ArcheoClub: 50 anni di restauri in Italia
“Archeoclub d’Italia è stata precursore della promozione culturale dell’Italia. Oggi queste idee di progresso democratico sono state finalmente condivise. Fondato con atto notarile a Roma, per opera di Francesco Berni e me, che nel 1970 avevamo creato il Centro di Documentazione e Promozione Archeologica, per arrivare poi ad Archeoclub d’Italia e si aggiunse Baldassarre Conticello. C’era tutta l’Italia: Nord, Centro, Sud. E subito dopo seguirono Bologna, Pescara e Chieti e nel novembre del 1971 nacque la sede di Roma.
L’obiettivo era affiancare l’archeologia ufficiale nella tutela del patrimonio archeologico. Oggi sembra un concetto scontato ma all’epoca non era così. E ricordo anche la lettera che un giorno mi arrivò a firma del collega, archeologo Carandini. La grande rivoluzione di Archeoclub è stata quella di mettere accanto all’archeologia ufficiale i cultori locali, sentinelle nella valorizzazione del patrimonio.
Ben 30 anni dopo arrivò l’importante riconoscimento del ministro Giovanna Melandri, portando avanti un ragionamento che come Archeoclub avevamo fatto già prima”.
È Romolo Augusto Staccioli, cofondatore di Archeoclub d’Italia, ad avere ricordato e narrato alcune delle tappe salienti della gloriosa storia di questa associazione culturale nazionale che, nel 1971, iniziò la rivoluzione di avvicinamento della società civile al tema della tutela del patrimonio culturale nazionale. Dichiarazioni rese durante il WeBinar promosso da Archeoclub nazionale e tenutosi ieri, nell’ambito dei 50 anni dalla nascita di Archeoclub.
“Abbiamo vinto una battaglia. Oggi c’è la convinzione che il Patrimonio culturale appartenga ai cittadini mentre allora c’era la concezione che il patrimonio appartenesse a loro, ai Ministeri. Abbiamo condotto una battaglia di civiltà e di principio.
Da ricordare don Peppino Esposito che era la nostra guida spirituale. Ci fu un momento in cui noi dovevamo chiedere il riconoscimento giuridico – ha ricordato Giulio De Collibus, Presidente Onorario di Archeoclub d’Italia – e fu necessario costiutuire un capitale, 10 milioni di lire di allora e tutte le sedi contribuirono”.
Tutti nomi di grido: Massimo Pallottino, primo docente di Etruscologia alla Sapienza, Gianfranco Paci, cattedratico di Epigrafia romana, il filosofo Francesco Berni.
“Il 25 febbraio del 1971 nasceva Archeoclub d’Italia. Iniziava così una radicale rivoluzione nella società civile italiana, la quale si avvicinava, anzi, diventava parte della tutela del Patrimonio Culturale e Archeologico della nostra Italia. Un patrimonio con circa tre millenni di storia – ha affermato Rosario Santanastasio, Presidente Nazionale di Archeoclub d’Italia – quale quello italiano, può essere custodito soltanto distribuendo la cura fra coloro che sono più vicini ai Beni.
Oggi, il Ministero dell’Università e della Ricerca ha concesso il patrocinio per “I WeBinar del venerdì di Archeoclub d’Italia” nell’ambito del Giubileo promosso dall’associazione a livello nazionale in occasione del suo mezzo secolo di storia.
Una storia gloriosa! Nel corso di questi decenni, abbiamo sostenuto importanti campagne di restauro di monumenti, opere, ma anche di recupero di centri storici. Oggi siamo presenti in Italia con ben 150 sedi e 5.000 soci, numeri che in questi giorni di tesseramento sono ulteriormente in crescita”.
Il 25 febbraio del 1971 a Roma nacque Archeoclub d’Italia
“I soci fondatori furono Massimo Pallottino, allievo di Giulio Quirino Giglioli e primo docente di Etruscologia alla Sapienza di Roma, Gianfranco Paci, cattedratico di Epigrafia romana e Storia romana, il professor Romolo Augusto Staccioli, il filosofo Francesco Berni, ideatore e promotore instancabile. Loro fondarono Archeoclub d’Italia – ha proseguito Santanastasio – mossi dall’amore per questa nostra terra. Oggi, questo pomeriggio, alle ore 17, a distanza di 50 anni, Romolo Augusto Staccioli, 91enne, grazie alla sua lucidità sarà in diretta sulla nostra pagina Facebook e ripercorrerà con noi tutte le tappe storiche di 50 anni di Archeoclub, 50 anni di Italia”.
Numerosissime le campagne di Archeoclub d’Italia e le lotte
“La prima di queste campagne è stata l'”Operazione Conoscenza”, lanciata oltre 30 anni fa come propedeutica all’impegno sul territorio: proponeva a tutte le Sedi locali un sistema di schedatura veloce dei beni culturali locali – ha continuato Santanastasio – base indispensabile per la programmazione di ogni ulteriore azione di recupero e di sviluppo.
E ancora la campagna “Salviamo i castelli”
Quasi ogni paese d’Italia ha una rocca o un castello, simbolo del potere civile ma anche difesa e rifugio contro le aggressioni esterne. La maggior parte di questi edifici è ridotta oggi al ruolo di rudere pittoresco, poiché è scomparsa la sua funzione primaria.
AcheoClub d’Italia Onlus ha proposto una campagna di sensibilizzazione perché le strutture rimaste venissero consolidate e restaurate, restituendo alle comunità locali un elemento importante della loro storia. Ci siamo riusciti e continueremo a farlo. Altra storica campagna è “Chiese aperte”.
Molte chiese in Italia sono state demanializzate e chiuse al culto, altre hanno risentito dell’abbandono dei borghi e delle campagne: su tutte pesa il destino di un lento degrado.
L’impegno da parte delle sedi di ArcheoClub d’Italia Onlus di aprire queste chiese nella seconda domenica di maggio di ogni anno con visite guidate dai nostri soci, ha dato la possibilità a questi luoghi di rivivere e portato al recupero di numerose strutture antiche, spesso di valore architettonico notevole.
La battaglia per la Valle dei templi
La Valle dei Templi di Agrigento era minacciata da una urbanizzazione sempre più aggressiva e incontrollata. Le denunce della nostra Sede locale di ArcheoClub d’Italia Onlus hanno indotto la Sede centrale a dar vita a una grande manifestazione nazionale, che ha portato l’attenzione dell’opinione pubblica su questo grave problema. Il conseguente interessamento delle autorità ha portato all’abbattimento delle case edificate nell’area del parco archeologico.
E ancora la “La Venere di Morgantina”
L’intensa campagna di opinione pubblica sul trafugamento di una statua di notevole pregio artistico dal sito archeologico di Aidone-Morgantina, città di fondazione greca in Sicilia, ha avuto l’esito di far tornare in Italia questa scultura, diventata oggi famosa in tutto il mondo come l’emblema della città ed è oggi conservata nel museo locale. L’impegno per le “Le vie consolari romane” in quanto:
“Tutte le strade portano a Roma”
Il detto popolare esprime ingenuamente una caratteristica essenziale dell’organizzazione pubblica dello Stato romano da quando questo esce dai ristretti confini del Lazio e si avventura nel mondo conosciuto…
Noi abbiamo individuato e recuperato alcune di queste vie consolari romane.
Oggi 150 sedi e 5.000 soci. Da Onlus ad APS, Associazione Promozione Sociale
“Le sedi aumentano. Diventare socio di ArcheoCLub d’Italia Onlus prima e oggi Associazione di Promozione Sociale significa entrare a far parte di una grande famiglia – ha detto Santanastasio – e adoperarsi a favore della conservazione, divulgazione e fruizione del patrimonio storico, artistico, architettonico e ambientale. I soci AcheoClub d’Italia Onlus quale era prima e poi divenuta nel 2020 Associazione di Promozione Sociale, sono persone attive, mosse da passione e piene di interessi, viaggiano molto e in questo momento abbracciamo numerosi settori: archeologia, geologia, architettura, restauro, ricerca, tutela del mare”.
Tutela del patrimonio archeologico marino con Marenostrum struttura specialistica di Archeoclub
“Archeoclub d’Italia c’è, racconta, narra, descrive, tutela e dispone di una struttura specialistica “Marenostrum” che si occupa di beni emersi e sommersi costieri sia sotto l’aspetto della conoscenza – ha continuato Santanastasio – studio e ricerca, ma anche della valorizzazione, salvaguardia e promozione. Valutando anche il contesto associato ai fenomeni erosivi, che sono tra le cause principali della perdita, in questi casi, della memoria storica. Marenostrum da più anni si occupa di un progetto di ricerca autorizzato dalla Soprintendenza competente, con l’Università Iulm di Milano e proprio dalle attività di studi, ricerche e divulgazione ottenne, nel 2014, il riconoscimento del Presidente della Repubblica con una medaglia per l’alto valore scientifico e divulgativo degli eventi organizzati dalla struttura specialistica”.
La collaborazione concreta in Protezione Civile
“Archeoclub ha rigenerato il proprio comitato scientifico nazionale. Inoltre, siamo in prima linea in Protezione Civile – ha concluso Santanastasio – con lo scopo di diventare un riferimento nei confronti delle Istituzioni del settore nell’ambito dei Beni Culturali laddove dovessero accadere fenomeni naturali come alluvioni e terremoti
Prendersi cura dell’Italia, in 50 anni, Acheoclub lo ha fatto promuovendo l’intero territorio nazionale, i monumenti, pensando ad essere parte attiva anche nelle opere di recupero, di restauro e di valorizzazione. Dunque oggi, giovedì e venerdì saremo in diretta Facebook con Romolo Staccioli, cofondatore di Archeoclub d’Italia, 91 anni ma con un’energia infinita e con Giulio De Collibus, Presidente onorario”.