Si è concluso ieri in Libano il tour all’estero di Mammai Manna il nuovo spettacolo scritto e diretto da Gianluca Medas.
Il pubblico di Beirut, che ha riempito ogni posto del teatro Monnot, ha apprezzato particolarmente quest’opera straordinaria, che ha saputo parlare al popolo libanese senza usare parole.
La serata è stata frutto della collaborazione tra Figli d’Arte Medas, Asmed e il teatro Monnot. È parte del progetto Gurdones de Sonazos, che si avvale degli aiuti del bando regionale IdentityLab.
Mammai Manna, scritto e diretto da Gianluca Medas -con l’aiuto alla regia di Noemi Medas– e realizzato in collaborazione con l’Asmed, è un’opera muta che si compone di danze, musiche e video in bianco e nero (di Maurizio Abis).
Mentre sullo schermo scorrono il miracolo della nascita, le tentazioni e altre immagini che guidano nella vicenda, sul palco i danzatori ballano (Cristina Locci-che è anche coreografa-, Andrea Di Matteo, Luca Massidda e Rosanna Luisetti).
I loro costumi di scena sono ideati da Emilio Ortu Lieto e realizzati dalle sarte Cinzia Moro e Ilenia Sara Perra.
Accompagnata da sola musica (Francesco Medas), si racconta, così, una storia che accomuna tutti i popoli di contadini e pastori del mondo.
Gianluca Medas e i protagonisti di Mammai Manna hanno trasmesso al pubblico suggestioni sulla Sardegna, miti del Mediterraneo e un nuovo modo di narrare terre antiche.
Lo spettacolo, infatti, è un susseguirsi di simboli interiori dell’umanità. La scenografia è stata impreziosita dalle opere di Rosanna Ferrau e Veronica Usula.
La prima è una struttura circolare di luci a led rivestite di plastica, con al centro una luna rivestita di lana sarda lavorata con tinte naturali che dà l’idea di una luce riflessa. La seconda, invece, è un arazzo fatto di lana sarda e nastro magnetico. Sul palco anche una cascata di campanacci. Subito dopo lo spettacolo il regista, Gianluca Medas, con l’incontro dal titolo La danza delle mani. Conversazioni e immagini sulla Sardegna ha spiegato la figura dei Mammuthones.
“Il pubblico del Libano è particolarmente attento e sensibile all’arte e alla bellezza. È anche merito loro se questo spettacolo è nei loro cuori. Mammai Manna cerca l’emozione pura, ma bisogna essere in grado di coglierla. In Libano questo è stato possibile”, dice Gianluca Medas, “Quest’avventura all’estero si conclude qui, ma Mammai Manna ha ancora tanto da raccontare: con la sua narrazione muta e velata vuole abbattere le barriere, specialmente quelle che dividono il Mediterraneo. La scelta del Libano, in questo senso, era obbligata”.