Cala Gonone Jazz Festival: dal pomeriggio alle Grotte del Bue Marino con Sarah Jane Ghiotti, sino alla sera al Villaggio del Jazz, a dominare i due palchi sono state le voci di Vittoria Lai, seguita nuovamente dalla Ghiotti e in conclusione Valentina Monetta. Unica eccezione, l’apertura serale, introdotta da Andrea Cubeddu –bluesman di origine oranese e cittadino del mondo- in duo col percussionista Gianni Pitzalis.
Mollati gli ormeggi, le barche si sono dirette alle Grotte del Bue Marino nel pomeriggio di venerdì, raggiungendo la sala della dama bianca, il magnifico ingresso del complesso calcareo.Sarah Jane Ghiotti, arrivata qualche ora prima per le prove, ha espresso stupore e meraviglia di fronte a questo teatro naturale, lasciandosi conquistare e ispirare dalle potenzialità sonore che emergono, ogni volta diverse, in questo luogo.
“Per me è bellissimo ritrovarmi in questo posto magico e antico, per cui – anche durante le prove- ho cercato di entrare in contatto con i suoni della grotta” racconta emozionata Ghiotti “la musica è qualcosa di innato, non è un’invenzione dell’uomo, ma una scoperta di qualcosa che già esiste. Per questo, visto che sono qui, cercherò di restituire alla grotte il mio canto, nella maniera più naturale possibile”.
La voce dolce, dai timbri modulati di Sarah Jane Ghiotti (accompagnata dalla fisarmonica di Giacomo Rotatori) arriva dritta al cuore dei presenti, ottenendo l’effetto desiderato. Merito anche della diva a cui si è ispirata, l’immortale Edith Piaf, i cui brani –vibrati e gorgheggianti- rimangono impressi nella memoria collettiva portando i presenti a cantarli a mezza bocca, senza interrompere la delicata performance del duo Ghiotti-Rotatori.
In apertura al Villaggio del Jazz una vecchia –seppur giovane- conoscenza del Cala Gonone Jazz Festival: Andrea Cubeddu, insieme al percussionista Gianni Pitzalis.
“Ci siamo conosciuti in Piemonte” spiega Cubeddu “ci siamo trovati subito e ho deciso di portare il progetto Nostos insieme a lui”. E a proposito del nuovo album dichiara “Rispetto al precedente, dove avevo deciso di utilizzare l’inglese, si tratta di un disco interamente in italiano in cui narro delle storie, storie antiche di miti mediterranei e soprattutto quelli greci. In molti li conoscono, ma io ho voluto dare a queste vicende un’impronta personale, biografia e identitaria, ma che parlasse anche alla nostra società perché i temi ci toccano tutti, sono ancora attuali”.
Il duo comincia, infatti, con l’amore tormentato e impossibile tra il pastore Endimione, innamorato di Artemide per poi proseguire con alcuni brani dedicati alla “straniera” Medea, alla “sua Itaca” e alla speranza contenuta nel vaso di Pandora.
Subito dopo, Vittoria Lai, cantante di formazione lirica, insieme a Marco Schirru al piano, hanno preso parte in questa riscoperta delle musica e narrazione antica rispolverando gli spartiti del compositore di Samassi Lao Silesu.
“Ha vissuto ed è morto a Parigi, approfondendo la composizione e la scrittura dei generi di gran moda nella città più cosmopolita degli anni ‘20” presenta così il progetto Sil’e su Jazz, Vittoria Lai “La chanson française e la song inglese sono sicuramente due delle forme canore più studiate da Stanislao Silesu e abbiamo cercato un modo di riproporle dopo tutti questi anni sepolte negli archivi”.
Per terminare in bellezza, le due cantanti sammarinesi pluripremiate, Sarah Jane Ghiotti e Valentina Monetta, si sono date il cambio sul palco in un’esibizione senza tregua che ha avuto un ottimo riscontro di pubblico.
Con loro, Simone Migani al piano, Andy J. Tara al basso e Paco Montuori alla batteria.
La voce graffiante e la personalità spiccata di Monetta si unisce quindi a questo ricchissimo ensemble in cui si sondano i generi più disparati, dal soul all’RnB sino alla música popular brasileira in cui la Ghiotti sembra trovare una dimensione ideale.
Sabato primo agosto cala il sipario sulla XXXIII edizione del CGJF con quattro nuovi concerti: Lula Pena alle Grotte del Bue Marino e al Villaggio del Jazz Dirtyhands, Icefire 4et e il pianista Fabrice Eurly in chiusura.
CALAGONONE JAZZ 2020 – 33^ edizione
FESTIVAL Internazionale
Sabato 1° agosto
Grotte del Bue Marino
Ore 16:30
Lula Pena
Lula Pena – voce e chitarra
Lungomare Palmasera – Il villaggio del Jazz
Ore 20:30
Dirty Hands
Francesco Nieddu, Valter Spada, Willy Boy, Tommaso Pintori
Ore 20:45
ICEFIRE 4et
Cesare Mecca – trumpet; Gledison Zabote – tenor sax; Matteo Piras – bass; Alessandro Minetto – drums
Ore 22:00
Fabrice Eulry – piano solo
Organizzazione e Direzione Artistica – Associazione Culturale “L’Intermezzo”
Via Aurelio Saffi n. 1 Tel. e Fax 0784 232539 (info e prenotazione)
Sito: www.calagononejazzfestival.com
Fb: www.facebook.com/CalaGononeJazzFestival
Dal pomeriggio alle Grotte del Bue Marino con Sarah Jane Ghiotti, sino alla sera al Villaggio del Jazz, a dominare i due palchi sono state le voci di Vittoria Lai, seguita nuovamente dalla Ghiotti e in conclusione Valentina Monetta. Unica eccezione, l’apertura serale, introdotta da Andrea Cubeddu –bluesman di origine oranese e cittadino del mondo- in duo col percussionista Gianni Pitzalis.
Mollati gli ormeggi, le barche si sono dirette alle Grotte del Bue Marino nel pomeriggio di venerdì, raggiungendo la sala della dama bianca, il magnifico ingresso del complesso calcareo.
Sarah Jane Ghiotti, arrivata qualche ora prima per le prove, ha espresso stupore e meraviglia di fronte a questo teatro naturale, lasciandosi conquistare e ispirare dalle potenzialità sonore che emergono, ogni volta diverse, in questo luogo.
“Per me è bellissimo ritrovarmi in questo posto magico e antico, per cui – anche durante le prove- ho cercato di entrare in contatto con i suoni della grotta” racconta emozionata Ghiotti “la musica è qualcosa di innato, non è un’invenzione dell’uomo, ma una scoperta di qualcosa che già esiste. Per questo, visto che sono qui, cercherò di restituire alla grotte il mio canto, nella maniera più naturale possibile”.
La voce dolce, dai timbri modulati di Sarah Jane Ghiotti (accompagnata dalla fisarmonica di Giacomo Rotatori) arriva dritta al cuore dei presenti, ottenendo l’effetto desiderato. Merito anche della diva a cui si è ispirata, l’immortale Edith Piaf, i cui brani –vibrati e gorgheggianti- rimangono impressi nella memoria collettiva portando i presenti a cantarli a mezza bocca, senza interrompere la delicata performance del duo Ghiotti-Rotatori.
In apertura al Villaggio del Jazz una vecchia –seppur giovane- conoscenza del Cala Gonone Jazz Festival: Andrea Cubeddu, insieme al percussionista Gianni Pitzalis.
Cala Gonone Jazz Festival
“Ci siamo conosciuti in Piemonte” spiega Cubeddu “ci siamo trovati subito e ho deciso di portare il progetto Nostos insieme a lui”. E a proposito del nuovo album dichiara “Rispetto al precedente, dove avevo deciso di utilizzare l’inglese, si tratta di un disco interamente in italiano in cui narro delle storie, storie antiche di miti mediterranei e soprattutto quelli greci. In molti li conoscono, ma io ho voluto dare a queste vicende un’impronta personale, biografia e identitaria, ma che parlasse anche alla nostra società perché i temi ci toccano tutti, sono ancora attuali”.
Il duo comincia, infatti, con l’amore tormentato e impossibile tra il pastore Endimione, innamorato di Artemide per poi proseguire con alcuni brani dedicati alla “straniera” Medea, alla “sua Itaca” e alla speranza contenuta nel vaso di Pandora.
Subito dopo, Vittoria Lai, cantante di formazione lirica, insieme a Marco Schirru al piano, hanno preso parte in questa riscoperta delle musica e narrazione antica rispolverando gli spartiti del compositore di Samassi Lao Silesu.
“Ha vissuto ed è morto a Parigi, approfondendo la composizione e la scrittura dei generi di gran moda nella città più cosmopolita degli anni ‘20” presenta così il progetto Sil’e su Jazz, Vittoria Lai “La chanson française e la song inglese sono sicuramente due delle forme canore più studiate da Stanislao Silesu e abbiamo cercato un modo di riproporle dopo tutti questi anni sepolte negli archivi”.
Per terminare in bellezza, le due cantanti sammarinesi pluripremiate, Sarah Jane Ghiotti e Valentina Monetta, si sono date il cambio sul palco in un’esibizione senza tregua che ha avuto un ottimo riscontro di pubblico.
Con loro, Simone Migani al piano, Andy J. Tara al basso e Paco Montuori alla batteria.
La voce graffiante e la personalità spiccata di Monetta si unisce quindi a questo ricchissimo ensemble in cui si sondano i generi più disparati, dal soul all’RnB sino alla música popular brasileira in cui la Ghiotti sembra trovare una dimensione ideale.
Sabato primo agosto cala il sipario sulla XXXIII edizione del CGJF con quattro nuovi concerti: Lula Pena alle Grotte del Bue Marino e al Villaggio del Jazz Dirtyhands, Icefire 4et e il pianista Fabrice Eurly in chiusura.