E domani il Dantedì con il Restauro del Teatro Romano di Ferentino, nei pressi di Roma.
Diretta – ore 18 – pagina Archeoclub d’Italia Italia | Facebook
“Salimmo sù, el primo e io secondo, tanto ch’i’ vidi de le cose belle, che porta ‘l ciel, per un pertugio tondo. E quindi uscimmo a riveder le stelle.
E’ il XXXIV dell’Inferno della Divina Commedia.
E Domani, 25 Marzo nel Dantedì noi porteremo in diretta il Restauro del Teatro Romano di Ferentino, vicino Roma. Lo faremo con un importante WeBinar in diretta sulla pagina Facebook alle ore 18. Avremo Rachele Frasca che si soffermerà sugli studi condotti in merito al Teatro Romano di Ferentino. Rachele Frasca è archeologa, specializzata in Archeologia Classica presso l’Università degli Studi di Firenze e dal 2003 collabora con la Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per le Province di Frosinone e Latina e con la Soprintendenza Speciale di Roma nel settore dell’archeologia preventiva e degli studi archeologici territoriali.
Inoltre ha svolto numerosissimi indagini archeologiche in Toscana, a Roma, nel Lazio Meridionale e da anni si occupa dello studio topografico della città di Ferentino. Avremo l’architetto Paolo Culla che interverrà sul “Il restauro funzionale del Teatro Romano di Ferentino e l’inserimento nel contesto urbano”. Culla è esperto in restauro dell’antico. In diretta avremo l’architetto Claudio Lo Monaco, Consigliere Nazionale di Archeoclub d’Italia, Delegato ai Beni Ecclesiastici e Liturgici”.
Lo ha affermato Antonio Ribezzo, Presidente di Archeoclub d’Italia sede di Ferentino.
Ore 18, domani, Giovedì 25 Marzo, nel giorno di Dante il “Restauro del Teatro Romano di Ferentino”.
E il 30 Maggio Press Tour al Teatro Romano di Ferentino, per la cui valorizzazione Archeoclub si batte in modo costante. Un Educational per la stampa che darà la possibilità di compiere un viaggio in ben 26 siti archeologici di Ferentino. Un vero viaggio nella ROMA IMPERIALE!!
“Il Teatro romano risale all’epoca imperiale. Segue il declino naturale della collina, raggiungendo i 12 metri di altezza ed un diametro di 54 metri.
Le strutture sono in parte a cielo aperto e in parte inglobate nelle abitazioni private che occupano parte della gradinata. Sono state riportate alla luce la cavea e parte della scena.
Dai ruderi – ha concluso Ribezzo – sono leggibili tre tipologie murarie: la prima, costituita da laterizi, con grandi mattoni quadrati legati con un sottile ma tenace strato di malta e pozzolana; la seconda, costituita da pietrame, legato con lo stesso tipo di malta; la terza, a costruzione mista, che alterna strati di pietrame e a strati di laterizio. Il paramento a blocchetti di calcare a file orizzontali, legate da fasce di laterizio è tipico dell’età di Traiano-Adriano, con l’eccezione del tufo che qui è sostituito dal calcare, materiale facilmente reperibile nella zona. Materiali e tecnica edilizia sono perfettamente attribuibili al II sec. d.C, epoca di particolare splendore per Ferentino, che proprio nel periodo di Traiano ebbe Aulo Quintilio Prisco come patrono.
E’ un monumento di eccezionale valore storico: come testimonianza monumentale di epoca imperiale, come unico edificio teatrale nella zona degli Ernici, nonché come prova dell’importanza della città al tempo degli imperatori quale centro di vacanza e residenza, posizionato, non a caso, nelle vicinanze delle Terme di Flavia Domitilla”.