Un paese che conserva e valorizza la sua memoria storica, una rassegna che ha integrato il mondo antico di Mannorri e quello del culto religioso con la musica e il teatro. Terza edizione di Poesia e Musica sotto il Monte: “subito un progetto di scavo nel villaggio scomparso”.
Dal 28 al 29 dicembre 2019, infatti, il paese del Supramonte, in un’atmosfera naturalmente natalizia, ha reso ancora più magico il centro montano con eventi speciali dedicati al passato, alla poesia e ai concerti.
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Nella Sala Consiliare si è rivissuta la storia di Mannorri, invitando gli ospiti ad ascoltare le vicende che hanno portato alla scomparsa di un intero villaggio. La venerazione del culto di San Basilio ha condotto poi il pubblico, in un percorso storico fatto di ricordi, racconti e testimonianze raccolte dagli studiosi.
Si è partiti con il progetto dell’Associazione “Andalas de Memoria” che grazie alla sua presidente Lucia Deiana, promuove, divulga e tutela, il patrimonio storico, archeologico e architettonico di Urzulei, per sensibilizzare la comunità, verso una maggiore coscienza delle ricchezze e delle nuove scoperte ancora possibili. Il pomeriggio culturale di “Poesia e Musica sotto il Monte” è proseguito con la storia del villaggio di Mannorri: Fabrizio Vella autore dell’omonimo libro ne ha raccontato la vicende dalle tinte giallo noir, in un’inchiesta sui misteri che ne hanno tracciato l’infausto destino nella seconda metà del Settecento. “Mannorri, – ha detto lo studioso di Urzulei – era un villaggio che venne abbandonato a causa degli scontri tra più contendenti che ambivano a sposare la più bella ragazza, è un racconto fatto di testimonianze orali che si presta ad essere ancora approfondito”. L’intervento di Vella è stato arricchito dalla presenza di Francesca Balia su “Il culto di San Basilio”. “La Sardegna – ha narrato l’archeologa – è una terra ricca di riti e tradizioni che restano ancora oggi in gran numero sconosciuti; tra questi c’è la venerazione per i Santi che spesso trae origine da un passato remoto e nebuloso, in cui la culto si è diffuso attraverso fatti storici, culturali e antropologici di grande interesse”.
Le atmosfere sulla storia del Villaggio scomparso sono state rese ancora più affascinanti dal teatro di Gianluca Medas. Le vicende dell’innamorato della ragazza di Mannorri che pensava sarebbe caduta ai suoi piedi solo guardandola, sono diventate ancor più reali con la narrazione dei fatti accaduti nel giorno della festa de S’Anghelu, quando vedendola ballare davanti alla chiesa, lui non resistette e la baciò in pubblico, suscitando la violenta reazione dei parenti di lei. Schiavo della gelosia, si scagliò contro quello che considerava un rivale in amore aggredendolo con un coltello. La disputa si trasformò in una vera lotta con le scene violente dei due uomini che combatterono terribilmente fra loro ammazzandosi. La ragazza presa dalla disperazione, convinta di aver causato tutto ciò, morì di crepacuore tra le braccia della madre. I conflitti e le rivendicazioni continuarono anche dopo la morte de “Sa bella e Mannorri”, e fu così che il paese lentamente sparì e pochi mannorrini superstiti si rifugiarono a Urzulei e Talana. L’accompagnamento musicale alla narrazione di Medas è stato magistralmente cantato dal quartetto degli Andhira composto da Elena Nulchis voce e armonium, Egidiana Carta voce e flauto, Elisa Zedda voce e Luca Nulchis pianoforte, armonium e voce.
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Coro unanime dai relatori, Fabrizio Vella autore del libro dedicato a Mannorri, Fracesca Balia archeologa e Lucia Deiana presidente di “Andalas de Memoria” affinché nasca un progetto di scavo del villaggio, perché la sua storia possa essere rievocata oltre che con le testimonianze orali degli anziani anche con quelle materiali racchiuse nelle chiese, nelle case e nelle strade poi abbandonate.
La serata è proseguita nella Chiesa di San Giorgio, Poesia e Musica sotto il Monte ha voluto rendere omaggio anche alla magia del Natale che come tutte le magie, va assecondata e nutrita e così l’incanto delle festività è proseguito con i cori: l’Ensemble “Voci dal Coro, “Ars Nova” e la Corale “Solene”. A partire dalle 19 e 30 la Chiesa di San Giorgio ha accolto le note musicali in un trionfo di inni e voci secondo il più classico dei copioni festivi. Nella chiesetta gremita si è rinnovato l’appuntamento che da tre anni richiama il pubblico per rivivere insieme lo spirito delle festività.
Domenica 29 dicembre la musica ha continuato a onorare la Chiesa gotico-aragonese di San Giorgio dove gli archi del Karol Quartet composto da Alessio De Vita violino, Luigi Zucca violino, Giovanni Nuciarelli viola e Alessandro Mallus violoncello, per un’esibizione dedicata a Brahms, Gershwin e Rossini. Il Concerto di Fine Anno ha salutato il pubblico con il duo composto dalla pianista Antonella Chironi e da Battista Giordano con il recital dedicato alla musica barocca con pagine di Bach, Hendel e Mozart
“Noi possiamo fare tanto riconoscendo il nostro passato e da questo possiamo partire per farlo diventare una ricchezza futura, per questo l’Associazione Progetto Atlantide – dice il presidente Fabio Lorrai cogliendo l’auspicio dei relatori– si farà promotrice di una richiesta al Comune di Urzulei affinché interceda presso la Soprintendenza regionale e si faccia portavoce della richiesta di avviare gli scavi nel sito di Mannorri. Il nostro paese ha ancora una volta dimostrato di essere ancora in grado di custodire quell’atmosfera spirituale che ricorda la nostra infanzia e ancora oggi ne fa un luogo di contemplazione in cui ritrovare il contatto con la natura e l’autenticità del tempo trascorso in famiglia durante le festività”.
Le foto sono gentilmente concesse da Giampaolo Dui