L’ultima tappa della visita ispettiva dei commissari Unesco nel Parco Geominerario si è conclusa significativamente presso il Parco Naturale Regionale Molentargius-Saline
L’iniziativa nasce dalla collaborazione intrapresa tra il Parco del Molentargius-Saline ed il Parco Geominerario Storico ed Ambientale della Sardegna, sottoscrittori di un protocollo di intesa, tendente alla promozione dei territori della Sardegna. In particolare l’intesa avvia azioni, programmi e progetti per la tutela dell’ambiente, delle risorse naturali, culturali e dei valori antropici delle attività umane connesse all’espletamento delle attività estrattive.
Ci è sembrato importante, grazie anche alla disponibilità del Presidente Paolo Passino e del Direttore Claudio Papoff del Parco di Molentargius-Saline chiudere l’ispezione in un sito significativo, perché oltre ad essere parco è anche un importante habitat naturalistico di grande valore e che al suo interno annovera le due grandi anime del Parco Geominerario, i geositi e le miniere.
I commissari, Dott.ssa Marie Louise Frey, proveniente dal Vulkaneifel Geopark situato nel Land Renania – Palatinato e della Dott.ssa Cathrien Posthumus, Manager dell’Hondsrug Geopark in Olanda, hanno attraversato l’intera isola accompagnati dai dirigenti del Parco, a testimonianza dell’attuazione concreta del nuovo corso del Parco geominerario storico e ambientale che si esplica nella messa in pratica della più importante raccomandazione: dimostrare l’unitarietà del Parco oltre le otto aree minerarie e la interconnessione con l’intera isola e gli altri territori del sistema naturalistico e culturale.
Molentargius riassumeva e riassume tutt’ora, nel suo piccolo, il cuore del Parco Geominerario Storico ed Ambientale della Sardegna. Fauna, geologia e miniera, con tutto il valore antropico che l’attività mineraria del sale ci ha tramandato. Il sopralluogo nel Parco di Molentargius è stata condotto con la collaborazione della Associazione per il Parco, con il presidente Vincenzo Tiana e gli esperti che gestiscono il CEAS e svolgono una intensa attività didattica e divulgativa per mostrare la particolarità del sito geologico della spiaggia fossile a testimonianza degli eventi del tirreniano e cioè di 125.000 anni fa. Ai commissari è stato fatto presente che grazie al sostegno della Fondazione con il Sud è in corso un progetto di ricerca scientifica e valorizzazione della spiaggia fossile, nel contesto della salvaguardia e valorizzazione della complessa biodiversità del Parco Naturale Regionale.I commissari hanno potuto osservare in sito le iniziative di innovazione tecnologica per favorire la visita nel parco, sia delle scolaresche che mediamente raggiungono il numero di 250 ogni anno, che delle decine di migliaia di visitatori. In particolare i commissari hanno apprezzato i percorsi di visita, inseriti in un contesto naturalistico e faunistico di grande valore, all’insegna della sostenibilità tramite bus elettrici scoperti, sentieri ben tracciati, cartellonistica anche bilingue, cartellini segnalatori delle specie della biodiversità vegetale e l’applicazione dei ticket QR-CODE nelle principali tappe del percorso.
Pur nella sua piena autonomia il parco di Molentargius – ha affermato Tarciso Agus presidente del Parco Geominerario Storico e Ambientale della Sardegna-, credo che possa ora connotarsi, grazie all’intesa, un importante sito della rete dei Geoparks Unesco.
Quest’ultima connotazione oltre a sostenere l’azione del Parco Geominerario, chiamato a promuovere i geositi e le aree minerarie dell’isola, può diventare un importante “Brand” anche per Molentargius, così come è avvenuto per il nuraghe di Barumini, a noi da sempre noto, ma il sua visibilità è cresciuta grazie al riconoscimento del sito quale patrimonio Unesco.