Sassarese e Sanità, ecco i nodi da sciogliere
Un’analisi ad ampio spettro per individuare i tanti nodi ancora irrisolti della Sanità del sassarese e capire quali sono i problemi strutturali e quelli invece generati o aggravati dall’emergenza sanitaria che non accenna ad arretrare.
La Cisl Medici ritiene sia arrivato il momento di sciogliere quei nodi una volta per tutte e rivendicare la soluzione di vertenze ancora drammaticamente aperte.
Di questo e tanto altro si discuterà a Sassari nell’incontro-dibattito organizzato dalla Cisl Medici il prossimo venerdì 16 ottobre, alle 15:30, nel salone Giordo-Sechi della segreteria generale in via IV novembre 53.
Prevista la partecipazione di Gavino Carta, segretario generale della Cisl Sarda, e Biagio Papotto, segretario generale della Cisl Medici.
Va detto subito, però, che la pandemia ha evidenziato come il taglio severo al sistema sanitario nazionale – oltre 30 miliardi di euro negli ultimi venti anni – sia stata una scelta non priva di conseguenze.
La riforma della Asl unica e della rete ospedaliera non può essere assimilata alla riforma della sanità sarda, ma deve essere inquadrata all’interno di un confronto con il sindacato e mantenendo come riferimento il miglioramento del servizio sanitario per la comunità.
«È evidente che sul sistema sanitario si debba investire subito e in modo significativo, in particolare nel personale, nelle strutture e negli strumenti al fine di superare le inefficienze nei servizi – spiega Luciana Cois, segretaria generale Cisl Medici Sardegna – non è possibile rimandare ancora azioni rivolte ai servizi ospedalieri, ambulatoriali, riabilitativi e socio-assistenziali e questo a partire dalle assunzioni di medici, infermieri, oss e ausiliari, sistematicamente costretti a farsi in quattro per garantire le prestazioni».
«Tra le varie questioni aperte – prosegue Pier Luigi Ledda, segretario generale Cisl Sassari – c’è il drastico ridimensionamento del servizio di prevenzione delle patologie, con gravi ricadute sociali, in particolare sulle fasce più deboli e sugli anziani».
«Non è di importanza secondaria – conclude Ledda – il conseguente peggioramento degli accessi ai reparti ospedalieri e ai servizi emergenziali, lo stato di decadenza della medicina specialistica ambulatoriale e la mancanza di un piano straordinario per l’abbattimento delle liste di attesa».
Chi lo desidera potrà seguire l’incontro anche in webinar, chiedendo le credenziali a [email protected]