Oggi l’orizzonte di tranquillità, quello in cui si potrà tornare serenamente ad affollare le sale cinematografiche, pare ancora distante. Ma la necessità di conoscere quello che accade fuori dalle nostre finestre, oltre le vie di casa, lontano dalle nostre città è ancora più forte di prima, e il cinema documentario, nella sua salda aderenza al reale, acquista ulteriore valore in un momento in cui lo spettro di nuove chiusure e restrizioni più serrate rischiano di limitare i margini di movimento di ciascuno.
Il cinema, allora, può spalancare quegli scenari che ci sono momentaneamente negati, e i luoghi che non possiamo raggiungere fisicamente li attraversiamo grazie allo sguardo altrui, quello di registe e registe che si fanno testimoni di un pianeta vivo e in perenne trasformazione, ben oltre lo stallo – forse solo apparente – imposto dal virus. Anche per questo abbiamo deciso di confermare la manifestazione in nuove date, dal 2 al 6 dicembre, per garantire il corretto svolgimento del festival e assolvere a quello che l’Istituto Superiore Regionale Etnografico ritiene un dovere nei confronti della propria missione: creare un ponte tra i popoli e le culture per mezzo della cultura e della sua diffusione.
“Fare cinema è da tempo una sfida e quest’anno lo è stato più che mai” dichiara il direttore artistico di IsReal Alessandro Stellino “la quarantena di marzo e aprile ha bloccato le riprese di molti film e anche chi era al montaggio si è trovato in difficoltà, costretto a rimandare la consegna del proprio lavoro. Le sale sono state colpite duramente e in parecchi hanno rimandato a data da definirsi la data di distribuzione delle opere; lo stesso vale per i festival che si sono visti privare della possibilità di offrire al pubblico, più o meno locale, programmazioni a lungo elaborate nell’arco dei mesi precedenti.
Le piattaforme online sono arrivate come un’ancora di salvezza: se è vero che un festival non può non configurarsi come luogo di incontro e scambio tra le persone, per creare comunità intorno ai film, è vero che la rete è in grado di ampliare in maniera esponenziale la platea di spettatori e far circolare le opere ben oltre la dimensione limitata data da uno specifico luogo. Niente può sostituire la proiezione di un film in sala ma, nei momenti più difficili di quest’anno, abbiamo scoperto che l’offerta di cinema va salvaguardata a tutti i costi e che il digitale offre inedite e sorprendenti opportunità.
Per questo abbiamo creduto opportuno rispettare il programma stilato in precedenza, confermando la partecipazione di tutti i film già selezionati, a conferma di un’adesione entusiastica da parte dei loro autori e autrici, ribadita anche a seguito delle attuali limitazioni”.
In attesa di rivelare il programma completo della quinta edizione del festival, che presenterà una decina di opere internazionali in concorso e altre fuori concorso, anticipiamo che il focus principale della manifestazione sarà dedicato al cineasta cileno Patricio Guzman di cui si presenterà per la prima volta in Italia la trilogia composta da “Nostalgia della luce” (2010), “La memoria dell’acqua” (2015) e “La cordigliera dei sogni” (2019). I tre film del maestro del cinema documentario, arrestato all’indomani del colpo di stato del settembre 1973 e poi fuggito dopo due settimane di detenzione nello stadio di Santiago, raccontano con passione e lucidità la storia di un paese sempre più immemore del proprio passato, riflettendo a fondo sul tema della memoria e della sua persistenza come atto politico. La quinta edizione di IsReal – Festival di Cinema del Reale sarà disponibile dal 2 al 6 dicembre sulla piattaforma streaming di MYmovies.it. Tutte le proiezioni saranno gratuite.