di non fallire, potrebbero essere costrette a ricorrere a finanziamenti illegali. I crediti deteriorati nel Paese superano i 300 miliardi di euro. Tra gennaio e settembre 2020, il Ministero dell’Interno ha registrato 1.637 interdittive antimafia (nello stesso periodo del 2019 erano state 1.540) con un incremento del 6,3%. Gli aumenti maggiori si registrano, purtroppo, in Campania che da 142 interdittive del 2019 passa a 268 nel 2020 (quasi raddoppia) ed Emilia-Romagna (+89%). Nei quartieri storici e periferici di Napoli si ricorre all’usura perfino per pagare la rata del mutuo, l’affitto, la rata dell’auto o di un elettrodomestico e finanche le bollette”.
Come è il vostro rapporto con le istituzioni e che cosa potrebbero fare di più?
“Abbiamo stabilito di un ottimo rapporto con le istituzioni con le quali collaboriamo costantemente: Ministero dell’Interno, Commissariato straordinario antiracket e antiusura, Ministero dell’Economia e delle Finanze, Prefetture, Forze dell’Ordine, Procure, Regioni, Camere di Commercio. Va riconosciuto che la legislazione in materia – la Legge 108 del 1996 – dopo 25 anni, ha bisogno di un significativo intervento da parte del legislatore: 1) Occorre aumentare e rendere stabile lo stanziamento annuale di ripartizione ed eliminare ogni disparità di trattamento tra Confidi ed Associazioni e Fondazioni, introducendo per queste ultime la possibilità di recuperare i costi di gestione (art.15); 2) E’ necessario urgentemente concedere la possibilità di accesso al Fondo anche a persone singole e famiglie e non soltanto alle Partite IVA”.
In generale, stante l’attuale grave situazione economica, che cosa ritiene si potrebbe fare per contrastare il fenomeno dell’usura?
“Per contrastare e sconfiggere radicalmente il fenomeno, occorre una costante ed incisiva azione di contrasto ad opera della Magistratura e delle Forze dell’Ordine e realizzare una strategia incentrata su prevenzione, solidarietà, formazione e educazione finanziaria negli Istituti scolastici e nelle Università. Un grosso problema risiede, poi, nel funzionamento del nostro sistema bancario, che produce dei tassi di esclusione da capogiro: il 25% della popolazione attiva nel nostro Paese (10 milioni di persone tra i 18 ed i 65 anni) non può più accedere agli istituti finanziari; per costoro l’usuraio rappresenta l’unica possibilità. In tal modo viene sempre meno la funzione sociale del credito. E, infine, vi è una certa difficoltà da parte delle persone a denunciare l’usuraio, in quanto le vittime seppur ‘strozzate’ si vedono le porte sbarrate delle banche e si sentono sole e abbandonate dallo Stato, che non riconosce attualmente nessun sostegno alle famiglie in difficoltà che decidono di denunciare e finiscono così per considerare un benefattore il loro ‘strozzino’”.
(ITALPRESS).