Cantautore del Tenco (1995), musicista, compositore e arrangiatore, menzione d’onore Memorial Sermoneta (2019), chitarrista del Rhapsodija trio, ha partecipato ad alcune colonne sonore di film e tanto altro. Maione è un poeta della musica dalla spiccata personalità che riesce a conquistare, magistralmente, l’interesse dell’ascoltatore cantando la nuda realtà con tutte le sue sfaccettature.
Il suo ultimo video “Tutto quello che mi manca è un attimo” ci catapulta in una seducente atmosfera noir intrisa di rock’n’roll e di blues old style trascinanti e ipnotici. Parole e musica supportano l’impronta autorale dai contenuti originali, creando un brano profondo, ritmicamente coinvolgente e con quel tocco carezzevole di romanticismo che non guasta mai. Una creazione che ancora una volta, ci fa godere di un’arte frutto di creatività e abilità innate.
Maione è stato già ospite di Sardegna Reporter, ma approfittiamo della sua gentilezza per conoscerlo ancora meglio.
Ciao, e grazie di essere qui con noi
“Tutto quello che mi manca è un attimo” è il brano del video ispirato al film “Leaving Las Vegas”. Ci descriveresti quell’attimo? Richiama, forse, il carpe diem oraziano?
Probabilmente sì, in questo caso è l’attimo disperato prima di un destino ineluttabile, ma denso di indispensabile tenerezza.
Il film da cui trai ispirazione per questo video è, fondamentalmente, una storia d’amore e di disperazione tra due anime che si supportano a vicenda per esorcizzare la durezza del loro destino, ma cos’è l’amore per Maione?
Domanda molto impegnativa… Forse un gioco di complicità, di passioni condivise, ricerca del piacere, ma anche impegno reciproco di supporto, di dedizione alla cura dell’altro. Cosa non facile in questo gioco, è escludere “vincitori” e “vinti…”
C’è un verso di questa canzone che racconta un po’ di te?
“Più non so perdere”? No, non credo, almeno consciamente. Mi sono completamente immerso in quella ispirazione, facendomene attraversare… In effetti io non racconto niente di quello che c’è nel film, forse lo lascio appena trasparire, ma non parlo mai esplicitamente né di una prostituta né di un alcolista. Non m’ interessava raccontare il film, anche perché sarebbe stato impossibile … E’ stato solo il punto di partenza, poi non so dove sono arrivato…
Sarei curiosa di conoscere la genesi di questo brano, l’attimo in cui hai avuto la voglia di scriverlo, o l’episodio che ti ha ispirato. Ti va di raccontarcelo?
Posso solo dirti che questo testo l’ho scritto abbastanza di getto. No, non c’è stato un vero e proprio episodio, tutto il film mi è piaciuto. La prima volta che l’ho visto, anni addietro, sono rimasto colpito, ma quando l’ho rivisto recentemente, sono stato travolto. Mi ha commosso in particolare la disperata passione dei due protagonisti nel cercare qua e là pezzi di liricità, di felicità seppur fragile, nelle macerie delle loro vite… poi c’è l’America, intendo proprio come racconto letterario, come mito, che mi ha dettato la scelta della musica, di quel mood tra blues e rock’n’ roll…
Le persone ascoltano la musica perché vogliono dar voce alle proprie emozioni. Tu sei un cantautore intenso, oserei definirti intimista, che ha la capacità di trasmettere emozioni diverse con estrema naturalezza. Come riesci a farlo?
Io ti ringrazio. Se è vero quello che dici, be’, sono contento, perché dietro quella naturalezza c’è tanto lavoro, soprattutto nei testi. Della parola non cerco tanto il contenuto, quanto la forma e il suono. Deve funzionare sulla musica. Molto spesso mi capita di rinunciare a una parola che magari letta è bellissima, ma sulla musica non suona e quindi mi arrovello per trovarne un’altra. Se non è esplicita come la precedente, pazienza, la parola non deve spiegare, deve suonare e soprattutto evocare. E alla fine deve sembrare naturale, appunto, come dici tu. Per questo spesso resto freddo davanti a certi testi a mio avviso troppo espliciti, troppo “detti”.
Chi è Maione quando non è immerso nella musica? In cosa crede?
È la musica immersa in lui che crede a tutto quello che non si vede ma esiste.
Hai un progetto ideale, artistico o di vita personale, a cui arrivare come massima aspirazione?
Mah, semplicemente poter portare a termine il mio lavoro. Non mi interessa la fama, né il successo economico o la gloria delle mete oscure al di là delle quali non sai cosa trovi… E non avrei neanche l’età per pensarci. Mi piacerebbe solo essere invitato a suonare le cose in cui credo, e non perché sono belle, ma perché sono autentiche, sentite. Ma stiamo parlando di qualcosa che non esiste, nel senso che sono davvero pochi i posti dove poter suonare musica originale. La gente vuole divertirsi, parlare, bere una birra e ascoltare quasi sempre cose che già conosce. E allora diventa indispensabile avere un nome. Se sei un nome, il tuo pubblico, viene proprio ad ascoltare quello che hai da offrire. E così sono costretto a rimboccarmi le maniche!
La musica, legata alle parole, rappresenta un mezzo molto potente per smuovere la nostra essenza e arrivare dritta al cuore, quale tra le tue canzoni, ti ha lasciato il segno dal punto di vista emozionale?
Tutte. E nessuna. Ce ne è una che mi tocca più l’anima, un’altra più la pancia e così via… forse ce n’è una per ogni momento. “Tutto quello che mi manca è un attimo” è sicuramente una di quelle.
Un viaggio improvviso… in valigia puoi portare solo tre cose, cosa porti?
Sicuramente il navigatore satellitare, che uso anche per spostarmi dalla cucina al mio studio (orientamento zero…), anzi, il computer portatile che ha incorporati sia navigatore che bussola… Me ne restano altre due, quindi una chitarra (smontabile se devo metterla in valigia) e la mia piccola ma efficiente videocamera.
Una bella vacanza in un paese lontano chi vorresti portare con te?
Se dico l’amante, mia moglie mi ammazza, se dico la moglie, l’amante mi lascia. Forse è meglio che ci vada da solo…
Cosa sogni? E cosa invece ti fa paura?
Sogno un po’ di pace. Quello che invece mi fa paura è l’assenza di caos…
Non amo le domande preconfezionate, ma sono curiosa dei tuoi progetti futuri
Il terzo disco. Ho già diverso materiale, ma è talmente variegato che sarà una “guerra”. E poi scusami se ti do una risposta che può sembrare troppo spiritosa, ma è sincera: arrivare a stasera…
Grazie davvero per l’energia che ci hai trasmesso, ti salutiamo sperando di riaverti presto con noi, intanto buona musica!
E adesso sfido chiunque a non morire dalla voglia di vedere e ascoltare questo video. È facile, basta un click!
LINK AL VIDEO DI “TUTTO QUELLO CHE MI MANCA È UN ATTIMO”
Sabrina Cau