L’arte di sopravvivere al tempo della crisi tra segreti di bellezza e confidenze “da donna a donna” in “Unghie & Crisi”, originale e coinvolgente spettacolo de L’Aquilone di Viviana con drammaturgia e regia di Ilaria Nina Zedda e disegno luci e video a cura di Marco Quondamatteo, in cartellone sabato 29 febbraio alle 21, al Teatro Comunale di San Gavino Monreale, sotto le insegne della Stagione 2019-2020 de La Grande Prosa, organizzata dal CeDAC nell’ambito del Circuito Multidisciplinare dello Spettacolo in Sardegna.
Sotto i riflettori Marta Proietti Orzella e Daniela Pulisci, nei ruoli rispettivamente della protagonista, Sonia, madre single che mantiene se stessa e i figli lavorando in nero, a casa, come estetista o più esattamente come “nail artist”, e di una cliente, un’avvocata in carriera: nello spazio protetto di un “salone” clandestino tra smalti e lime e altri attrezzi del mestiere, le due si confessano, affrontano temi delicati e personali, ma anche questioni sociali ed economiche e temi d’attualità, da un punto squisitamente femminile.
Nella naturale intimità che si crea tra estetista e cliente, s’incontrano e confrontano due universi apparentemente lontanissimi – la realtà quotidiana fatta di bollette e conti da pagare, cura dei figli e infinite difficoltà della lavoratrice del “sommerso”, costretta a re-inventarsi come imprenditrice, specializzandosi nell’arte di ricostruire e decorare le unghie secondo le nuove tendenze della moda; e la vita apparentemente più comoda e sicura, ma minata da mille incertezze, della brillante professionista i cui successi in tribunale non bastano però a consolarla del fallimento del suo matrimonio.
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Sonia – con il suo carattere solare, almeno all’apparenza, il piglio sbrigativo, la semplicità e l’immediatezza da persona del “popolo” – diventa l’ascoltatrice privilegiata, e discreta, dei dettagli più privati delle donne, ma anche degli uomini, che transitano nel suo studio “in nero”: alle consulenze professionali su forma, lunghezza, colore e stile con cui ridefinire la sottile lamina cornea all’estremità delle dita, e agli interventi d’emergenza, aggiunge i saggi consigli, dispensati con generosità, sulle faccende di cuore.
Se al medico si svelano i sintomi delle malattie fisiche, sul lettino o sulla poltroncina dell’estetista, come dal parrucchiere, si chiacchiera e si scambiano pettegolezzi, ma anche ci si concede il lusso di rilassarsi e confidarsi come con un’amica, mettendo a nudo piccoli drammi e tragedie domestiche, inquietudini della mente, dubbi e sospetti, attrazioni fatali e complicazioni sentimentali.
La leggerezza maliziosa di una conversazione al femminile si tinge a tratti d’amarezza: a un’estranea la cui frequentazione è limitata ai circoscritti ambiti di una cura di bellezza, si possono mostrare fragilità e debolezze, inclinazioni segrete e fantasie, e perfino comportamenti che sfigurerebbero in società.
Tra suggerimenti e commenti, ispirati al più comune e solido buon senso, ma anche con l’apertura mentale di chi, dal suo sgabello, ha avuto modo e tempo di studiare a fondo l’umanità, venendo a contatto anche con i lati meno gradevoli dell’esistenza, Sonia si racconta, lasciando trapelare qua e là, nel sottile equilibrio di un dialogo a senso unico che esige pazienza e distacco dall’illuminata e illuminante consigliera, alcuni tratti del suo vissuto, quel tanto che basti a dar l’illusione della reciprocità.
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Frutto di una ricerca sul campo – tra le nuove e antiche professioni al femminile in Sardegna – “Unghie & Crisi” di Ilaria Nina Zedda ha vinto nel 2009 il Primo Premio di Drammaturgia “Donne e Lavoro, Donne al Lavoro” indetto dalla Provincia di Cagliari e dalla Consigliera di Parità, e dall’Associazione Culturale L’Eccezione.
L’indagine sul territorio ha evidenziato gli alti tassi di disoccupazione – e inoccupazione – tra le donne, oltre ad una disparità di trattamento sul piano del riconoscimento economico e della carriera rispetto alla componente maschile, con stipendi più bassi a parità di mansioni e responsabilità, e minori possibilità di promozione e avanzamento – a dispetto di una scolarizzazione mediamente più alta e con risultati migliori.
La forza delle donne sta nella determinazione e nell’antica arte di arrangiarsi: tra le giovani imprenditrici, in chiaro o in nero, spicca una certa propensione per le cure di bellezza, in risposta ad un mercato in cui la crisi e la conseguente diminuzione della capacità d’acquisto non hanno però indotto le clienti a rinunciare a occuparsi del proprio aspetto, magari partendo dai piccoli particolari, per esempio, con la nail art.
Non “semplice” manicure o pedicure, la protagonista della pièce è infatti un’artista delle unghie, dettaglio quanto mai prezioso e ricercato nel look delle ragazze e signore: tramontata l’era della modestia, alla trasparenza e alle sfumature madreperlacee come alle pennellate più cupe e aggressive, si sostituisce la raffinatezza di decorazioni personalizzate. E il dramma di un’unghia spezzata – magari poco prima di una festa, una sfilata o un evento importante – lascia il posto alla perfezione degli artigli artificiali, accessorio irrinunciabile della donna moderna.
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La depressione – psicologica o economica che sia – si contrasta (anche) con le tinte accese e squillanti, o più sobrie ma in stile, di unghie à la page (ma anche capelli, abiti, accessori – tutta questione di gusti, e portafogli): un aspetto elegante e curato, sia pure lievemente sopra le righe, restituisce sicurezza e buon umore, fa pendant con un bel sorriso per affrontare la giornata e le piccole e grandi battaglie private e professionali. Un look graffiante, per la vittoria – o la catastrofe
“Unghie & Crisi” è una pièce multimediale che sposa al linguaggio teatrale le moderne tecnologie del video-mapping, un sistema di proiezione che trasforma le superfici in display dinamico, rendendo possibile l’interazione con l’azione scenica e i corpi delle attrici: il disegno luci si complica dando luogo a immagini tridimensionali, in una nuova, interessante e coinvolgente, dimensione sensoriale. Le sequenze create ed elaborate da Marco Quondamatteo diventano così parte integrante dello spettacolo, arricchendolo di una inedita grammatica di segni e simboli, e offrendo al pubblico ulteriori possibili chiavi di lettura e interpretazione.
Informazioni e prezzi
San Gavino, Teatro Comunale, 29 febbraio alle ore 21.
Biglietti: intero 14 euro, ridotto 11 euro.
Per informazioni e prenotazioni: cell. 340.4041567.
Breve presentazione e note di regia
Il personaggio principale è Sonia, giovane mamma single che s’improvvisa estetista per necessità, ricreando nell’andito della sua piccola casa un personalissimo centro di bellezza. Sonia si presenta inizialmente come una donna forte e coraggiosa, nonostante la solitudine e i sacrifici affrontati è gioviale e piena di risorse.
Per le sue clienti, Sonia, è una specie di psicologa a buon mercato, le ascolta, pone loro domande e le aiuta a riflettere sulle loro debolezze. Ama raccontare aneddoti “al femminile” relativi alla capacità delle donne di un tempo di farsi rispettare dagli uomini, e di saper “guidare” saggiamente le relazioni.
La cliente di Sonia è un Avvocato quarantacinquenne, che esercita la sua professione con serietà e successo, ma nonostante questo vive una sconfitta personale, data dal recente divorzio col marito. L’incontro tra Sonia e l’Avvocato è raccontato in modo ironico, le posizioni sociali sono messe a confronto e in parte annullate: lei è una bella ragazza popolana che utilizza un linguaggio basso e scurrile, mentre l’altra, donna borghese in carriera, dinnanzi a tanta spontaneità, risulta essere timida e impacciata.
Nei racconti di Sonia incontriamo la vita di tutte le altre clienti che approfittano del momento di relax per confrontarsi con lei su vari problemi, quali l’amore, i desideri, le malattie e soprattutto le crisi esistenziali di ognuna di loro.
Ma anche la crisi economica è argomento di riflessione comune, come dice Sonia:
La crisi è come togliere il tappo. Essia una s’inci essinti tottus’atras. …da quando c’è la crisi lavoro il doppio, perché le mani sono in primo piano e le donne vogliono farsi vedere belle. Magari non hanno i soldi per un paio di mutande nuove, ma per le unghie si.
L’atmosfera di intimità e confronto che nasceva in passato tra donne che “s’assuzianta a trabbalai imparis”, lavorando il pane o lavando i panni, si ritrova traslato oggigiorno nelle case di estetiste improvvisate che, nel prendersi cura del corpo delle clienti, ricreano una complicità femminile ed uno spazio per il confronto e per un dialogo profondo.
Sonia è una donna forte, popolana, che non ha tempo di pensare a se stessa, perché deve occuparsi della sopravvivenza dei figli. Questo significa delle volte accettare delle condizioni lavorative non sempre trasparenti. Soprattutto quando i clienti sono uomini maturi e benestanti.
Dinnanzi a questo tipo di compromessi, Sonia fa cadere la maschera: cosa spinge una donna ad accettare qualsiasi tipo di richiesta da parte degli uomini? I soldi? L’impossibilità di credere in se stesse? La solitudine? Oppure la condizione prettamente contemporanea d’instaurare relazioni ambigue e mai profonde? Questa cruda contraddizione rende Sonia un personaggio complesso, difficile e al contempo vitale.
Tra smalti e limette Sonia si prodiga in consigli, aneddoti e proverbi popolari per aiutare le clienti ad uscire dalle proprie crisi esistenziali. Tirando fuori le “unghie”. Almeno per farsele ricostruire. Un modo diretto, tragico e ironico, ma mai gratuito, per riflettere insieme sulla condizione della donna e sulla sua “attraversata” in solitario, nella società contemporanea.
Durata dello spettacolo: 50 minuti (senza intervallo).