L’epidemia ha un impatto notevole a livello sociale ed economico. La riduzione del tasso di crescita annuale cinese sarà di almeno 1 punto e avrà ripercussioni su tutti i paesi. I primi a subirne le conseguenze sono gli operai messi “in libertà”, mentre padroni di altri paesi si fregano le mani.
Le epidemie in corso nel mondo (coronavirus, ebola, dengue, rosolia, morbillo, febbre gialla, febbre tifoidea, etc.) e la crisi sanitaria che colpisce i paesi costituiscono un aspetto della crisi generale del capitalismo, che non risparmia nessun ambito della vita sociale.
Molte malattie possono essere curate da farmaci che hanno costi irrisori, ma la legge del massimo profitto lo impedisce. La salute è un bene indivisibile, incompatibile con l’attuale sistema che mira solo ai superprofitti, a rapinare mercati, fonti energetiche, a distruggere le forze produttive.
In Italia il governo, Conte 2, ha proclamato lo “stato di emergenza”, stabilendo che nei porti, aeroporti e altre strutture, si attuino misure di prevenzione. Come? Impegnandovi gli operatori sanitari che si trovano in prima linea, spesso senza mezzi adeguati e con turni di lavoro ininterrotti e massacranti, e sancendo nel contempo una sorta di coprifuoco per interi quartieri o addirittura comuni.
Il governo parla ipocritamente di “salute al primo posto”; ma il Servizio Sanitario Nazionale (SSN) è stato depauperato da decenni con politiche di austerità e neoliberiste adottate dai governi borghesi, che hanno determinato: tagli alle spese pubbliche, affossamento della prevenzione, carenza cronica di infermieri, ausiliari e medici, migliaia di posti letti soppressi, carenza di medicinali e presidi sanitari, interminabili liste d’attesa, privatizzazioni …
Per l’emergenza sanitaria sono stati stanziati 25 milioni di €, per sostenere il “Made in Italy” 300 milioni a favore delle imprese. Un cacciabombardiere F35 costa 106 milioni, le missioni militari all’estero 1,5 miliardi all’anno e sono destinati ad aumentare!
Per fronteggiare epidemia e altre piaghe sociali è indispensabile l’adeguamento degli organici, e delle dotazioni tecnico-sanitarie per tutelare la salute dei lavoratori della sanità e della popolazione, azzerando queste spese militari ed aumentando quelle sanitarie e sociali pubbliche.
– Salario al 100% a spese dei padroni e dello Stato per la chiusura di aziende, uffici e servizi e per malattia.
– Fornitura gratuita alla popolazione dei mezzi di protezione necessari.
L’epidemia mette in luce la necessita della solidarietà e della cooperazione internazionale, per unire gli sforzi, fronteggiare le difficoltà e raggiungere comuni obiettivi in un mondo globalizzato. Ma ciò non è possibile nell’attuale sistema dove ogni paese trae vantaggio dalle tragedie altrui.
Da qualsiasi angolazione si guardi, sui problemi di oggi la conclusione è la stessa: il capitalismo e l’imperialismo evidenziano con forza la necessità della rivoluzione proletaria in tutto il mondo, per una società che abbia come legge fondamentale lo sviluppo del benessere collettivo contro il maledetto profitto dei pochi.
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