Proprio in questi giorni gli apicoltori sardi, in particolar modo quelli che operano nel centro Sardegna, hanno segnalato in questa prima fase del 2020 una situazione molto preoccupante: un crollo verticale delle produzioni di miele.
Questa nuova battuta d’arresto, dopo l’annus horribilis 2019 che, in alcuni casi, ha segnato crolli dell’85%, sta creando molta preoccupazione tra gli operatori del settore e gli agricoltori, una situazione molto difficile e complessa che rischia di mettere in ginocchio l’intero comparto.
Apicoltori in difficoltà: le cause
Riduzione dell’attività delle api, scarso volo e soprattutto mancanza di fioriture, un inverno caldo: sono le cause che portano gli apicoltori a prendere delle decisioni drastiche sulle strategie di allevamento per mantenere in vita le arnie.
“Le api escono pochissimo dalle arnie, il volo è molto scarso”.
Sono le parole degli apicoltori che in alcune giornate sono costretti a intervenire per nutrirle, un fenomeno che determina un forte aumento dei costi di produzione, in particolare per chi pratica nomadismo, considerato che deve aggiungere i costi del gasolio.
Una minore produzione di miele (ma anche propoli e pappa reale) porterebbe gli apicoltori a chiudere le l’attività o gestirle in modo sempre più marginale e secondario: una tragedia che dobbiamo assolutamente evitare perché significherebbe meno api, minor salute per l’ambiente e meno lavoro per quanti ormai operano da anni nel settore.
Sono necessari maggiori interventi a livello europeo e stiamo lavorando per ottenere maggiori tutele per la prossima PAC.
L’appello degli On.li Luciano Cadeddu e Lucia Scanu
Il mio appello va alla Regione Sardegna: è necessario sbloccare urgentemente tutti i pagamenti della siccità del 2017, per quello che fu un anno nero per il comparto agricolo, a metà gennaio solo una minima parte delle domande era stata liquidato e gran parte non erano state neanche istruite.
In questi 2 anni di attesa gli apicoltori, gli agricoltori e gli operatori del settore hanno fatto i salti mortali, ma per un’azienda agricola i soldi a due anni di distanza non possono significare un aiuto concreto e immediato.
I numeri assurdi mettono in luce un sistema dei pagamenti che funziona poco e male: così facendo, anziché aiutare imprese agricole, le si sta penalizzando.
Grazie al lavoro della Commissione Agricoltura il Ministero delle Politiche Agricole e Forestali Alimentari e Forestali si accinge a stanziare 2 milioni di euro per la tutela del miele Made in Italy, queste ulteriori risorse destinate al settore serviranno per finanziare di tre tipologie di progetti:
- la ricerca e sperimentazione per il miglioramento della produzione;
- la composizione di prodotti assicurativi per la gestione sostenibile del rischio nel settore apistico;
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la promozione istituzionale per valorizzare il miele come alimento naturale, attraverso la divulgazione di conoscenze sulle sue caratteristiche nutrizionali, scientifiche e organolettiche.
“Da agricoltore e allevatore non posso che schierarmi incondizionatamente dalla parte degli apicoltori. Se vogliamo tutelare la biodiversità e le produzioni dobbiamo salvaguardare l’unica specie che tiene in piedi l’intero sistema agricolo, il futuro dell’apicoltura è il futuro stesso della nostra agricoltura”.