Crescono i positivi in tutta Europa, gli ospedali in Italia sono al limite, medici e infermieri sono sottoposti a stress e ritmi massacranti. Ancora molti di loro contraggono il virus e il numero dei pazienti deceduti aumenta tragicamente.
La nuova ondata di diffusione del Covid sta costringendo i governi ad attuare lockdown locali, il che aggrava ulteriormente la situazione economica.
Che fare? Quali tra le soluzioni di cura proposte può essere utilizzata da subito per guarire i malati di Covid e interrompere la catena di trasmissione del virus?
Secondo il prof. Marianno Franzini, Presidente internazionale della SIOOT (Società Scientifica di Ossigeno Ozono Terapia), una soluzione c’è.
Economica, sicura, efficace, si chiama ossigeno ozono terapia e può essere utilizzata facilmente e immediatamente in tutti gli ospedali dove sono ricoverati malati di Covid.
Franzini sottolinea che l’ossigeno ozono terapia è una pratica da mettere a disposizione dei pazienti al più presto, in particolare per le persone anziane che sono la fascia di età più a rischio.
La dichiarazione di Franzini.
«Vorrei evitare – ha detto il Presidente Internazionale della SIOOT – che con la saturazione delle terapie intensive e dei reparti Covid, qualcuno decida di discriminare e lasciare senza cure gli anziani».
«Sarebbe un crimine inaccettabile – ha sottolineato il Professore –, con l’ossigeno ozono possiamo salvarli tutti!».
Per questo motivo la SIOOT si è messa a disposizione per fornire il Protocollo di Cura e le macchine per la produzione di ozono a tutti gli ospedali, i presidi medici, gli ambulatori e le RSA che lo richiedano, al fine di praticare l’ozonoterapia a tutti i pazienti Covid ai vari livelli di gravità: da quelli solo positivi fino a quelli ricoverati in terapia intensiva.
Intervistato da “Orbisphera”, il prof. Franzini ha precisato: «Se si va su PubMed, la piattaforma medica più autorevole e grande del mondo, si possono leggere gli studi che dimostrano l’efficacia dell’ossigeno ozono terapia per curare i malati di Covid».
Tra i primi lavori che compaiono c’è quello intitolato “Oxygen-ozone (O2-O3) immunoceutical therapy for patients with COVID-19. Preliminary evidence reported”, in cui si riportano in dettaglio i dati sperimentali su 50 pazienti ospedalizzati Covid-19 affetti da sindrome respiratoria acuta (ARDS), di età superiore ai 60 anni, tutti di sesso maschile e sottoposti a ventilazione meccanica non invasiva in terapia intensiva.
In questo studio, di cui Franzini è coautore insieme ai medici e professori Luigi Valdenassi, Giovanni Ricevuti, Salvatore Chirumbolo Markus Depfenhart e Dario Bertossi, i risultati attestano che «dopo il trattamento con ossigeno ozono si è verificato un miglioramento significativo degli indici di infiammazione e una rapida ossigenazione».
«Inoltre è stata osservata una significativa riduzione dei marcatori infiammatori e tromboembolici (CRP, IL-6, D-dimero) ed è stato segnalato un miglioramento dei principali indici respiratori, come i marker di scambio respiratorio e gassoso».
L’indagine.
Lo studio in questione è stato ripreso anche dalla pagina bibliografica relativa al Covid pubblicata dall’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità).
Franzini ha rilevato che, nel periodo marzo-maggio 2020, la SIOOT ha raccolto i dati di 100 pazienti trattati con ossigeno ozono terapia in 15 ospedali.
I risultati sono stati superiori alle aspettative, con un’efficacia di guarigione del 98%.
Questi risultati sono stati illustrati il 3 giugno alla Camera nel corso di un’audizione presso la XII Commissione Affari Sociali.
È sulla base di tali risultati che Franzini, a nome della SIOOT, ha invitato tutti i colleghi medici a praticare l’ossigeno ozono terapia. In primo luogo a sé stessi per immunizzarsi e poi ai pazienti per curarli e guarirli in tempi brevi.
Per avere informazioni sul protocollo di cura SIOOT, chiamare e/o scrivere a: