«Il nome Ananda vuol dire felicità, beatitudine. È la mia personale ricerca di una pace interiore che forse non troverò mai – ha spiegato l’autore –. Una ricerca che non si è conclusa col mio ritorno a casa, ma è proseguita per dieci anni in un percorso sofferto e doloroso, che ha trovato la sua catarsi in una commistione di sorrisi e lacrime da un lato e musica e immagini dall’altro, e quindi divinità, saggi, antichi maestri e fantasmi. Dieci anni che non sono comunque bastati a supplire una tremenda separazione, quella di una presenza che sento sempre camminare di fianco a me».
Prodotto da Monello Film, il documentario sarà presentato in prima nazionale a IsReal, il “Festival del cinema del reale” che in questo difficile momento di pandemia si trasferirà dall’auditorium “Lilliu” di Nuoro sulla piattaforma internet MYmovies, per essere reso fruibile dal 2 al 6 dicembre al vasto pubblico del web. Ananda è stato inserito nella sezione Camineras dedicata alle opere realizzate in Sardegna oppure da autori sardi.
Appena recuperate le immagini perdute, il regista non ha trovato l’ardire di rivederle fino al 2016, quando un rinnovato entusiasmo lo ha spinto a riprenderle in mano per iniziare un nuovo percorso, durato tre anni, verso la realizzazione definitiva del film.
Nell’opera confluiscono riflessioni, punti di vista personali che commentano gli eventi di un viaggio divenuto un’avventura incredibile e carica di significato. Una sorta di romanzo di formazione vissuto fra le spiagge del sud dell’India e le pendici delle vette più alte del mondo.